L’insostenibile leggerezza della vecchiaia

Antonio Gallo
1 min readMar 8, 2024

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Mi ritrovo in un parco a Bologna dopo diverso tempo, in una mattinata fredda ma di pieno sole. Sono passate le dieci e mi godo il calore di un sole marzolino e quello di un ritorno gradito e fortunato. Sono quasi solo ma sento le voci che un tempo non lontano qui ho sentito. Passano i minuti, non mi va di leggere ii giornali che ho appena preso all’edicola qui vicino. Giornali di carta, appena nati ma già vecchi e superati. Mi sono svegliato presto prima di uscire e ho letto i giornali digitali. Quelli di carta sono già invecchiati e superati. L’ho già detto. Ma ecco che arrivano anche i bambini, non sono più solo, vecchio si ma non ancora abbastanza rimbambito. Invecchieranno anche loro, lo so. Come i giornali di carta, ma loro non lo sanno. C’è una insopportabile leggerezza nell’invecchiare. Se non arriva il rimbambimento, anche l’arrivo di un solo bambino ti darà la conferma che vivere ha una sostenibile, possibile leggerezza. Ho scritto questo post in diretta sul mio secondo cervello, il cellulare, usando il mio dito indice per non sbagliare tasto, per una sostenibile “leggerezza” del vivere. Scrittura creativa.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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