“Si sta come, d’autunno, sugli alberi, le foglie”

Antonio Gallo
2 min readFeb 9, 2024

L’8 febbraio 1888 nasce Giuseppe Ungaretti. L’autunno, i soldati. “Si sta come, d’autunno, sugli alberi, le foglie”. Questa famosa micro-poesia venne scritta nel bosco di Courton, sul fronte della prima guerra mondiale. Il testo si riferisce alla condizione dei soldati. Ma, in effetti, tutto lascia pensare che i “soldati” siamo tutti noi uomini che affrontiamo la battaglia della vita, giorno dopo giorno.

Basta un colpo di fucile a far cadere il soldato. Alla stessa maniera basta un colpo di vento della vita a farci cadere. Se i soldati sono gli uomini, la guerra è la metafora della vita in tutta la sua precarietà e provvisorietà, nonostante i tentativi di certezze che gli stessi uomini si costruiscono, stagione dopo stagione. Una condizione che riguarda tutti indistintamente.

Così si spiega quel “si sta”, freddamente impersonale e spietato nella sua drammatica e spesso dimenticata realtà. La velocità con la quale noi uomini rincorriamo i giorni della nostra battaglia esistenziale non ci permette di comprendere il senso di ciò che siamo e facciamo.

Certamente un modo come un altro per sfuggire a questa pesante, sempre presente incertezza che potrebbe rendere tutto instabile e precario se ci fermassimo tutti a fare le stesse considerazioni. Il mondo verrebbe ad una immobilità assoluta che nessuno uomo è in

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Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.