Un uomo per tutte le stagioni: le tante facce di Curzio Malaparte
Il 9 giugno 1898 nasce l’uomo giusto per tutte le stagioni, l’uomo vero, la sintesi della vera umanità, con la sua grandezza, i suoi limiti, le sue idee, le sue contraddizioni, le sue passioni, i suoi timori, le illusioni e le delusioni.
Curzio Malaparte è stato un autore molto poliedrico, che ha scritto romanzi, saggi, reportage e articoli di giornale. Ha lavorato come corrispondente di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale e ha avuto modo di viaggiare in vari paesi del mondo, tra cui l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti e il Giappone.
La sua opera più famosa, “La pelle”, è stata scritta nel 1944 e descrive la liberazione di Napoli dall’occupazione nazista. Il romanzo è stato criticato per la sua rappresentazione cruda e spietata della realtà, ma allo stesso tempo è stato lodato per la sua capacità di cogliere gli aspetti più profondi e disturbanti della natura umana.
Malaparte ha scritto anche altri romanzi, come ad esempio “Kaputt”, che racconta le sue esperienze come corrispondente di guerra in Europa orientale, e “Il sole è cieco”, che è un romanzo autobiografico sulle sue esperienze come diplomatico in Finlandia.
Malaparte ha avuto una vita molto interessante e movimentata, caratterizzata da numerosi viaggi e incontri con personaggi famosi della sua epoca. È stato anche un personaggio controverso, sia per la sua attitudine anticonformista sia per le sue posizioni politiche, che spaziavano dal fascismo all’antifascismo.
Nonostante le critiche e le controversie, Curzio Malaparte è stato un autore molto influente e la sua opera continua ad essere oggetto di studio e di discussione tra gli studiosi di letteratura. La sua scrittura, caratterizzata da un forte realismo e da una profonda introspezione psicologica, ha ispirato molti scrittori successivi.
L’ambiguità come vocazione. Ha attraversato la prima metà del Novecento da protagonista, attirato dalle più diverse esperienze culturali e politiche, passando per tutte le ideologie, interpretando tutte le correnti letterarie, ostentando comportamenti avventurosi e anticonformistici, spesso contraddicendosi, lasciando ovunque la sua impronta. Militare, diplomatico, giornalista, corrispondente di guerra, romanziere, saggista, reporter di viaggi, regista… Curzio Malaparte è stato fascista della prima ora, ma anche dissidente condannato al confino per i suoi atteggiamenti di fronda, eroico volontario nella prima guerra mondiale, cronista al fronte nella seconda, collaboratore degli Alleati dopo l’8 settembre, amico di Ciano e degli americani, agente segreto dalle misteriose imprese. Come intellettuale aderisce al movimento Strapaese, ma contemporaneamente anche all’antagonista Stracittà, collabora a testate giornalistiche di orientamento politico diverso, scrive in uno stile che mescola crudo realismo ed espressionismo. Dandy, esteta, egocentrico e narcisista, camaleontico «ossimoro vivente» riempie le cronache, fa notizia e ne rimane affascinato. Si avvicina al Partito Comunista, accolto con riguardo e simpatia da Togliatti, ma in punto di morte si converte e di tale conversione la Chiesa Cattolica menerà vanto, pubblicizzandola come una sua grande vittoria, nonostante i dubbi di molti sulla sua sincerità. Anche nella morte si esprime la sua ambivalenza: mentre riceveva i Sacramenti gli venivano recapitate contemporaneamente le tessere del Partito Repubblicano e del Partito Comunista. Un solo uomo, tante facce. «Un furioso individualista al servizio di se stesso». (Alberto Moravia) «…se va a un matrimonio vorrebbe essere la sposa, a un funerale il morto». (Leo Longanesi)