La vita: una enciclopedia digitale
Il termine “enciclopedia” deriva dal greco antico “ἐγκύκλιος παιδεία” (enkýklios paidéia), che significa letteralmente “istruzione circolare” o “istruzione completa”. Questa espressione fu successivamente ripresa in latino come “encyclopædia” e compare per la prima volta nel senso moderno del termine nella “Encyclopaedia Cursus Philosophici septem tomis distincta” (1630) di Johann Heinrich Alsted. L’idea di enciclopedia è quella di un’opera di consultazione che raccolga voci informative o critiche riguardanti l’intero campo della conoscenza umana o un suo determinato ambito, secondo un sistema logico o in ordine alfabetico.
Alcune enciclopedie storiche importanti sono: la “Naturalis historia” di Plinio il Vecchio, la più antica enciclopedia pervenutaci, scritta nel I secolo d.C. L’”Encyclopédie” di Diderot e d’Alembert, la più nota e importante fra le prime enciclopedie moderne, pubblicata a Parigi nella seconda metà del XVIII secolo. Posseggo da sempre la “Britannica” con i relativi volumi di aggiornamento. Più la guardo e più mi sembra bella. Alla “Enciclopedia Treccani”, ci lavorava qualcuno di famiglia come “ghost writer”, la più famosa enciclopedia in lingua italiana, edita a cura dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, fondato a Roma nel 1925.
L’idea di saggezza nell’antichità greca era spesso associata alla vecchiaia e all’esperienza accumulata nel corso degli anni. Lo spettro semantico della “saggezza” in greco era ampio e includeva anche nozioni di equilibrio e prudenza per organizzare la conoscenza in modo sistematico. Un sistema che ha fatto il suo tempo. Le enciclopedie tradizionali hanno una struttura fissa stabilita centralmente, mentre quelle digitali come hanno una struttura decentrata e in continuo aggiornamento.
I contenuti delle enciclopedie digitali possono essere modificati e ampliati, mentre quelli delle tradizionali sono stabiliti da un gruppo ristretto di autori. Le digitali sono dinamiche e provvisorie, con contenuti sempre in evoluzione. Quelle tradizionali hanno invece uno stato statico. Le digitali possono essere aggiornate continuamente, mentre quelle tradizionali hanno aggiornamenti limitati. Le digitali sono facilmente accessibili online, mentre quelle tradizionali richiedono un supporto fisico. Le digitali permettono una consultazione rapida grazie ai collegamenti ipertestuali, a differenza di quelle cartacee. Le digitali possono includere contenuti multimediali come animazioni, audio e video, assenti nelle versioni cartacee. Wikipedia, libera e aperta a chiunque, attualmente è ancora limitata a testo e immagini, ma è povera di contributi multimediali e ritenuta poco attendibile perchè soggetta a potenziali e discutibili correttori. Le digitali offrono maggiore dinamicità, accessibilità e multimedialità, ma richiedono cautela nell’uso a causa della possibile presenza di informazioni non affidabili. I vantaggi delle digitali rispetto a quelle tradizionali sono molteplici e riguardano vari aspetti, dalla fruibilità all’aggiornamento dei contenuti.
Proprio come la vita. Soggetta a continui contributi e adattamenti. La vita è come un’enciclopedia digitale. Questa idea è affascinante e ricca di significato. Aggiornamenti continui per una evoluzione personale. Proprio come un’enciclopedia digitale, la nostra vita viene costantemente aggiornata con nuove informazioni e scoperte, in continua evoluzione. Ogni esperienza, ogni incontro e ogni sfida che affrontiamo contribuiscono a scrivere la nostra storia personale.
Accesso a informazioni diverse. Varietà di esperienze. La vita offre una vasta gamma, proprio come un’enciclopedia digitale contiene una moltitudine di argomenti. Possiamo esplorare diverse strade, imparare da culture diverse e acquisire conoscenze che arricchiscono la nostra comprensione del mondo.
Ricerca e scoperta. Curiosità e apprendimento. In un’enciclopedia digitale, possiamo cercare informazioni specifiche e scoprire argomenti correlati. Nella vita, la curiosità ci spinge a esplorare, a porre domande e a cercare risposte, portandoci a nuove scoperte e a una maggiore consapevolezza.
Interconnessione. Collegamenti tra esperienze. Le enciclopedie digitali utilizzano collegamenti ipertestuali per connettere argomenti correlati. Allo stesso modo, nella vita, le esperienze e le persone che incontriamo sono spesso interconnesse. Ogni scelta può influenzare il nostro percorso e collegarsi a eventi futuri.
