Tecnosofia e ricordi digitali

Antonio Gallo
4 min readNov 5, 2024

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Il Libro

La tecnosofia è un concetto che unisce la tecnologia e l’umanesimo, proponendo una nuova forma di scienza. Essa esplora come la tecnologia possa rispondere ai bisogni umani, enfatizzando l’interazione tra progresso tecnologico e valori umani. Si mira a creare un dialogo costruttivo tra le discipline, suggerendo come una sinergia tra tecnologia e umanesimo possa guidare l’umanità verso un futuro migliore.

La tecnosofia si applica nella vita quotidiana attraverso diverse modalità che integrano tecnologia e umanesimo, migliorando vari aspetti delle nostre esistenze. Le tecnologie moderne, come le videoconferenze e i social media, hanno reso le interazioni più immediate e accessibili, abbattendo le barriere geografiche e temporali. Le piattaforme online offrono corsi e risorse educative, permettendo a chiunque di apprendere nuove competenze comodamente da casa.

Questo approccio democratizza l’accesso all’istruzione, consentendo un apprendimento flessibile e personalizzato. La tecnologia ha trasformato il modo di fare impresa, semplificando l’avvio e la gestione delle attività commerciali. Le aziende possono ora operare online, raggiungendo un pubblico globale senza la necessità di una presenza fisica. I progressi nella tecnologia dei trasporti hanno migliorato l’efficienza e la sicurezza dei viaggi.

Tecnologie come il GPS hanno reso più facile navigare e monitorare i mezzi di trasporto. L’uso della tecnologia nella sanità consente monitoraggi a distanza e consultazioni mediche virtuali, migliorando l’accesso alle cure per molte persone. Questo approccio è particolarmente utile per le persone con difficoltà a recarsi fisicamente in ospedale. Sostenibilità è la chiave per la gestione dei dati per il bene comune. Iniziative come la creazione di gemelli digitali delle città permettono di analizzare i consumi energetici e pianificare politiche sociali più efficaci.

Questo utilizzo dei dati può contribuire a formare comunità più sostenibili e resilienti. La tecnosofia si manifesta nella vita quotidiana attraverso l’integrazione in vari ambiti, promuovendo un progresso che tiene conto delle esigenze umane e sociali. Essa incoraggia un dialogo continuo tra tecnologia e valori umani, mirando a un futuro in cui entrambi possano coesistere armoniosamente.

L’anno 2002 è considerato l’inizio dell’era digitale, il momento in cui l’accumulo digitale dei dati ha superato quello analogico. Oggi, attraverso innumerevoli sensori messi in rete (internet delle cose), la bilancia pende per il 95% sul piatto del digitale e ogni anno produciamo un volume di dati paragonabile a quello generato nella storia dell’umanità precedente.

I dati hanno un valore, ma esistono dati non fruibili e non valorizzati: i nostri ricordi e soprattutto quelli delle persone anziane, quelle meno use al digitale. Come dar valore a quei ricordi?

Una prima possibilità è offrire alle persone anziane un interlocutore umano, magari un giovane adeguatamente formato che porti loro insieme all’evangelizzazione digitale necessaria nell’era della telemedicina, anche un’occasione di dialogo per registrare ricordi che rischiano di perdersi per sempre. Questo non serve solo a un popolo per mantenere solide radici identitarie, ma anche a uno Stato per impostare meglio, da una prospettiva storica, migliori strategie di sviluppo e servizi sociali più mirati.

Iniziative come i Granai della memoria di Davide Porporato e Piercarlo Grimaldi (3000 interviste a contadini, operai, artigiani, imprenditori, partigiani, ecc.) potrebbero essere moltiplicate in una pratica istituzionalizzata a livello nazionale. Il tutto rigorosamente dietro consenso, nel rispetto della privacy e con valorizzazione economica dei dati secondo quello che l’amico Maurizio Ferraris definisce webfare.

Esiste però un’alternativa offerta dall’intelligenza artificiale generativa, quella che parla il nostro linguaggio. Le migliori tecnologie digitali di traduzione del parlato in testo, di identificazione delle emozioni dal tono vocale e delle espressioni facciali che accompagnano la narrazione, e di interrogazione proattiva basata su un large language model alla Chat-GPT, potrebbero parimenti assolvere al compito.

Posto che la visita di esseri umani è notoriamente di conforto e indispensabile, specialmente nel caso di affetti da malattie (oncologiche, epilettiche, degenerative, ecc.), l’amica antropologa Cristina Cenci mi ha ammonito che non necessariamente le persone anziane potrebbero dialogare più facilmente con un simile in carne e ossa, piuttosto che farlo in totale autonomia con un surrogato digitale. Perché?

L’alleato digitale non giudica, neanche nell’inconscio che per altro non possiede. Non si stupisce di nostri errori o colpe. È lì per noi, quando vogliamo, fedele e nostro, se ben protetto sotto il profilo della security informatica.

Più complesso aprirsi con un simile, persino con un medico per corredare con racconti su come ci si sente, a corredo di dati misurati dai sensori della telemedicina. Tutto questo non tanto per l’effetto homo hominis lupus (gli interlocutori vengono in questo caso chiaramente in pace), quanto per barriere emotive e psicologiche. Temiamo il giudizio altrui, abbiamo difficoltà a fidarci, a coinvolgere altri nella nostra dimensione più intima.

Anche per questo sono convinto che presto avremo un alleato digitale al nostro fianco, ma ci arriveremo passo passo nelle prossime puntate di Tecnosofia.

Zafferano.news

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.