Uno, nessuno e centomila, cento anni dopo.
“Ho letto diverse volte questo capolavoro e nel classificarlo in questo luogo virtuale gli ho assegnato tre tag che ritengo pertinenti a definirlo. Roots, perchè il libro di Pirandello è una ricerca sulla nostra identità in termini di radici, origine, provenienza. E questi sono gli elementi decisivi per leggerlo e valutarlo. Noi, voi, io, gli altri siamo realtà misteriose, sfuggenti, ignote. Non sappiamo davvero da dove veniamo chi siamo, dove finiremo. Ci illudiamo di sapere tutto di tutti, siamo soltanto ignoti a noi stessi e agli altri. L’altro tag è capolavoro, ed è così perchè questo libro è un capolavoro. Come si fa definire un capolavoro? Non si può, lo è e basta. Ultimo tag è il suo essere italiano, come me. Ma, in fondo, se riflettete bene, Pirandello non pensava a se stesso o agli altri Italiani suoi compatrioti quando lo scrisse. Pensava all’uomo, nella sua individualità ma anche nella sua totalità, nella sua completa universalità. Perciò è un capolavoro. E lo sarà per sempre anche tra duemila anni.” (Librarything)
Il romanzo “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello, pubblicato a puntate nel 1925 e in volume nel 1926, celebra ora il suo centenario. Quest’opera rappresenta un capolavoro della letteratura italiana del Novecento e continua a suscitare riflessioni profonde sulla natura dell’identità e sulla percezione di sé.
La storia ruota attorno a Vitangelo Moscarda, un uomo che, dopo un commento sulla sua apparenza da parte della moglie, inizia un viaggio interiore che lo porta a mettere in discussione la sua identità. La scoperta di possedere un naso storto diventa il catalizzatore per una crisi esistenziale che lo porta a rendersi conto di come la propria identità sia influenzata dalle opinioni altrui. Pirandello esplora l’idea che ogni individuo non sia mai “uno”, ma piuttosto “centomila”, riflettendo le molteplici personalità che gli altri vedono in lui, fino a sentirsi, tragicamente, “nessuno”.
Il romanzo si distingue per il suo stile innovativo, caratterizzato da monologhi interiori e una narrazione che coinvolge direttamente il lettore. Pirandello utilizza un linguaggio colloquiale ma arricchito da arcaismi, creando un contrasto tra il quotidiano e il profondo 45. La struttura narrativa è complessa e frammentata, riflettendo la confusione e la ricerca di autenticità del protagonista.
A cento anni dalla sua pubblicazione, “Uno, nessuno e centomila” mantiene una sorprendente attualità. Le tematiche della crisi identitaria e della maschera sociale sono più rilevanti che mai in un’epoca in cui le identità sono spesso costruite e distrutte attraverso i social media e le interazioni quotidiane. La domanda su chi siamo realmente rispetto a come veniamo percepiti dagli altri continua a essere centrale nella nostra esistenza. L’opera di Pirandello non solo ha segnato un’epoca nella letteratura italiana, ma invita anche le generazioni attuali a riflettere sulla complessità dell’identità umana e sulle sfide della percezione sociale.
Temi principali
Identità e Crisi dell’Io: Il protagonista, Vitangelo Moscarda, si rende conto che la sua identità è percepita in modi diversi dagli altri, portandolo a una crisi esistenziale. Questa scoperta lo conduce alla conclusione che non è “uno”, ma “centomila” diverse versioni di sé stesso, ognuna delle quali è influenzata dalle opinioni altrui.
Solitudine: La solitudine è un tema ricorrente, poiché Moscarda si sente sempre più isolato nella sua ricerca di autenticità e verità personale. La sua esperienza mette in luce come le relazioni umane possano essere superficiali e alienanti.
Maschere Sociali: Pirandello esplora l’idea che gli individui indossano maschere per conformarsi alle aspettative sociali. Questa dinamica porta a una continua lotta tra il vero sé e le identità imposte dalla società.
Relazioni Umane: Le interazioni tra Moscarda e le persone che lo circondano evidenziano la superficialità delle relazioni. La sua crisi è in parte alimentata dalla mancanza di comprensione e connessione autentica con gli altri.
Follia e Normalità: La linea tra follia e normalità è sottile nel romanzo. Moscarda, nel suo tentativo di liberarsi dalle aspettative sociali, si avvicina alla pazzia, suggerendo che la società stessa può essere vista come una trappola.
Ricerca Interiore: L’opera è anche un viaggio di introspezione, dove Moscarda cerca di comprendere il suo vero io al di là delle maschere sociali. Questa ricerca lo porta a esplorare concetti filosofici legati all’esistenza e alla percezione.
“Uno, nessuno e centomila” non solo affronta la questione dell’identità individuale, ma invita anche a riflettere sulle dinamiche sociali che influenzano il nostro modo di essere e di relazionarci con gli altri.