Memorie inglesi
10 Novembre 1960: in seguito alla sua assoluzione al processo di alto profilo, il romanzo di D. H. Lawrence “L’amante di Lady Chatterley” vende 200.000 copie in questo giorno nel 1960, il primo giorno in cui è legalmente consentita la pubblicazione, e circa trent’anni dopo la morte del suo autore.
Ricordo che ero a St. Albans, a nord di Londra, a lavorare in un ospedale mentale, quando la Penguin pubblicò l’edizione popolare di questo libro la cui copertina riproduco qui sopra. Costava soltanto “three and six”. Erano i “ruggenti anni sessanta”. Eravamo tutti più giovani, tutti in Inghilterra a studiare l’inglese che emergeva giorno dopo giorno e rodeva spazi al francese. Tutti a Carnaby street a vedere Mary Quant e le minigonne, a sentire alla Radio e in TV gli “scarafaggi” di Liverpool.
Ci passavamo il libro di Lawrence come qualcosa da condividere tra parchi e prati. Eravamo tutti assatanati di sesso, giovani continentali venuti qui a studiare la lingua che sarebbe diventata la lingua dei capitalisti trasformati poi in rivoluzionari qualche anno dopo col ’68. Noi, proletari veri, che ci illudevamo di diventare dei guardacaccia e di trovarci una Lady come quella del libro… Mamma mia che tempi, che idee, che giochi proibiti!
A distanza di oltre 50 anni tutto è cambiato. Il libro di Mellors e della sua Lady è un classico della letteratura, non solo inglese, ma mondiale. Un libro pudico, profondo quasi puritano … Mi guardo intorno, giro gli occhi sull’edicola, sfoglio le pagine di libri in libreria, faccio zapping alla TV, vedo i grandi fratelli dei talk show, percorro i viali delle grandi e piccole città, navigo in rete, cammino sulle spiagge e vedo di tutto, sotto gli occhi di tutti. Però che Lady, quella inglese.
E il povero D. H. Lawrence fu sequestrato, messo all’indice e, se ricordo bene, anche scomunicato! Che tempi, signori miei! Una, cento, mille, milioni sfumature di grigio ….