Mi perdoni, Santo Padre …

3 min readApr 25, 2025

Il post che segue lo pubblicai sul mio blog unideadivita il 14 giugno 2014. Riguardava il tema dell’ipocrisia. Merita di essere riletto nell’attualità della scomparsa di chi certamente tutto è stato nello svolgimento del Suo alto uffizio tranne che ipocrita.

Ipocrita continua ad essere chi lo tira per la tiara, sfila davanti alla sua bara, lo commemora in video, in audio, per iscritto o in digitale, al bar o anche sull’altare. Ipocritalia come sempre. Specialmente quando politica e religione si mescolano in quell’aria così miscelata nella quale ci troviamo a vivere.

Sfido chiunque a smentire questa realtà. Siamo diventati un popolo di grandissimi ipocriti, o lo siamo sempre stati? Predichiamo in un modo e razzoliamo in un altro. Ci salviamo soltanto per quel 90 per cento di funerali che vengono celebrati in chiesa. Si vede che l’ultima cosa che c’è rimasta a farci fregare dalla paura è la morte …

Ho postato questa immagine sulla mia bacheca di FB con il testo di uno degli ultimi “tweet” che Papa Bergoglio ha lanciato in rete. Ho scritto nel commento che se tutti facessimo in questo modo, ci sarebbe guerra guerreggiata e continuata. Triste dirlo, ma credo che ci salvi proprio l’ipocrisia. Non so se mi spiego. Provate a dire al vostro vicino quello che pensate di lui quando non riesce ad educare i suoi cani e a non farli abbaiare a tutte le ore, tenendoli chiusi nel piccolo appartamento e lasciandoli soli quando tutti sono fuori. Ogni qualvolta gli animali sentono salire e scendere qualcuno per le scale, iniziano ad abbaiare senza mai smettere. Una notte, stavo per chiamare i carabinieri. I due cani hanno abbaiato fino all’una del mattino, quando i padroni sono rientrati.

Vi sembra una cosa di poco conto? Forse e’ vero. Papa Francesco, ne sono sicuro, sapeva bene quello che diceva. Certamente si riferiva a cose ben piu’ serie. Ma questo non peggiora ancora di più la situazione? Lui, doveva dire quello che ha detto per forza di cose. Dal pulpito, in piazza San Pietro oppure in un tweet. Mica poteva tradire il comandamento “non dire falsa testimonianza”!. A pensarci bene, e’ questo il punto. Mi sa che sono proprio i dieci comandamenti l’origine del tutto. Vediamo di capirci meglio.

Osservava La Rochefoucauld che «l’ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù». La si disprezza, commettendo così il primo atto ipocrita, quando invece è ciò che rende la vita vivibile, la convivenza possibile, vuoi facendo attenzione a non ferire inutilmente l’altro, vuoi dicendo qualche bugia per evitare conflitti. Nella vita privata, un po di tacita ipocrisia fa parte del gioco, delle buone maniere, e nessuno la contesta più di tanto.

Nella vita pubblica, specialmente in politica, può essere un’altra faccenda. E tutto il mondo è paese. Dei nostri politici si vuol conoscere tutto, il vero “dietro la maschera” del potere, non dicendo mai ciò che è al di là del cliché dei vizi privati e delle pubbliche virtù. Spesso, senza una “sana” ipocrisia non è possibile sopravvivere.

Sostenendo sempre la verità, voi credete sia possibile campare? Chi dice di si’, ne sono più che convinto, è “uno che interpreta una parte”. In politica, e in generale nel “mestiere di vivere”, l’ipocrisia e’ uno strumento essenziale per assicurarsi la vita e il “suo” poter vivere. Mi ricorda il titolo di un famoso libro di Cesare Pavese che piaceva tanto a mio Padre il millennio scorso.

“Il potere logora chi non ce l’ha”, e’ un’altra espressione che è entrata nei libri di scuola, a ragion veduta. Quante sono state le “maschere” della duplicità nella storia umana? Senza ipocrisia, purtroppo, c’è soltanto la dittatura. Questa gioca la partita a carte scoperte.

L’ipocrisia, il cui concetto affonda le radici nel teatro greco (gli ipocriti erano attori classici, il termine “hypokrisis” significava «interpretare una parte») è considerata un peccato capitale, anche se le menzogne, le mezze verità, i “doppi livelli” sono il carburante necessario a far girare le ruote non solo della democrazia, ma della vita. Ci sono tante ipocrisie, mascherate da verità, e bisogna imparare a distinguere.

Chi e’ senza peccato, scagli la prima ipocrisia. Mi perdoni, Santo Padre …

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Antonio Gallo
Antonio Gallo

Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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