“Strisce di saggezza”, di Bibliomania e di Vanità
La bibliomania è un’antica patologia che qualcuno ha definito, in un libro di successo A Gentle Madness, una “gentile follia”. Tanto antica, quanto più moderna, sublimata dall’Informazione Tecnologica, figlia legittima di Gutenberg. Nelle sue vene scorre di continuo un inarrestabile fiume di informazioni le quali aspirano a diventare conoscenza.
Non sempre questo avviene, tutto continua a scorrere rimanendo in superficie, le acque sono sempre torbide ed agitate, spesso inquinate. L’informazione fa sempre più fatica a diventare conoscenza e la sapienza è destinata a restare purtroppo stupidità. Del resto i rischi li aveva già segnalati Qoelet qualche millennio fa, quando nel suo epilogo disse:
Oltre a essere saggio, Qoèlet insegnò anche la scienza al popolo; ascoltò, indagò e compose un gran numero di massime. Qoèlet cercò di trovare pregevoli detti e scrisse con esattezza parole di verità. Le parole dei saggi sono come pungoli; come chiodi piantati, le raccolte di autori: esse sono date da un solo pastore. Quanto a ciò che è in più di questo, figlio mio, bada bene: i libri si moltiplicano senza fine ma il molto studio affatica il corpo.
Tralasciando il monito finale nel quale invocava l’intervento divino, l’ammonimento di Qoelet continua ad avere un valore decisivo per capire come vanno le cose del mondo ed in quello dell’editoria in particolare. Nel nostro Paese è stato accertato che nel 2019 sono stati pubblicati in media 230 libri al giorno, una cifra considerevole.
E’ diventata una moda corrente partecipare a talk show e programmi televisivi nei quali ogni partecipante coglie l’occasione per fare pubblicità al suo ultimo libro. Si spera che lo spettatore tv, l’indomani, si affretti ad andare in libreria a comprare il libro, oppure che faccia il suo ordine online ad Amazon per averlo a casa il giorno seguente. Non si sa, poi, se lo leggerà.
Non è da meno la stampa. Tutti i giornali settimanali e quotidiani pubblicano recensioni, scrivono articoli nei quali si citano libri per i dovuti approfondimenti. Cosa buona e giusta, potremmo dire: ecco come l’informazione diventa conoscenza. Ma non sempre accade, anche se i tentativi non mancano e anche in buona fede.
Vi racconto cosa c’è dietro l’immagine che correda questo post. Sono sei “strisce di saggezza”. Per farvi capire cosa sono, devo necessariamente raccontarvi il contesto che, guarda caso, inizia dalla lettura che faccio sempre ogni domenica dei quotidiani che si occupano di libri.
Su “Il Giornale”, Luigi Mascheroni, giornalista, scrittore e docente universitario ha pubblicato qualche settimana fa una breve recensione che riproduco qui di seguito con il titolo: “Le strisce di saggezza di Piger, editore misterioso”. Titolo davvero invitante per uno come me che non sono soltanto figlio di una famiglia di tipografi post-Gutenberg, ma anche un dinosauro bibliomane. Mascheroni scrive:
Grandi misteri della piccola editoria. Ecco a voi le sottili strisce di saggezza di Gaston Piger (che poi è uno pseudonimo …) editore romano nato nel 2000, segretissimo, non svela chi è; non ha Isbn, è contattabile soltanto via mail (gastonpiger@gmail.com). Stampa opuscoli con punto metallico, formato striscia orizzontale, 12X6 cm, di 24–28 facciatine, a tiratura limitata, una trentina di copie a titolo. E che titoli: “La morale murale” di Alfred Jarry, “Scioccherie” di Chamfort, “Oracolo del sognatore” di Miguel de Unamuno … Sono sempre pensieri, motti, aforismi, di autori di ieri, (Gide, Svevo, Nizan …) e a volte di oggi come Aldo Nove (bellissime riflessioni sulla poesia) o Antonio Castronuovo imperdibili pensieri “pessimisti”). Il costo? L’editore non vuole niente, sceglie lui a chi offrire i suoi libricini. A volte, se proprio insistete a sdebitarvi, vi può chiedere in cambio un cappuccino”.
Se questa è la narrazione del contesto di questo post che riguarda quella patologia chiamata Bibliomania, devo anche dire che era ovvio che io, bibliomane, dinosauro, figlio di un tipografo postgutemberghiano, scrivessi a quell’indirizzo.
Ho avuto una risposta, ne è nata una sequenza comunicativa abbastanza stringata, dalla quale è nato l’arrivo, via “piego di libri” di Poste Italiane, di sette “strisce di saggezza” che ho scannerizzato e messo qui sopra a corredo del post.
Carissimo Gaston, (nota: dal caro, sono passato al carissimo, anche se le tue “strisce” me le hai date gratuitamente, a spese tue, in piego libri Poste Italiane) mi sono andato a rileggere la recensione di Mascheroni per cercare di capirne di più, mi sono reso conto di saperne di meno leggendo le tue “strisce”. Ti scrivo a “caldo”, mi riservo di “raffreddarmi” per dire quello che penso. Mi auguro che stanotte mi venga in sogno mio Padre (1906) vecchio tipografo post-Gutenberg e mi consigli cosa scrivere di questa tua avventura tipografica. Un abbraccio. Antonio (1939)
Finora non ho ricevuto una risposta da Gaston a questa mia ultima mail. Lui, credo che se l’aspetta per avergli detto che gli avrei scritto dopo di aver sognato mio Padre tipografo al quale avrei chiesto un parere, su cosa dire sulle sue “strisce di saggezza”.
Devo, però, anche dire che ho fatto una ricerca in Rete su questo “pseudonimo” nonchè bibliomane e ho scoperto che ha fondato una casa editrice, che:
“Gaston Piger non è nulla in particolare”. Ha fondato una casa editrice clandestina, Piger Edizioni, anarchica nei contenuti e soprattutto nella forma. Pubblica quello che gli pare e come gli pare — a Roma si direbbe come je rode (così come “Il fronte dell’ozzio” di Titta Marini, di cui Piger è grande estimatore, usciva quanno je rode). La sua collana preferita si chiama “strisce”, piccoli opuscoli ultratascabili, con cui, in cambio di caffè e cappuccini, spaccia roba strana come la traduzione inedita in Italia del leggendario aforista russo Koz’ma Prutkov. Ha due grandi passioni: l’anarchia e — pur essendo un bastardo (come si evince dal nome) trapiantato a Roma — la scuola genovese, ma De André su tutti.”
Devo pur concludere questo lungo post. Non intendo farlo diventare una “stroncatura” di Gaston Piger. Mio Padre non mi è venuto in sogno e non si è espresso sulle sue “strisce di saggezza”. Io le ho apprezzate per quelle che sono. Strisce, interessanti, utili, importanti, ma solo strisce informative.
Se Gaston Piger non vuole che esse siano come quelle di “striscia la notizia”, segnalazioni, intuizioni, provocazioni, ma diventino “virtute e canoscenza” (#Dante), dovrà seguire altre vie che non siano solo quelle di cui parla Qoelet: “Vanità delle vanità, vanità delle vanità, tutto è vanità”. Caro “Gaston Piger” non essere “vano” …