Non solo gli uomini russi sono matti, anche le donne …

Antonio Gallo
2 min readMar 30, 2022

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Ha osato infrangere un tabù e rivendicare libertà sessuale per le donne. Paladina del libero amore Aleksandra Kollontaj, nata a Domontovič nel 1872, il 31 marzo, una vita da rivoluzionaria, ha collezionato una imponente serie di primati: prima donna eletta al Comitato esecutivo del Soviet di Pietrogrado, prima donna al mondo membro di un governo, «Commissaria del popolo» per l’assistenza sociale, prima donna a ricoprire la carica di ambasciatrice, una delle diciassette donne delegate all’Assemblea della Società delle Nazioni. Animatrice della corrente Opposizione operaia, fu espressione del dissenso interno, cui rinunciò per allinearsi, non senza dolorosi compromessi, alla disciplina di partito, riuscendo a superare indenne,pur se in uno stato di continua, ansiosa incertezza per la sua sorte, il periodo delle purghe staliniane, mentre vedeva intorno a lei scomparire a uno a uno i suoi compagni di battaglie e i suoi ex amanti. La sua non fu però solo la carriera di una rivoluzionaria, Aleksandra fu antesignana del femminismo in versione bolscevica e soprattutto sostenitrice del libero amore. Tra le organizzatrici del 1° Congresso delle lavoratrici russe, si impegnò perché le donne ottenessero il diritto di votare e di essere elette, pari salario rispetto agli uomini, diritto al divorzio e all’aborto (poi abolito da Stalin). Pur contraria al matrimonio, si sposò due volte. La prima, per sottrarsi alla tutela dei genitori, con un cugino dal quale divorziò presto. Visse poi una lunga, appassionata relazione con AleksandrSljapnikov, un «compagno» operaio metalmeccanico di tredici anni più giovane (messo a morte da Stalin). In seguito ebbe un altro grande amore che alla fine sposò, Pavel Dybenko, marinaio rivoluzionario divenuto ammiraglio (anche lui messo a morte da Stalin): questa volta la differenza di età era di diciassette anni. La vita sessuale «scostumata» liberamente esibita le valse spesso le maldicenze velenose e le allusioni sarcastiche dei «compagni», ma la Kollontaj non si lasciò intimidire. Convinta che il matrimonio fosse un’ulteriore forma di sfruttamento della donna, riteneva la libertà sessuale premessa alla realizzazione di una libera società socialista, e continuò a rivendicare per le donne pari diritti politici, sociali, economici, ma anche sessuali, rispetto agli uomini.

Almamatto. Un matto al giorno

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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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