Oltre il “mondo nuovo”: “Il Destino di Nuova Terra”

Antonio Gallo
10 min readJan 23, 2025

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Oriano Galvanini

Se penso agli anni che ho trascorso leggendo libri, mi accorgo che c’è stato un tempo nella mia vita in cui l’anno 2025 (d. C.) era una data di fantascienza. Ora che ci sono arrivato, però, mi accorgo di aver perso il senso di stupore con il quale in genere si legge la fantascienza. Non mi meraviglio più di niente.

Uomini “compagni” di uomini, donne “compagne” di donne, si uniscono ma non si sposano, famiglie multiple, uteri in affitto, banche di semi, se si desidera un figlio, si prende in prestito o a pagamento un utero e si prenota, basta compilare una scheda e te lo “faranno” come desideri, maschio o femmina, biondo o bruno.

Ho saputo di una donna che si è “unita” con un’altra donna. Desiderano un figlio. Hanno trovato il modo per farlo. Una delle due si è fatto dare il seme dal fratello. Da poco è nato un figlio desiderato. Tutto è possibile. Un vecchio e famoso scienziato ha dichiarato che l’amore tra gli esseri umani è l’amore vero, perchè non è detto che il vero amore serva solo a fare figli. Il vero amore nuovo.

Insomma, siamo oltre il “Mondo Nuovo”, romanzo di fantascienza di genere distopico scritto da Aldous Huxley nel 1932, quasi un secolo fa. La buonanima di mio Padre (classe 1906) lo aveva nella sua biblioteca. Ricordo che avevo una decina di anni quando lo presi tra le mani e cercai di leggerlo senza capirci alcunchè. Solo quando ebbi modo di studiarlo in inglese, durante gli studi all’università, riuscii a capirlo. Tutto mi era più facile. Almeno così credevo.

Con il tempo ho trovato conferma di quella realtà, man mano che “vivevo” in quel “tempo” che lo scrittore inglese aveva anticipato. Non solo lui. C’era anche il “grande fratello” di George Orwell che continua a far sentire sotto nuove spoglie la sua presenza. Questo tempo, che solo poco fa era ieri, che poi è diventato oggi, che non fa in tempo a passare, che è già futuro. Sono trascorsi oltre cinquanta anni e la ruota della vita continua a macinarlo. Un tempo sempre più nuovo.

Magico e romantico era quello di Giulio Verne e dei racconti letti su Urania, la famosa collana di fantascienza della mia gioventù. Mi accorgo che mi ritrovo “oltre”, molto ben oltre. Volete qualche esempio di quotidianità?

Quando agli inizi degli anni sessanta, solo poco più di mezzo secolo fa, decisi di andare in Inghilterra a studiare la lingua, ci impiegai 45 ore per arrivarci. Napoli Roma, Parigi Express, Gare de Lyon, Gare du Nord, Calais Dover, Dover London Victoria Station. Oggi ci vai in un paio d’ore.

Scrivevo a mia Madre una lettera alla settimana via British Mail — Posta Italiana. Non avevamo ancora il telefono. Mio figlio oggi è a Londra per una conferenza di lavoro, mi relaziona in video in tempo reale.

Ricordo che quando ci trasferimmo nella nuova casa, agli inizi degli anni ottanta, per entrare nel parco del condominio, aprii il cancello scorrevole con un oggetto misterioso chiamato telecomando. Mio Padre non credeva ai suoi occhi. Per lui era magìa dell’energia compressa.

Abbiamo assistito all’elezione del nuovo Presidente americano in diretta. Con discrezione, ma in segreto, passano sulla nostra testa centinaia di satelliti. Altri migliaia arriveranno. Grazie al mio smartphone, sono in quotidiano contatto con amici in tutto il mondo, in Giappone o Nuova Zelanda, New York o Los Angeles.

