Una storia per niente dolce: fra Dolcino, predicatore millenarista (1250–1307) Santo o eretico, anarco-socialista o superuomo nietzschiano?
Il 10 marzo 1306, i seguaci di Fra Dolcino si recarono sul monte Rubello, in attesa che le sue profezie si avverassero. E ancora oggi la seconda domenica di settembre un eterogeneo gruppo di persone lo commemora alla Bocchetta di Margosio, in un angolo sperduto del Piemonte. Ma chi era Fra Dolcino? Sulle sue origini le notizie certe sono davvero poche, a partire dal nome (Davide Tornielli?). Di sicuro si sa che crebbe tra le montagne del Biellese e che è stato un personaggio di primissimo piano in anni in cui l’insofferenza verso la Chiesa cattolica è tra le più vivaci. Il suo credo è un «cristianesimo delle origini», basato sui princìpi di povertà, che non riconosce l’autorità ecclesiastica. Un «eretico» Dolcino, che, raccogliendo sempre più consenso tra gli abitanti delle valli, presto divenne una minaccia per il clero e le sue gerarchie. Condannato a morte dall’Inquisizione, dopo aver visto bruciare viva la sua amata Margherita e il luogotenente Longino, nel marzo del 1307 venne issato sul rogo e arso di fronte alla basilica di Sant’Andrea di Vercelli. Ancora oggi si conserva memoria dei suoi pensieri libertari e della sua capacità di resistenza sul monte Rubello, dove lui e i suoi seguaci furono oggetto di una vera e propria crociata da parte di clero, feudatari e truppe mercenarie. A seicento anni dalla sua morte, nel 1907, il popolo biellese e valsesiano eresse sui luoghi dell’ultima battaglia un obelisco di dodici metri per iniziativa di Emanuele Sella, che nelle istanze dolciniane riconosceva i tratti di un socialismo libertario. Nel 1927 l’obelisco fu abbattuto da un gruppo di fascisti. Nel 1974 venne posto un nuovo cippo. Dario Fo e Franca Rame ricordarono le gesta dolciniane nel loro Mistero buffo. Se Dante lo mise nella bolgia dei seminatori di discordie e degli scismatici, secoli dopo Nietzsche vede in Dolcino un prototipo ideale del suo superuomo: «Dolce e spietato, al di sopra di ogni miserabile morale, praticamente l’individuo che può porsi al di là del bene e del male». (Almamatto)
Un personaggio affascinante e controverso della storia medievale: Fra Dolcino. Fra Dolcino è stato un eretico e un rivoluzionario che ha sfidato l’autorità religiosa e politica del suo tempo. Nacque in una famiglia umile nella regione italiana del Piemonte. Entrò nell’ordine religioso degli Spirituali, un movimento francescano che predicava la povertà assoluta e la riforma della Chiesa. Tuttavia, a differenza dei suoi contemporanei, Dolcino era estremamente radicale nelle sue idee.
Fra Dolcino credeva che la Chiesa fosse diventata corrotta e decadente, lontana dagli insegnamenti di Cristo. Predicava una forma di vita comunitaria basata sulla condivisione dei beni e sulla comunione dei beni materiali. Queste idee lo portarono ad essere considerato un eretico e a essere perseguitato dalle autorità religiose. Nel 1300, Fra Dolcino e i suoi seguaci si ritirarono sulle montagne del nord Italia, dove stabilirono una comunità basata sui principi della loro visione religiosa. Qui, Dolcino attuò una serie di riforme sociali, abolendo la proprietà privata e promuovendo l’uguaglianza tra i membri della comunità.
La sua comunità attirò l’attenzione delle autorità ecclesiastiche e politiche, che videro in Dolcino una minaccia al loro potere. Nel 1307, l’esercito del vescovo di Vercelli assediò la roccaforte di Dolcino, che resistette per diversi mesi prima di essere sconfitto. Dopo la cattura di Dolcino, lui e i suoi seguaci furono torturati e giustiziati. La sua morte segnò la fine del movimento di riforma guidato da Dolcino, ma le sue idee radicali continuarono ad avere un impatto duraturo sulla società medievale.
La figura di Fra Dolcino è stata oggetto di dibattito tra gli storici. Alcuni lo considerano un rivoluzionario coraggioso che ha cercato di portare avanti una visione utopistica di una società più giusta, mentre altri lo vedono come un fanatico pericoloso. Indipendentemente dalle opinioni divergenti, la storia di Fra Dolcino ci offre un’opportunità di riflettere sul potere delle idee e sulla lotta per la libertà di pensiero.