L’uomo nuovo in un mondo nuovo

Antonio Gallo
4 min readAug 14, 2024

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Foto@angallo

“L’uomo dell’avvenire dovrà essere fornito di un cervello e di un sistema nervoso del tutto diversi da quelli di cui disponiamo noi, esseri ancora tradizionali, copernicani classici.” Questo pensiero viene attribuito a Eugenio Montale, premio Nobel per la letteratura nel 1975. A distanza di mezzo secolo, la intuizione di Montale trova sempre più conferma. Se siamo andati oltre il “1984" di George Orwell e arrivati a vedere realizzato il “Mondo Nuovo” di Aldous Huxley, mi sembra possibile e anche comprensibile la realtà di un “uomo nuovo”. Lo sarà, ovviamente, solamente se avrà un cervello diverso da quei cervelli che fino ad ora, ventunesimo secolo, abbiamo conosciuto. Sta per accadere qualcosa che nemmeno Qoelet avrebbe potuto prevedere.

Il cervello umano, nonostante le differenze strutturali minime tra uomini e donne, è destinato a subire profonde trasformazioni nel futuro. Mentre il “software” cerebrale, ovvero la risposta agli stimoli esterni durante lo sviluppo, è già diverso tra i sessi, è probabile che l’evoluzione verso la quale l’umanità sta viaggiando, porti a cambiamenti ancora più radicali.
Facciamo alcune ipotesi: maggiore plasticità e capacità di adattamento del sistema nervoso, grazie a un aumento della neurogenesi adulta e della capacità di formare nuove connessioni tra neuroni.

Potenziamento di funzioni cognitive specifiche, come l’elaborazione del linguaggio o l’orientamento spaziale, attraverso modifiche anatomiche e funzionali mirate.

Sviluppo di nuove aree cerebrali o di connessioni tra regioni finora separate, per gestire compiti cognitivi complessi o acquisire nuove abilità.

Maggiore resistenza a malattie neurodegenerative e disturbi mentali, attraverso meccanismi di neuroprotezione e riparazione più efficienti.

Questi cambiamenti potrebbero essere guidati da fattori genetici, epigenetici, ambientali e culturali, in un intreccio complesso. L’uomo del futuro avrà quindi un cervello e un sistema nervoso profondamente diversi, più adatti alle sfide di un mondo in continua evoluzione. Il tutto si potrebbe manifestare in vari modi verificando le cose di ogni giorno nei comportamenti degli esseri umani.

Entro il 2050, si prevede un aumento delle dimensioni cerebrali e un miglioramento delle capacità cognitive grazie a tecnologie come protesi e stimolazione elettrica. Inoltre, il cervello continuerà a cambiare attraverso la neurogenesi e la formazione di nuove sinapsi, adattandosi alle nuove sfide ambientali e tecnologiche. Tuttavia, l’uso crescente della tecnologia potrebbe anche portare a una riduzione delle dimensioni cerebrali e a cambiamenti morfologici, influenzando la nostra intelligenza e interazioni sociali. Le tecnologie che potrebbero aumentare la capacità del cervello umano includono:

Chip cerebrali: Dispositivi impiantabili per migliorare la memoria e le funzioni cognitive, già in fase di sperimentazione per pazienti con danni cerebrali.

Giochi digitali: Programmi di allenamento cognitivo che migliorano l’attenzione e le capacità decisionali, sfruttando la neuroplasticità.

Realtà aumentata e virtuale: Tecnologie che possono potenziare l’apprendimento e le interazioni sociali, stimolando aree cerebrali specifiche.

Queste innovazioni potrebbero trasformare le nostre capacità cognitive e la nostra interazione con il mondo. Alla mia età mi godo lo spettacolo quotidiano di questo processo. Non un semplice, comune cambiamento, ma una vera e propria mutazione.

L’altra mattina, al bar, quando chiesto alla bella ragazza del bancone di un ultra moderno bar un cornetto integrale e un ginseng, con un invitante, malizioso sorriso ha ripetuto la richiesta come un automa. Mi sono meravigliato, pensavo che volesse prendermi in giro, ma poi mi sono accorto che parlava al microfono sul filo della cuffia che aveva tra i capelli. Era in collegamento con il laboratorio interno al quale comunicava la richiesta. Mi ha chiesto se lo volevo semplice o farcito con miele, frutti di bosco o altro. Sorpreso, ho balbettato che lo desideravo al miele. Dopo un attimo, qualcuno dall’interno, è comparso un braccio mobile da automa che mi ha servito su piatto il cornetto insieme al ginseng.

Ditemi voi se questa non è mutazione. Può sembrare un fatto banale, ma non lo è. Volete un altro esempio? L’altro giorno la mia compagnia assicurativa, per un tamponamento auto che ho subito, mi ha inviato un link al cellulare per verificare l’incidente e aprire la pratica prevista. Cliccando al link sono stato guidato a fare tutte le foto richieste per provare l’incidente. In tempo reale, le ho inviato e la perizia fotografica digitale ha sostituito il perito tecnico umano. Dai link attivi ai chip, il passo è breve. Avremo presto la conferma della mutazione dell’essere umano.

Stamani nelle pagine di cronaca la parola chiave è: INTERSEX. Il termine si riferisce a persone con variazioni innate nelle caratteristiche sessuali che non rientrano nelle categorie tradizionali di maschio o femmina. Queste variazioni possono coinvolgere cromosomi, ormoni, genitali e organi riproduttivi.

Attualmente, "intersex" è un termine ombrello che include diverse condizioni, come le Variazioni delle Caratteristiche del Sesso (VCS) e i Disordini dello Sviluppo Sessuale (DSD). Arrivati a questo punto mi fermo e mi limito a segnalare altre variazioni che segnalano il cambiamento verso una vera mutazione genetica. Il passo sembra essere davvero breve se si considera che il tentativo, la speranza, l’illusione, chiamatela come volete, di creare l’essere umano artificiale è davvero vicina.

Notate bene, non ho detto l’uomo ma l’essere umano, visto e considerato che la parola INTERSEX si riferisce a persone con variazioni innate nelle caratteristiche sessuali che non rientrano nelle categorie tradizionali di maschio o femmina. Queste variazioni possono coinvolgere cromosomi, ormoni, genitali e organi riproduttivi. In passato, il termine "ermafrodita" era usato, ma è ormai considerato stigmatizzante e fuorviante.

Attualmente, INTERSEX è un termine ombrello che include diverse condizioni e variazioni. Una fase intermedia, di passaggio, un cambiamento che diventa mutazione. Recenti progressi nella genetica per la creazione di un "uomo artificiale" includono:

Editing Genomico con CRISPR: Questa tecnologia consente modifiche precise del DNA, aprendo la strada a potenziali interventi su caratteristiche umane.

Geni Sintetici: Ricercatori stanno sviluppando geni completamente nuovi attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, permettendo la creazione di proteine con funzioni specifiche.

Biologia Sintetica: Si sta lavorando alla costruzione di organismi artificiali utilizzando componenti biologici progettati in laboratorio, che potrebbero portare a forme di vita completamente nuove.

Questi sviluppi sollevano importanti questioni etiche e pratiche. Non solo un mondo nuovo, ma un uomo nuovo. Chi vivrà, vedrà.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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