Realtà lineare e realtà circolare, occidente e oriente, uomini e natura

Antonio Gallo
5 min readFeb 1, 2025

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Foto@angallo

Una realtà lineare e una realtà circolare. Occidente e Oriente a confronto. Madre Natura e “Sterminator Vesevo”. Così ho scritto sotto questa foto su FB. Due realtà, due visioni del mondo a confronto. L’immagine mi ispira questo post. Vediamo come.

La realtà circolare. Un concetto profondo: “tutto scorre, tutto passa, tutto cambia e si trasforma”, tocca temi fondamentali della filosofia e della percezione umana. La realtà ha una natura ciclica. Si chiama vita. Molte culture e filosofie, come il pensiero orientale, enfatizzano l’idea che la vita sia un ciclo continuo di nascita, morte e rinascita.

Questo riflette la ciclicità delle stagioni, dei cicli naturali e delle esperienze umane. Evoluzione e cambiamento sono l’ovvia consequenza. Il concetto che “tutto scorre” (panta rhei) è attribuito a Eraclito, il filosofo greco che sosteneva che il cambiamento è l’unica costante nella vita. Ogni esperienza, ogni emozione e ogni situazione è temporanea e in continua evoluzione. Non ci resta che l’accettazione.

Riconoscere che “tutto passa” ci invita a riconoscere l’impermanenza delle cose. Questo può portare a una maggiore serenità interiore, poiché comprendiamo che anche i momenti difficili sono destinati a cambiare. In qualità di bibliomaniaco trovo ispirazione in questa idea, per esplorare le storie di vita e le esperienze personali attraverso i libri.

Ogni libro è una storia è unica ma parte di un grande ciclo umano. L’idea di una natura circolare della realtà invita a una profonda introspezione. Tutto questo mi è apparso evidente non appena mi sono trovato a fare questa foto durante il mio usuale footing ai piedi del Monte Saro, nella Valle dei Sarrasti.

E’ noto che il concetto di realtà circolare si intreccia profondamente con la filosofia della natura, in particolare attraverso il pensiero di Hegel e altri filosofi. Questo approccio offre una visione complessa della relazione tra l’idea, la natura e lo spirito. Hegel descrive la filosofia come un processo circolare, dove l’idea si sviluppa attraverso una dialettica che coinvolge tesi, antitesi e sintesi.

Il processo non è lineare; piuttosto, ogni fase ritorna a una nuova comprensione dell’idea originaria, arricchita dall’esperienza accumulata lungo il percorso. La natura come alienazione dell’idea. Egli la considera un’estrinsecazione dell’idea. E’ vista come un momento in cui l’idea si aliena da sé per poi ritornare a una forma di consapevolezza superiore attraverso lo spirito.

Questo riflette l’idea che la realtà non è statica, ma in continua evoluzione e trasformazione. La filosofia della natura può essere interpretata anche attraverso una lente teleologica, dove ogni elemento della natura è visto come parte di un processo unitario e finalizzato.

In un contesto del genere, la circolarità rappresenta l’interconnessione tra i vari aspetti della realtà, dove ogni fase contribuisce al raggiungimento di un obiettivo comune. Egli critica le visioni meccanicistiche che non riconoscono la sua dimensione spirituale. Per lui, la natura non è solo un insieme di fenomeni fisici, ma una manifestazione dell’assoluto che si realizza attraverso il processo dialettico.

Questo implica che ogni aspetto della realtà ha un significato e un posto all’interno di un sistema più grande e circolare. La connessione tra realtà circolare e filosofia della natura è profonda e complessa. Attraverso il suo pensiero, dialettica e teleologia si intrecciano per formare una visione del mondo in cui ogni elemento è interconnesso e contribuisce a un processo continuo di evoluzione e trasformazione. Una prospettiva che invita a riflettere sulla nostra posizione all’interno di questo ciclo più ampio della vita e dell’esperienza umana.

La realtà lineare. La concezione della storia varia in maniera molto significativa riflettendo due visioni del tempo e della realtà. Questa distinzione ha radici profonde nella filosofia, nella religione e nella cultura di ciascuna tradizione. La storia occidentale privilegia una realtà lineare per mezzo di un progresso e una conclusione.

Questa visione è fortemente influenzata dalla tradizione giudeo-cristiana, che concepisce il tempo come una successione di eventi che culminano in un’ apocalisse o in un giudizio finale. Non a caso Hegel considerava l’Occidente come la “fine della storia”, suggerendo che la civiltà europea rappresenti l’apice del progresso umano.

L’idea di progresso è centrale nella narrativa occidentale, dove le civiltà si sviluppano attraverso una serie di fasi evolutive. Questo approccio è evidente nelle teorie storiche dell’Ottocento, che cercavano di tracciare un percorso comune per tutte le società umane. La storia è quindi vista come un cammino verso una maggiore razionalità e libertà.

Alcuni pensatori, come Spengler, hanno messo in discussione l’idea di una storia universale lineare, sostenendo che ogni civiltà ha il suo ciclo di vita, con nascita, sviluppo e declino. Tuttavia, la predominanza della visione lineare rimane forte nella narrativa storica occidentale.

La Valle del Sarno e Sterminator Vesevo. Se le idee di circolarità e linearità dell’esistenza umana hanno caratterizzato la mia decisione di scattare questa immagine non appena mi sono trovato e identificare la situazione nella mia mente, ne è sorta un’altra quando ho guardato con attenzione la stessa foto ingrandita al pc.

Mi è subito apparso evidente il fatto che l’ambiente in cui mi trovavo aveva una sua storia la quale pesava, per così dire, su questa realtà. Mi spiego meglio dicendo che quella pista circolare non è altro che la trasformazione di quello che fu un “regio lagno borbonico” costruito secoli orsono per raccogliere le acque dalla catena montuosa del Saro.

Il disastro che colpì questo ambiente e la Città di Sarno è ancora nella mente di tutti, specialmente di chi ci vive, come il sottoscritto. Madre Natura non perdona, se non la si comprende nel suo mistero ciclico e imprevedibile. Questa Valle registra non a caso una ciclicità di catastrofi storicamente verificabile e attendibile.

Siamo portati a pensare che questa Natura, considerata crudele e imprevedibile, voglia e debba essere capita e prevenuta nei suoi pericolosi comportamenti. Prudenza vorrebbe saper costruire argini quando il fiume è in secca. Il che non accade.

Date uno sguardo a quella che è la realtà dei luoghi e vi convincerete che gli uomini sono sempre pronti a puntare sulla fortuna ignorando ogni forma di ragione e di prudenza. L’analisi e lo studio di questa foto non finisce qui. Tutto accade sotto gli occhi di quello che il Poeta chiamò “sterminator Vesevo”.

Lui sembra spento, ma tutti sappiamo che è vivo e sveglio. Continua a dominare col suo silenzio su una valle sempre più affollata e profondamente trasformata. Pompei resta una prova di quella che fu la sua azione devastante. Tutto questo nasce da un momento fissato nel tempo e nello spazio con un semplice scatto fotografico al cellulare.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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