Oggi nacque il romanzo moderno
Il 24 novembre è il compleanno di un prete anglicano vissuto nel 18° secolo, molto noto ai suoi tempi per le sue relazioni sentimentali. Nacque nella contea di Tipperary in Irlanda, nel 1713. Scrisse un libro rivoluzionario, un’opera letteraria che è alla base del romanzo moderno: “La vita e le opinioni di Tristam Shandy, Gentiluomo”. Una storia che si dipana per circa ottocento pagine, ma che non stanca e non annoia mai. Un flusso continuo della coscienza che ricorda la bacheca dei moderni social network. L’autore inizia il romanzo facendo alcune fondamentali considerazioni sulla propria vita a partire dalla sua nascita. Cerca di dare una risposta, ma non credo ci riesca. Non ci sono riuscito neanche io. Considerazioni sulla propria vita: “Vita e opinioni del gentiluomo Tristan Shandy”:
Capitolo I
“Avrei desiderato che mio padre o mia madre, o invero tutti e due, poiché era parimente dovere di entrambi, avessero badato a quel che facevano quando mi generarono. Se avessero debitamente considerato tutto quanto dipendeva da quel che allora erano intenti a compiere, che cioè non solo la creazione di un essere razionale era in giuoco, ma presumibilmente che la felice formazione e costituzione del suo corpo, forse il suo genio, il vero e proprio stampo del suo spirito, anzi, per quanto ne sapessero loro, persino le fortune di tutta la sua casa avrebbero potuto dipendere dagli umori e dalle disposizioni prevalenti in quel momento; se essi avessero debitamente soppesato e valutato tutto ciò e agito in conformità, sono fermamente convinto che nel mondo avrei fatto ben altra figura di quella in cui forse apparirò al lettore. Credetemi, brava gente, questa non è cosa di così poco conto come molti di voi potrebbero essere indotti a credere; voi tutti, suppongo, avrete sentito parlare degli spiriti animali, di come essi siano trasfusi di padre in figlio, ecc., ecc., e di un’infinità di altre cose al riguardo. Ebbene, potete credermi sulla parola che nove parti su dieci della sensatezza o dell’insensatezza d’un uomo, dei suoi successi o insuccessi in questo mondo dipendono dai loro movimenti e dall’energia della loro azione, dai differenti ambienti e ordinamenti in cui li collocate, di modo che, una volta che vengono lasciati mettersi in moto, nella direzione giusta o sbagliata, — e non è una bazzecola, — se ne vanno disordinatamente come pazzi sfrenati; e a furia di battere e ribattere lo stesso percorso, in breve tempo se ne fanno una strada piana e liscia come un viale di giardino, dalla quale, una volta che vi siano avvezzi, neppure il Diavolo in persona sarà talvolta in grado di allontanarveli.
“Scusa, caro”, disse mia madre, “non hai per caso dimenticato di caricare l’orologio?”
“Buon Dio!” gridò mio padre, sbottando in un’esclamazione, ma badando allo stesso tempo di moderare la voce. “Hai mai donna, dalla creazione del mondo, interrotto un uomo con una domanda così sciocca?”
Scusate, che stava dicendo vostro padre?
Nulla …”