Zelota, fanatico, ribelle …

Antonio Gallo
3 min readDec 23, 2021

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L’edizione inglese

La versione originale inglese di questo libro lo definisce “zealot”, quella italiana lo chiama “ribelle”. Il dizionario inglese, a dire il vero, offre una lunga sfilza di sinonimi del tipo “fanatico, entusiasta, estremista, radicale, attivista, militante, bigotto, dommatico, settario, partigiano, infido, maniaco”. Non mi pare che facciano giustizia a quella importante “figura storica” che si chiama Gesù. Una “giustizia” di tipo, ovviamente, terreno e poco religiosa. Il libro l’ho letto in inglese, mi propongo di trovare l’edizione italiana per meglio contestualizzare le cose di cui parla. E’ costato all’autore due decenni di lavoro, un autorevole e rispettabile esperto studioso arabo iraniano di storia delle religioni. Il libro è stato pubblicato negli Usa e in Inghilterra nel 2013. Me lo sono trovato tra le mani in questi giorni prenatalizi di fine anno, non ricordo bene cosa mi spinse a comprarlo da Amazon.

L’ho ritrovato dietro una siepe di altri libri, mi è parso opportuno affrontare la lettura in questo contesto quanto mai appropriato. Diviso in tre parti, quindici capitoli, tre prologhi ed una introduzione, con oltre cento pagine di note ed una ricca bibliografia, il lavoro è ineccepibile da un punto di vista strettamente documentario. Risponde in maniera egregia alle canoniche domande che cerco sempre di assegnare alla affidabilità di un libro.

L’edizione italiana

Reza Aslan si propone di dare una risposta a “chi” era l’uomo chiamato Gesù, “cosa” si proponeva, “quando” apparve sulla scena del mondo del suo tempo, “dove” fece sentire la sua presenza, e “perchè” la sua vita ebbe un senso. Un impegno molto forte quello di Aslan.

Sono migliaia le recensioni disponibili su GoodReads e altri siti di libri, punti di vista che aiutano chi vuole dare un senso alle sue letture. Aslan ha dato alla sua ricerca uno stile quanto mai contestualizzato. Il suo sistema di lavoro ha un approccio molto diverso al problema interpretativo dei canonici testi sacri biblici. Per lui ha poco interesse la storia dell’individuo chiamato Gesù ed i suoi attributi teologici.

Ciò che conta per Aslan è il contesto: la politica, la sociologia, l’amministrazione governativa e la cultura dei tempi, prima, durante e dopo la breve vita di Gesù. Mettendo insieme ciò che sappiamo di questo contesto, con la conoscenza storica molto limitata di Gesù e le prime interpretazioni teologiche della sua vita, Aslan crea una storia molto leggibile, molto moderna e coerente sull’Uomo e la sua missione.

Chi crede, ovviamente, può non accettare questo sistema di lavoro. L’esegesi di Aslan è professionale, sempre rispettosa ed inoffensiva da riuscire a spiegare tanto, sia della teologia che della storia di Gesù, facendo riferimento a eventi, condizioni e motivi che sono del tutto indipendente da lui, dai suoi seguaci e dai suoi avversari. La storia raccontata da Aslan incorpora contraddizioni bibliche, non-sequitur e anche molto spesso l’impossibilità assoluta di una narrazione coerente.

Una minaccia questa per la quale chi crede e legge fideisticamente può provare irritazione. Sulla vera identità dell’uomo Gesù continua a cadere il velo del mistero, che rimane tale e che solo la fede può disvelare. In un mondo tanto diverso oggi dai tempi in cui visse Gesù detto il Nazareno, pensare a un Dio Creatore che manda suo figlio su un pianeta chiamato Terra per una missione che rimane (im)possibile, (dipende dai punti di vista), collocato in un universo fatto da tanti infiniti universi, rimane un racconto quanto mai avvincente. Ecco come Reza Aslan conclude il suo libro:

Duemila anni dopo, la creazione del Cristo di Paolo ha completamente assorbito il Gesù della storia. Il ricordo del fanatico rivoluzionario che attraversò la Galilea radunando un esercito di discepoli con l’obiettivo di stabilire il Regno di Dio sulla terra, il predicatore magnetico che sfidò l’autorità dei sacerdoti del Tempio a Gerusalemme, il nazionalista ebreo radicale che sfidò l’occupazione romana e perse, è stato quasi completamente perduto nella storia. Peccato. Perché l’unica cosa che ogni studio completo del Gesù storico dovrebbe rivelare, io credo, è che Gesù di Nazareth, Gesù l’uomo, è altrettanto avvincente, carismatico e degno di lode come Gesù il Cristo. In breve, è qualcuno in cui vale la pena credere.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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