Una nuova era: “enshittocene”
Stiamo tutti vivendo l’enshittocene, un grande enshittening, in cui i servizi che contano per noi, su cui facciamo affidamento, si stanno trasformando in enormi mucchi di merda.
In inglese la parola è shit. È frustrante. È demoralizzante. È persino terrificante. Il quadro dell’enshittificazione illustra bene la situazione nella quale il mondo sta per entrare.
Se ci spostiamo fuori dal misterioso regno delle grandi forze della storia e ci trasferiamo nel mondo materiale di decisioni specifiche prese da persone nominate, intravediamo situazioni che non possiamo cambiare, non sappiamo come bloccare azioni e persone di cui non condividiamo le decisioni.
L’enshittificazione nomina il problema e propone una soluzione. Non è solo un modo per dire: “le cose stanno peggiorando”. È una parola inglese, la lingua più libera e più creativa al mondo. Esaminiamo come funziona.
Un processo in tre fasi: prima, le piattaforme sono buone con i loro utenti; poi abusano dei loro utenti per migliorare le cose per i loro clienti aziendali; infine, abusano di quei clienti aziendali per riprendersi tutto il valore. Poi, muoiono.
Per mezzo di un prefisso e un suffisso nasce “enshittocene”: “en + shit + t + o + cène”, (en- dal gr. καινός «nuovo, recente»). Il secondo elemento -cene fa parte dei termini composti della cronologia geologica (come Eocene, Miocene, Oligocene, Pleistocene, ecc.), con il significato di «recente».
In italiano diventerebbe “in+merda+cene”, oppure anche “immerdamento”, un neologismo creato per descrivere una fase della società contemporanea caratterizzata da un deterioramento delle condizioni sociali e ambientali a causa dell’uso eccessivo delle tecnologie digitali e dei social media.
Il termine “shittocene” è stato coniato dal critico e teorico dei media Cory Doctorow, il quale lo utilizza per evidenziare come le piattaforme digitali abbiano contribuito a una cultura della superficialità e della disinformazione.
La parte “en-” serve a formare un verbo che implica un’azione o un processo, suggerendo quindi una transizione verso questa nuova era, un periodo in cui la qualità delle interazioni sociali e delle informazioni è in declino.
A causa della predominanza di contenuti tossici e della manipolazione dei dati, dobbiamo metterci in guardia contro le conseguenze negative dell’era digitale.
La “enshittocene” diventa quindi una riflessione critica sulla direzione in cui la società sta andando. Sottolinea l’importanza di una maggiore consapevolezza e responsabilità nell’uso delle tecnologie digitali.
Fonte: FINANCIAL TIMES