Noi, il tempo e le cose …
Giorni fa ho postato su FB il pensiero che vedete qui sopra. Ermetico quanto volete, come lo ha letto qualcuno. Abituati come siamo ormai alla “liquidità” del mezzo, non siamo più capaci di “solidificare”, dare un senso alle cose. Neanche i pensieri.
Un’altra amica, al contrario, ha trovato la foto “intensa”. Il termine giusto per rispondere alla domanda che ci si pone guardando all’immagine qui sotto con la quale ho voluto ricordare mia Madre.
Alla naturale domanda: “che ci fa tua madre su di uno scaffale, in una foto scattata tra libri?”, la risposta sta proprio in questa “intensità” nella quale si sciolgono gli anni e con essi i ricordi. In un contesto del genere, la micro statuetta della sirenetta di Copenaghen fa il resto.
Elementi diversi, lontani, e forse contrastanti. Ma soltanto in apparenza. Il tempo non può, appunto, “sistemare” le “cose” quando accadono. Te le fa capire. A “sistemarle” siamo noi, sono io a farlo oggi, a distanza di cento anni, mentre scrivo questo post.
A mia Madre sarebbe piaciuto fare la Maestra. Parliamo degli anni venti del secolo e del millennio trascorsi. Ma, come sempre, gli esseri umani sono condizionati dal tempo e dallo spazio.
Se quelli erano i tempi, lo spazio nella quale mia Madre si trovò a vivere fu quello della Valle di Tramonti, definita Terra Operosa, tra casali, pievi, uomini e poderi, la matrice rurale della Costa d’Amalfi.
Una definizione letteraria, sottotitolo di un libro scritto su quei luoghi dove Lei visse e mi fece venire alla luce. Ma questa è, appunto, solo letteratura.
Cento anni danno il nome al secolo, in questo lasso di tempo un mondo nuovo e diverso è sorto, ed ancora un altro sconosciuto ne seguirà, in un succedere senza fine, fino a quando poi non ci sarà più fine.
Così ho scritto in un provvisorio messaggio per Elsa, l’amica che ha definito l’immagine “intensa”. Ecco il post promesso. Dovrei, a questo punto, mettermi a descrivere le differenze tra quelle due Valli che caratterizzano questo spazio di tempo.
Credo di averlo già fatto quando ho cercato di capire e “sistemare” le “cose” che il tempo mi ha fatto comprendere. Due Valli, quella di Tramonti e quella dei Sarrasti, di cui ho parlato in questo post qualche anno fa.
Grazie, Elsa, per avermene data la possibilità.