Un “gallo” eccentrico e matematico

Antonio Gallo
2 min readMay 6, 2022

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Il Libro

Renato Caccioppoli fu un eccentrico genio matematico napoletano. L’otto maggio del 1959 si tirò un colpo di pistola alla testa. Avevo dieci anni e ricordo i titoli dei giornali napoletani quando accadde questo fatto che alcuni amici, più grandi di me, studenti universitari, raccontavano con grande enfasi.

La sua esistenza fu caratterizzata da anticonformismo, ironia, da un suo ostinato procedere controcorrente e una vitalità prepotente. Forse tutto fu una reazione a una tendenza depressiva di fondo che cercava di acquietare bevendo e che, negli ultimi anni della sua vita, sembrò prendere il sopravvento.

La sua insofferenza si manifestò soprattutto con gesti eclatanti di protesta contro il regime fascista. Una sera pagò l’orchestrina di un locale per suonare la Marsigliese e poi tenne un discorso antifascista, alla presenza di gerarchi. Finì in manicomio. Solo l’intervento della zia, Maria Bakunin, chimica biologa, russa e napoletana, gli evitò il confino.

Nel 1938, quando il nipote Renato Caccioppoli, giovane matematico, figlio di sua sorella Sofia, fu arrestato per propaganda antifascista, riuscì a salvarlo dal carcere facendo credere che fosse incapace di intendere e di volere. Una donna con gli attributi.

Il 12 settembre 1943, durante l’incendio dell’Università di Napoli da parte dei soldati tedeschi, si sedette sui gradini della biblioteca e rimase immobile finché le truppe si ritirarono. Una vera Bakunin in difesa di un vero nipote che divenne celebre quando fece una passeggiata per le strade di Napoli con un gallo al guinzaglio.

L’intenzione era quella di irridere una delibera del partito fascista che proibiva agli uomini di passeggiare con cani di piccola taglia, per salvaguardare la virilità del maschio italico. La sua vita si spense in questa maniera drammatica dopo una serie di eventi che lo spinsero a una solitudine sempre più estrema, nel suo appartamento di Palazzo Cellamare. Gli ultimi contatti con il mondo esterno furono con barboni ed emarginati, con i quali si intratteneva e beveva.

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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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