La strada non presa …

Antonio Gallo
4 min readApr 1, 2022

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Foto@angallo

A tutti sarà capitato di chiedersi cosa sarebbe successo se avessimo preso la strada che non prendemmo quel giorno nella nostra vita.

Chi saremmo stati, quando l’avremmo presa, dove saremmo finiti, cosa avremmo fatto, perchè non l’abbiamo fatto. Tra i “se” e questi interrogativi ci troviamo dove siamo oggi.

Due poesie forse potranno aiutarci. Entrambi sono famose, ma è sempre bene rileggerle. Una è quella di Robert Frost, l’altra di Rudyard Kipling

Due strade divergevano in un bosco giallo
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei.

Poi presi l’altra, perché era altrettanto bella,
e aveva forse l’aspetto migliore,
perché era erbosa e meno consumata;
Sebbene il passaggio le avesse rese
quasi simili

ed entrambe quella mattina erano lì uguali
con foglie che nessun passo aveva annerito.
Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un’altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.

Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io -
io presi la meno percorsa,
e quello ha fatto tutta la differenza.

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Se saprai mantenere la calma quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all’odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;

Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.

Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c’è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: “Tenete duro!”

Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!

Due scrittori e poeti diversi, per sensibilità, progetti, idee, obiettivi, intenzioni, com’è naturale che sia per ogni essere umano, uomo o donna, o altro, alla maniera moderna.

L’americano Frost l’ho «conosciuto» dopo, Kipling prima, molti anni prima, quando della lingua inglese non conoscevo granché, anzi nulla. Al ginnasio avevo studiato il francese.

Siamo agli inizi degli anni cinquanta, un secolo ed un millennio fa. Un altro mondo. La lingua egemone era il francese che stava cedendo il passo all’inglese.

Ecco, erano proprio due strade, divergenti, al bivio, uno dei tanti che ognuno di noi si trova a dover superare. Questa parola, bivio, mi sembra proprio la giusta metafora per capire come e quanto il mondo sia cambiato in questo mezzo secolo.

Le strade sono diventate davvero tante, molte, forse anche troppe. A Frost basta un bivio, due strade divergenti, per intraprendere un percorso di non ritorno, con il quale invita il lettore a tirare le somme della sua vita, riflettere sulle sue scelte, considerare i suoi errori, elaborare i suoi ricordi.

Facendo questo percorso, ognuno poi scoprirà che la nostra vita non è tracciata tanto e soltanto da «bivi», quanto quelli che in inglese si chiamano «roundabout», le rotonde che offrono più di due strade, ma molte più scelte e opzioni.

Kipling lo sapeva bene quando intitolò la sua poesia «SE». Gli errori, i rimpianti, i ricordi con i relativi fallimenti possono essere tanti, come tante possono essere le strade percorribili in un «roundabout».

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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