Quanto prima Amazon mi consegnerà a casa i miei amati libri cartacei con un drone alla mia porta. Il libro di cui intendo qui parlare, mi è arrivato sul mio smartphome in digitale. Per leggerlo meglio, ho chiesto all’autore di inviarmi una copia cartacea.

Per comprendere il suo lavoro, ho scaricato l’intera Saga del libro in versione Kindle. Avevo bisogno di comprendere il contesto. Si parla di “destino” quello del pianeta Terra. Ho capito così che è in ballo il nostro futuro, quello degli uomini.

L’oltre di cui parlavo prima, è arrivato. Ho appena iniziato a leggerlo e mi spaventa. L’oltre di cui parla Oriano Galvanini in questo suo ultimo libro, parla di destino. Anche del mio destino.

Il Libro

Ma chi è Oriano Galvanini? E’ uno scrittore italiano, noto per le sue opere di narrativa, tra cui romanzi di fantascienza e thriller. Ha una formazione unica, avendo lavorato come ufficiale marconista su navi mercantili negli anni ’60. Coincidenze temporali.

Mentre lui navigava il mondo per mare come marconista, io navigavo nel cervello umano in un ospedale mentale in Inghilterra dove lavoravo come studente infermiere. Ognuno ha le sue esperienze. La sua ha influenzato il suo stile di scrittura e le tematiche delle sue opere.

Oriano ama esplorare un futuro distopico segnato da catastrofi ambientali. I temi più discussi includono sopravvivenza e resilienza. Inventa personaggi che affrontano situazioni estreme in contesti distopici, dove la natura umana è posta sotto pressione.

I suoi personaggi sono sempre molto complessi e ben sviluppati. Mistero e giustizia caratterizzano la sua ricerca nella quale la verità è centrale. La trama è inevitabilmente carica di tensione. L’esplorazione e lo sfruttamento dello spazio caratterizza la triologia “La Saga della Fenice”.

Si affrontano temi di colonizzazione e interazione con altre specie. Questa sua ultima opera fa seguito ai precedenti lavori che si realizzano in un arco di tempo che a me pare misurabile soltanto in termini di infinito. Lo stesso autore, in una sua nota, cerca di dare una sistemazione logica spaziale e temporale ai contenuti della sua scrittura.

In ROMA, la prima opera, porta il lettore dal 25 A.E.C. al 15 E.C. Ne La Saga della Fenice lo guida dal 1960 E.C. al 2200 E.C. In HELIOS siamo in pieno 2800, con questa ultima scrittura di “Il Destino della Nuova Terra” viaggiamo nel 3200.

Oriano Galvanini, già provetto marconista, si muove in uno spazio narrativo che è ben oltre il “mondo nuovo” a cui ho accennato prima. Sincronia, diacronia, ucronia e acronia sono le parole chiave nelle quali, per mezzo di un tipico entaglement quantistico, lo scrittore riesce a far entrare il suo lettore.

Sincronia, diacronia, ucronia e acronia sono concetti che, sebbene originariamente sviluppati in ambito linguistico e filosofico, trovano applicazione anche nella sua narrativa, come in particolare nella fantascienza e nei generi letterari alternativi.

La sincronia rappresenta lo studio di un fenomeno in un dato momento temporale, analizzando le relazioni tra elementi contemporanei. Nella narrativa, questo può tradursi in racconti che si concentrano su eventi e interazioni che avvengono simultaneamente, senza esplorare il loro sviluppo nel tempo.

La diacronia si occupa, invece, dell’evoluzione e del cambiamento dei fenomeni nel tempo. Nella sua scrittura, questo approccio è utilizzato per raccontare storie che seguono l’evoluzione di personaggi o eventi attraverso diverse epoche, mostrando come le circostanze cambiano nel corso della storia.

L’ucronìa è un genere narrativo con il quale esplora scenari alternativi a eventi storici reali. Essa immagina come sarebbe stata la storia se determinati eventi fossero andati diversamente. Un genere molto presente nella fantascienza e nella narrativa storica alternativa, dove si interrogano le conseguenze di scelte storiche diverse.

