L’Edera di D’Annunzio a Boston
Le edere rigerminanti salivano
pel vecchio muro scrostato
con un impeto di giovinezza;
si attorcigliavano alle
travi della tettoia come a tronchi vivi;
coprivano i mattoni
vermigli d’una tenda
di piccole foglie cuoiose,
lucide, simili a laminette di smalto;
assaltavano le tegole
allegre di nidi: vecchi e nuovi nidi
già cinguettanti
di rondini in amore.Gabriele D’Annunzio
Le foglie d’edera sono descritte con vivida cura, come piccoli esseri allegri e contagiosi, che conservano nella loro bellezza la lucidità ed il candore della giovinezza. Nel leggere i versi di questa poco nota poesia del Vate “Edera primaverile”, ciò che il poeta vuole ottenere dal suo componimento è, soprattutto, la creazione di una suggestione che invade il cuore, e nella foto gli occhi, nel vedere come sale e cresce l’edera. La natura è presente, viva, forte, dinamica. Con i suoi elementi, è in grado di comunicare allo strato più profondo della nostra esistenza, senza aver bisogno di altre parole. Parla con i suoi movimenti naturali; emoziona, stupisce, spiazza, spaventa perchè sembra aggredire ma in effetti copre, difende, accarezza. Il poeta riesce a far coincidere parole, sensazioni ed immagini tanto da farci sentire in comunione con la natura cantata in questi brevi versi che ho illustrato con questa splendida immagine di una casa a Boston.