Collaborazione e condivisione. Contributi collettivi. Le enciclopedie digitali sono il risultato di contributi diversi, dove ognuno può aggiungere la propria voce. Nella vita, le nostre esperienze sono arricchite dalle interazioni con gli altri. Collaboriamo, condividiamo e impariamo gli uni dagli altri, costruendo una rete di conoscenze e esperienze.
Imperfezione e revisione. Errori e correzioni: Le enciclopedie digitali possono contenere errori che vengono corretti nel tempo. Anche nella vita, commettiamo errori e impariamo da essi. La capacità di riflettere e correggere il nostro cammino è fondamentale per la crescita personale.
Paragonare la vita a un’enciclopedia digitale ci invita a riflettere sulla nostra esperienza come un viaggio di apprendimento continuo, ricco di scoperte, interconnessioni e opportunità di crescita. Ogni giorno rappresenta una nuova pagina da scrivere, un’opportunità per espandere la nostra conoscenza e arricchire la nostra storia personale.
C’è un rischio. Ma lo aveva segnalato anche Qohelet oltre duemila anni fa. Quindi c’è poco da temere e siamo arrivati fin qui. Sovraccarico informativo relativo. E’ vero che la facilità di accesso alle informazioni ha portato a un sovraccarico cognitivo. Le persone si trovano a gestire una quantità enorme di dati in tempo reale, il che può portare a una superficialità nella comprensione e nell’assimilazione delle informazioni.
Si chiama alterazione della linearità temporale. Con le comunicazioni istantanee e le interazioni sui social media, il confine tra passato, presente e futuro si è però assottigliato. Un messaggio inviato è simultaneamente presente sia per chi lo scrive che per chi lo riceve, alterando la nostra concezione tradizionale del tempo.
E’ cambiata la percezione dello spazio. Interconnessione delle informazioni. Le enciclopedie digitali utilizzano collegamenti ipertestuali per connettere argomenti correlati, facilitando l’esplorazione di informazioni in modo non lineare. Questo approccio ha trasformato la nostra esperienza di apprendimento, rendendola più interattiva e meno gerarchica rispetto ai modelli tradizionali.
La rappresentazione del sapere digitalizzato ha cambiato il modo in cui percepiamo e organizziamo le informazioni. La disponibilità di contenuti multimediali e la possibilità di esplorare argomenti attraverso vari formati (testo, video, audio) hanno reso il sapere più dinamico e meno statico.
Le enciclopedie digitali hanno trasformato la nostra percezione del tempo e dello spazio, promuovendo un accesso immediato e globale alle informazioni, alterando la linearità temporale e favorendo un approccio interattivo e interconnesso all’apprendimento. Questi cambiamenti hanno implicazioni profonde sulla nostra vita quotidiana, influenzando il modo in cui apprendiamo, comunichiamo e interagiamo con il mondo.
“Non cesseremo mai di esplorare
E la fine di tutte le nostre esplorazioni
Sarà arrivare dove siamo partiti
E conoscere il luogo per la prima volta.”
I versi citati di T.S. Eliot, tratti dalla sua opera poetica Four Quartets, esprimono un concetto profondo sul viaggio interiore dell’uomo e sul significato dell’esistenza. Il viaggio dell’esplorazione interiore. Eliot afferma che l’essere umano è sempre in uno stato di esplorazione e ricerca, spinto dalla curiosità di scoprire se stesso e il mondo che lo circonda.
Questo viaggio di scoperta non ha mai fine, è un processo continuo di apprendimento e crescita personale. Nonostante l’infinità dell’esplorazione, Eliot suggerisce che alla fine si arriva a un punto in cui si torna al punto di partenza. Questo non significa che non si è progrediti, ma piuttosto che si è compiuto un ciclo completo di crescita e maturazione. Conoscere il luogo per la prima volta. Tornando al punto di partenza, l’individuo acquisisce una nuova consapevolezza e comprensione del proprio percorso.
Ciò che prima era familiare e scontato, ora appare in una luce diversa, carico di significato e profondità. È come se si vedesse per la prima volta ciò che si era sempre avuto davanti agli occhi. I versi di Eliot esprimono la natura ciclica del viaggio interiore umano, fatto di esplorazione continua, ritorno alle origini e rinnovata comprensione di sé e del proprio cammino. È un invito a non smettere mai di cercare e imparare, sapendo che ogni fine è anche un nuovo inizio. Proprio come una enciclopedia digitale …