L’acronia, al contrario, si riferisce a situazioni o eventi privi di una collocazione temporale definita. Nella narrativa, questo può manifestarsi in maniera che sfuggono alla linearità temporale, presentando eventi che non seguono una sequenza cronologica tradizionale. Questi approcci sono utilizzati per esplorare e proporre a chi legge idee di viaggio nel tempo o in universi anche non paralleli.

Questi termini offrono strumenti analitici per comprendere e costruire narrazioni complesse. La sincronia e la diacronia permettono di esaminare le relazioni temporali tra eventi, mentre l’ucronia e l’acronia introducono elementi di speculazione e creatività che sfidano le convenzioni temporali tradizionali.

Oriano Galvanini cerca di esplorare non solo ciò che è stato, ma anche ciò che avrebbe potuto essere o ciò che trascende il tempo stesso. Ho letto questa sua ultima opera e estratti delle altre. Credo che il segreto della sua scrittura sia da ritrovarsi in queste quattro parole. Mi viene legittimo chiedere se leggere libri di fantascienza come questi abbia ancora senso in un mondo dove la realtà supera sempre più spesso la fantasia.

Questa è una letteratura che offre una metafora della realtà. Anzi, la violenta, sfruttando anche gravi problemi attuali come il cambiamento climatico, la tecnologia e le dinamiche sociali, credendo di stimolare riflessioni critiche sul presente e sul futuro. Temo, però, che non offra visioni positive o soluzioni possibili.

Non mi pare essere una forma di fantascienza che possa fungere da strumento di elaborazione per immaginare alternative e avvertire sui rischi, contribuire a plasmare la nostra comprensione del mondo. Leggendo questo libro, il lettore scopre che molte delle sue idee idee si sono trasformate in realtà.

Ciò dimostra l’influenza reciproca tra narrativa e progresso scientifico. Ma molto spesso il risultato è negativo o disastroso. Il lettore resta sorpreso, ma anche spiazzato, scioccato e perplesso. Come quando scopre che il protagonista sta in un ufficio al trecentesimo piano di un edificio da qualche parte.

Nella “Saga della Fenice”, Oriano Galvanini incorpora dettagli biografici significativi, riflettendo la sua esperienza come ufficiale marconista. Il protagonista, Giorgio, è un giovane marconista che vive avventure in mare, parallele ai viaggi dell’autore negli anni ’60. La trama ruota attorno alla scoperta di una misteriosa organizzazione, La Fenice, che mira a portare pace e benessere nel mondo.

Galvanini utilizza la figura del marconista per illustrare l’importanza della comunicazione e della tecnologia, elementi che ha vissuto direttamente nella sua carriera. La saga esplora temi di utopia e distopia, collegando le esperienze personali a una narrazione più ampia.

L’autore mi ha inviato un estratto del libro in anteprima. Ho avuto qualche difficoltà a leggerlo in formato digitale. Ho ricevuto cortesemente una copia cartacea e sono riuscito a leggerlo non senza difficoltà. Quando l’autore nel prologo introduce il lettore nel contesto mi sono subito sentito “oltre” i limiti del possibile, catapultato nel 3200 dell’era cristiana.

Ho dovuto cercare aiuto nei canonici interrogativi che mi pongo sempre quando affronto la lettura di un libro. “Chi-cosa-dove-quando-perchè”. Sono le cinque costanti-variabili sulle quali ogni libro viene costruito. Quali siano le più importanti, sia che li si riferisca al contenuto del libro che a chi l’abbia scritto, è compito preciso di un lettore attento se vuole comprendere il valore oltre che il senso del libro.

