Nessun uomo legge mai lo stesso libro due volte

Antonio Gallo
3 min readJan 15, 2022

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Pensa a un libro che hai letto che ti ha cambiato la vita. Ora pensa a tutte le cose che sono cambiate da quella lettura. Nel mondo. In te. Forse anche nella tua comprensione della scienza o della storia o della biografia della persona che l’ha scritta.

Tutto questo è il motivo per cui devi andare a prendere quel libro, in effetti tutti quei libri che ti hanno influenzato, e leggerli di nuovo. «I libri sono rimasti gli stessi», disse una volta Italo Calvino, «ma di certo siamo cambiati noi e quindi, questo incontro successivo è del tutto nuovo». Oppure, come disse quel poeta prediletto di Marco Aurelio, Eraclito, “nessuno cammina mai due volte nello stesso fiume, perché non è lo stesso fiume e non è lo stesso uomo”.

Man mano che cambiamo, i nostri contesti cambiano, cambia anche ciò che scopriamo e otteniamo dalla lettura di un libro. Per questo Marco leggeva Epitteto quando era in linea per il trono e quando era imperatore. Il libro che leggeva a 25 anni era sempre con lui e ogni volta che lo leggeva era diverso.

Questo è il motivo per il quale, quando io stavo leggendo Epitteto per la prima volta, attraversando la Manica su quel battello diretto a Dover e poi London/Victoria oltre mezzo secolo fa, e quando lo rileggo oggi, mi accorgo che davvero quell’acqua non è mai la stessa. Dobbiamo tornare ancora e poi ancora ai nostri libri e scrittori preferiti, per scoprire che non solo i libri non sono gli stessi, ma anche noi che li leggiamo. Ri-leggere non è come leggere.

Con così tanti libri che escono ogni anno, e così tanti libri meravigliosi scritti negli ultimi 3000 anni circa che non ho ancora letto, perché dovrei leggere di nuovo un libro? Facile, se ami leggere. I libri sono come le persone. Alcuni li incontri una volta e basta. Alcuni vuoi conoscerli meglio e ogni volta che sei con loro ne scopri di più.

Alcuni sono vecchi amici che non vedi da anni ma incontrarli di nuovo è una gioia. Molti dei miei libri sono vecchi amici, voci familiari e confortanti in tempi di stress e, ancor di più, promemoria stimolanti di quanto sia possibile capire e rappresentare molto bene il nostro mondo spesso sconcertante.

La rilettura arricchisce. Non riesco ancora a godermi un’opera di Shakespeare senza leggerla due volte di seguito per far emergere chiaramente i suoi schemi e le sue idee. Non tutte le letture richiedono lo stesso tipo di ri-lettura. Ci sono compensi speciali e diversi per aver riletto un libro da molto tempo.

Scopri così tanto che hai dimenticato, e così tanto che prima non eri stato in grado di vedere, tante cose che non eri abbastanza maturo per riconoscere e valorizzare. Come disse una volta Goethe, “il diavolo è vecchio, invecchia tu stesso per capirlo”. Lo stesso vale per i libri. La rilettura scopre non solo cose nuove su ciò che hai letto prima, ma anche cose nuove su te stesso.

La rilettura è centrale per la coerenza di una cultura. Le società hanno un corpo di testi, non sempre scritti, in comune. Le religioni hanno testi che vengono regolarmente riletti ritualmente e talvolta anche memorizzati, come la Bibbia o il Corano. Le comunità nazionali hanno i loro testi: nelle scuole pubbliche di molti paesi si leggono testi letterari nazionali, come ad esempio, in alcume scuole degli USA si leggono frammenti della Dichiarazione di Indipendenza e la Costituzione.

Altri paesi hanno testi letterari che vengono riletti o rievocati regolarmente; non averli letti a scuola è (o era) in qualche modo scandaloso: “Faust” in Germania, “La Divina Commedia” in Italia, o, nel mondo anglofono, Shakespeare, che è stato anche dichiarato poeta nazionale da una varietà di culture.

Molte di queste opere rivendicano lo status internazionale di quelli che sono detti “grandi libri”. Rileggerli, e persino memorizzarne parti, significa dichiarare l’appartenenza a un mondo più ricco della propria comunità fisica. Naturalmente, non tutti i libri meritano una rilettura, ma tutti stimolano, hanno la forza e le qualità di sollecitare i ricordi.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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