“Niente che sia oro dura”

Antonio Gallo
3 min readJul 29, 2023

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Foto@angallo

Se c’è una cosa di cui tutti abbiamo paura, questa cosa è il cambiamento. Una parola che fa venire i brividi, causa tensione ed apprensione. Tutti vorremmo, forse, che le cose restassero così come sono. Vorremmo continuare a godere di ciò che abbiamo conquistato e ben conosciamo.

Ho detto forse, perché a molti, invece, piacerebbe cambiare sempre, sostituire il presente con il futuro. Altri vorrebbero prolungare il passato nel presente. Resta il fatto che niente resta. Anche se sembra che tutti amiamo e rincorriamo le novità.

La verità è che tutti abbiamo paura del nuovo, dell’avventura del domani che ci aspetta, del futuro che ci dobbiamo inventare. C’è una bellissima poesia del poeta americano Robert Frost che focalizza in poche parole la sua attenzione su questo concetto.

Otto semplici versi per esprimere questa idea e trasmettere a chi legge la sua angoscia. Ve la propongo in lingua inglese seguita dalla versione in lingua italiana. E’ inutile che io dica che ogni traduzione è un tradimento.

Nothing Gold Can Stay/Nature’s first green is gold,/Her hardest hue to hold./Her early leaf’s a flower;/But only so an hour./Then leaf subsides to leaf./So Eden sank to grief,/So dawn goes down to day./Nothing gold can stay.

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Niente che sia d’oro dura/In Natura il primo verde è dorato,/e subito svanisce./Il primo germoglio è un fiore/che dura solo un’ora./Poi a foglia segue foglia./Come l’Eden affondò nel dolore/Così oggi affonda l’Aurora./Niente che sia d’oro dura.

Breve poesia, struggente nella sua tristezza. Mette il lettore di fronte alla sua realtà esistenziale, la sua limitata esperienza, la sua mortalità, l’evanescenza della giovinezza e dell’innocenza. Tutte le cose devono concludersi. Frost evidenzia questo concetto nei primi quattro versi e in quello numero 7.

La giovinezza è qui rappresentata col suo primitivo, originario colore: l’oro, la prima foglia e l’alba. I versi descrivono la bellezza giovanile, ma anche la volatilità della natura. Quel verde che non dura, solo un’ora e l’alba sfuma nel giorno. Non la si può fermare.

Un altro concetto sviluppato dal poeta è quello della brevità della vita, nell’evolversi del suo ciclo con il quale il lettore deve confrontarsi. Foglia succede a foglia, una legge alla quale nessun essere nell’universo può sfuggire.

Non potettero sfuggire a questo destino nemmeno chi, nell’Eden, ebbe la fortuna di abitare. Dal loro destino furono costretti a precipitare nel dolore. Dovettero affrontare l’inevitabile corruzione. Essi persero così l’originaria innocenza. Tutte le cose belle sono destinate a finire. Anche l’oro dell’estate diventerà dorato in autunno prima di consumersi definitivamente.

Un altro poeta descrisse quelle foglie “hectic red”“malaticce” -. Qualche altro disse “tutto scorre”, nell’ineluttabilità del cambiamento. L’elemento allegorico è presente nella breve poesia e si manifesta realisticamente nelle foglie che si trasformano. Noi non siamo altro che foglie sull’albero della vita.

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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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