Mi spiego: io penso che ogni uomo sia riportabile ad un libro, la sua vita può essere simile a quella di un libro. Se, quindi, ogni uomo è un libro, è necessario che di un libro abbia i dovuti riferimenti di lettura: chi-cosa-dove-quando-perché, per l’appunto.

Allora, la domanda è: per chi scrive libri come questi, un autore di fantascienza, oggi, secondo ventennio del terzo millennio dell’Era Cristiana? Chi li legge, sa leggerli? Cosa si propone lo scrittore quando decide scrivere libri di questo genere? Perché dovrebbero essere scritti, e poi letti, se basta invece vivere la comune quotidianità che ognuno di noi è costretto a conoscere?

Personalmente non amo molto i romanzi, sono soltanto storie inventate. Quella che gli anglosassoni chiamano fiction. Mi basta la cronaca quotidiana che spesso supera la migliore fantasia. Per non parlare poi dei personaggi che ogni giorno compaiono sul palcoscenico della vita. Mescolare poi cronaca e scienza mi sembra operazione quanto mai rischiosa.

Amavo questo genere quando ero giovane, dinosauro come mi sento oggi, leggere questa realtà letteraria mi pare impossibile. Non so più distinguere nella storia personale del mio vissuto dove inizia la fantasia e inizia la realtà. Abbonda, esonda la fantasia, mi incalza e mi rincorre la scienza.

Oriano Galvanini ha scritto oltre mille pagine di pura, purissima fantascienza. Leggere libri di fantascienza oggi può rivelarsi una scelta culturale utile e stimolante, ma anche una lettura difficile, soprattutto in un mondo in costante evoluzione. Non si tratta di cercare intrattenimento, ma anche di riflettere su temi futuri, il nostro destino, appunto. E quello della razza umana. Quei temi attuali restano cronaca.

La fantascienza affronta spesso questioni contemporanee come l’intelligenza artificiale, i disastri ambientali e le migrazioni, rendendo le sue narrazioni non solo immaginative, ma anche profondamente connesse alla realtà odierna. Opere che tentano di esplorare paure e speranze legate ai progressi tecnologici, anticipando scenari che possono sembrare distopici ma che riflettono le nostre ansie attuali.

Leggere fantascienza può anche servire come un potente strumento educativo. I romanzi distopici, ad esempio, offrono spunti di riflessione sulla società, sulla politica e sulla libertà individuale. Opere come quelle di Huxley e Orwell non solo intrattengono, ma fungono da monito sulle conseguenze del totalitarismo e della sorveglianza.

Libri come quelli di Oriano Galvanini possono incoraggiare i lettori a sviluppare una mentalità critica nei confronti delle innovazioni scientifiche e delle loro implicazioni etiche.

Queste opere non solo intrattengono ma stimolano anche discussioni su ciò che ci riserva il futuro. Leggere la sua fantascienza è non solo un modo per evadere dalla realtà, ma anche un’opportunità per esplorare idee complesse e attuali. Ci permette di immaginare futuri alternativi e di riflettere su questioni fondamentali della nostra esistenza, rendendola un genere essenziale nel panorama della realtà esistenziale contemporanea.

Molti dei progressi che oggi consideriamo normali, come i droni, la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale, sono presenti nella sua scrittura. Ci sono chiare situazioni narrative legate a concetti di robotica e automazione che ora sono parte integrante della nostra vita quotidiana. Non si tratta solo di prevedere il futuro. Oriano riflette anche le ansie e le preoccupazioni della società contemporanea.

Abbiamo bisogno di progetti che elaborino, aldilà di ogni possibile scienza e fantasia, un’idea di destino per una Nuova Terra, per un diverso pianeta. Confesso che non mi piace la copertina di questo suo ultimo libro. Dinosauro come mi sento e penso di essere, non vorrei finire nella fauci di questo “collega”. Non deve esserci fantasia e scienza peggiore di quella realtà nella quale si muovono i 29 personaggi del suo racconto.

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Antonio Gallo
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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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