La tragica storia del dottor Faust

Antonio Gallo
4 min readFeb 25, 2024

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Il Dottor Faust di Christopher Marlowe: un’opera rivoluzionaria. La Tragica Storia del Dottor Faust, fu scritta da Christopher Marlowe (nato il 26 febbraio 1564), è un’opera teatrale rivoluzionaria che ha dato vita al mito faustiano, ispirando innumerevoli artisti nel corso dei secoli.

Faust: un erudito insoddisfatto che, per raggiungere la conoscenza e il potere infiniti, decide di vendere la propria anima al diavolo. Mefistofele: il diavolo burlone che diventa il servitore di Faust, esaudendo i suoi desideri in cambio della sua anima. Angelo buono e Angelo cattivo: rappresentano le due voci interiori di Faust, la sua coscienza e la sua tentazione. Elena di Troia: una delle figure femminili evocate da Faust, rappresenta la bellezza ideale e la lussuria. La sete di conoscenza e di potere: Faust è un uomo insaziabile che desidera superare i limiti della conoscenza umana, sfidando l’ordine divino. Il bene e il male: l’opera esplora la lotta interiore di Faust tra la sua parte angelica e quella demoniaca, tra la tentazione del male e il desiderio di redenzione. Il patto col diavolo: il tema del patto con il diavolo è un archetipo letterario che rappresenta la pericolosità della trasgressione e l’inevitabilità della punizione.

L’opera di Marlowe ha dato vita al mito faustiano, una figura iconica che ha attraversato la letteratura e l’arte occidentale. Marlowe ha introdotto un nuovo tipo di dramma, più complesso e psicologico, con personaggi tormentati da dubbi e contraddizioni.

L’opera ha aperto la strada al teatro moderno, con il suo linguaggio poetico e la sua profonda analisi dell’animo umano. Il Dottor Faust ha avuto un’influenza enorme su innumerevoli artisti, tra cui Goethe, Mann, Gounod e Liszt. L’opera continua ad essere rappresentata in tutto il mondo ed è considerata un classico della letteratura inglese.

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Brucerò i miei libri! Non impressioni il lettore il titolo di questo post. L’ho avuto in bozza per diverso tempo, non sapendo bene come affrontare un tema per me molto importante. Avevo bisogno della giusta ispirazione per scriverci su quello che penso. Adesso che ho avuto la possibilità di mettere ordine nella mia biblioteca, trasferendo i miei libri dagli scaffali cartacei a quelli digitali, credo di poter riprendere il tema di questo discorso.

Sono molti i miei libri, quasi cinquemila, forse troppi, forse pochi, dipende da chi li ama, li colleziona, li conta e magari trova anche il tempo, la forza e l’intelletto per leggerli. Lecito chiedersi a che serve collezionare tanti libri, per i molti anni vissuti, tramandati da padre in figlio, da nonno a nipote. Poi, per uno scherzo del destino o magari del diavolo, è proprio il caso di dirlo, ti capita tra le mani un libro che hai letto tanto tempo fa, facendolo studiare anche a chi forse non era ancora pronto a a leggerlo e comprenderlo.

Mi riferisco alla “Tragica Storia della Vita e Morte del Dottor Faust” scritta in forma tragica e poetica da quel poeta bandito e straordinario avventuriero che fu Christopher Marlowe. Il dramma narra la storia di Faust, uno studioso così avido di sapere da non accontentarsi del sapere accademico, della medicina e della teologia, avventurandosi nel campo della magia nera. E siccome la ricerca autonoma e libera della verità (la filosofia o la scienza) era stata da sempre in contraddizione con la teologia dogmatica, che invece reclama obbedienza (si pensi ad Adamo, ad Icaro o a Prometeo), Faust assume le sembianze di un negromante, perché poco più che stregoni venivano visti gli scienziati ed i filosofi della natura nell’epoca dei conflitti religiosi in Europa.

Dopo aver compiuto un’invocazione nel suo studio, gli appare il diavolo Mefistofele con il quale stipula un patto: Faust avrà la conoscenza ed i servizi del servo di Lucifero per 24 anni, dopo i quali il diavolo avrà la sua anima. A questo punto, Faust prova un momento di liberazione che assomiglia ad un desiderio sconfinato d’onnipotenza. Tuttavia, sebbene egli faccia grandi progetti per il proprio immediato futuro, e sebbene sogni di utilizzare le abilità acquisite per ottenere potere e gloria, riesce solo a compiere piccoli atti di bassa levatura.

Durante tutta l’opera, Faust viene continuamente consigliato da due angeli, uno buono e uno malvagio, simboleggianti i due lati della natura umana. Nell’ultima ora della sua esistenza, Faust dà vita al famoso soliloquio, nel quale l’opera raggiunge un altissimo livello di poesia. Questo brano l’ho proposto per anni a tanti miei giovani studenti illudendomi di trasmettere loro non solo l’importanza della conoscenza della lingua inglese, mio obiettivo primario al tempo, ma anche la passione per la lettura e la conoscenza.

Ecco, “leggere” significa “conoscere”, l’ho imparato a spese mie col tempo. Oggi, che scopro di avere accumulato una notevole quantità sia di letture che di tempo, avverto, come Faust, questo grave peso che diventa sempre più un fardello. I libri sono tanti, almeno i miei. Infiniti sono quelli scritti dagli altri, nel corso dei secoli. Chissà quanti ne dovrei ancora leggere, che non ho letto e che non potrei mai farlo.

E allora, rileggo questo brano della “dannazione” e mi chiedo se non arriverò anche io a imprecare come il dottor Faust: “brucerò i miei libri!”. Intendiamoci, non ho fatto nessun patto con nessuno, e non intendo farne. Potrei liquidare il tutto consolandomi con Qohelet il quale, oltre tremila anni fa chiudeva il suo canto lamentandosi che si scrivevano troppi libri e che tutto era “nebbia”, ma non risolverei il problema. (Librarything)

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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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