La strada che non prendemmo…

Antonio Gallo
4 min readJun 9, 2024

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Quando cento anni fa, nel mese di dicembre del 1923, Anna Gallo lasciò la casa paterna in via De Liguori a Sarno e salì su un piroscafo verso il nuovo mondo, non sapeva che avrebbe impiegato 17 giorni per sbarcare a New York, Ellis Island.

Con lei sarebbe dovuto partire anche suo fratello Antonio, che sarebbe poi diventato mio Padre. Era solo un diciottenne ma decise di non andare. Non è possibile sapere le ragioni. Sono scomparsi tutti i protagonisti di questa storia che, a distanza di tanto tempo, abbiamo avuto la possibilità di raccontarci.

L’occasione è stata una vacanza di salute nella sempre incantevole isola verde Ischia. Con Christine, ultima figlia di quella Anna, la mitica “zia Nannina l’americana”, mia cugina di primo grado e sua figlia Maureen, siamo andati alla ricerca di un tempo che pensavamo perduto.

Lo abbiamo in parte ritrovato ed anche ricostruito per quanto possibile, incrociando gli eventi attraverso l’oceano che ci separa. Il rifiuto di mio Padre di non partire con la sorella Anna mi ha fatto venire in mente la nota e molto discussa poesia del poeta americano Robert Frost.

Ho deciso di usarne il tema e il titolo per questo post. Non fui io, ovviamente, a prendere quella decisione, fu sua, di Antonio, mio Padre. Ma cosa voleva dire il poeta Frost nella sua nota e molto discussa poesia? Ecco la traduzione in italiano:

Due strade a un bivio in un bosco ingiallito,
Peccato non percorrerle entrambe,
Ma un solo viaggiatore non può farlo,
Guardai dunque una di esse indeciso,
Finché non si nascose al mio sguardo;

E presi l’altra, era buona anch’essa,
Anzi forse con qualche ragione in più,
Perché era erbosa e quindi più verde,
Benché il passaggio suppergiù
Le avesse segnate ugualmente,

E ambedue quella mattina erano distese
Nelle foglie che nessun passo aveva marcato.
Oh, prenderò la prima un’altra volta!
Ma pur sapendo che strada porta a strada,
Non credevo che sarei mai ritornato.

Dirò questo con un lungo sospiro
Chissà dove e fra tanti anni a venire:
Due strade a un bivio in un bosco, ed io –
Presi quella meno frequentata,
E da ciò tutta la differenza è nata.

(1920)

Testo originale

Two roads diverged in a yellow wood,
And sorry I could not travel both
And be one traveler, long I stood
And looked down one as far as I could
To where it bent in the undergrowth;

Then took the other, as just as fair
And having perhaps the better claim,
Because it was grassy and wanted wear;
Though as for that, the passing there
Had worn them really about the same,

And both that morning equally lay
In leaves no step had trodden black
Oh, I kept the first for another day!
Yet knowing how way leads on to way,
I doubted if I should ever come back.

I shall be telling this with a sigh
Somewhere ages and ages hence:
two roads diverged in a wood, and I —
I took the one less traveled by,
And that has made all the difference.

La poesia è una metafora della vita e delle scelte che dobbiamo affrontare. Le due strade che si dividono nel bosco rappresentano i bivii che ci troviamo ad affrontare nel corso dell’esistenza. Il poeta invita a seguire la strada meno battuta, a discostarsi dai facili conformismi e a prendere decisioni coraggiose e individuali.

Le due strade sono identiche, ma il narratore sceglie quella meno battuta perché “aveva forse il miglior diritto” di essere scelta, essendo più erbosa e meno usurata.

Nell’ultima strofa il narratore immagina di dover raccontare in futuro la sua scelta, affermando che “questo ha fatto tutta la differenza”, suggerendo che la decisione presa ha segnato in modo determinante il suo destino.

La poesia esprime una certa ironia sulla scelta e sul rimpianto, sottolineando come non si possa mai sapere con certezza quale sia la strada migliore da imboccare.

Le molte strade non prese rappresentano le vite possibili che avremmo potuto avere, ma che non abbiamo realizzato per le scelte fatte o per caso. Il poeta, inoltre, vuole introdurre il concetto di destino personale in diversi modi.

La scelta come determinazione di destino. Quella che facciamo nella vita determina il nostro destino. Il narratore sceglie la strada meno battuta, e questa scelta ha un impatto significativo sulla sua vita, come evidenziato dalla frase finale “e questo ha fatto tutta la differenza”.

Ma c’è anche l’incertezza e il rimpianto. La poesia non fornisce una valutazione definitiva sulla scelta, ma lascia spazio sia all’una che all’altro.

Questo suggerisce l’idea che il destino personale è influenzato dalle scelte che facciamo, ma non sempre possiamo sapere se quelle giuste sono state prese.

C’è la metafora della strada che incombe su tutto, la metafora della vita, rappresenta i bivii che dobbiamo affrontare. La scelta di imboccare una strada piuttosto che un’altra rappresenta la scelta che dobbiamo fare e che determina il nostro destino.

La consapevolezza del passato invita a riflettere sulle scelte che abbiamo fatto. Il narratore immagina di dover raccontare la sua scelta in futuro, suggerendo che la consapevolezza del passato è parte del destino personale.

La scelta come unione di circostanze e decisioni suggerisce che il destino personale è il risultato di una combinazione di circostanze. Il narratore non può sapere cosa sarebbe successo se avesse preso l’altra strada, ma sa che la sua scelta ha determinato il suo destino.

Di questo e altro abbiamo parlato con mia cugina Christine e sua figlia Maureen. Ricostruire i giorni di quelle scelte ci ha portato a riflettere sulle conseguenze di cui noi non siamo responsabili.

Un esercizio di vita che porta a pensare e scegliere strade diverse che avremmo potuto prendere e che non abbiamo preso. Lo sappiamo bene. Con i “se” e con i “ma” non si costruisce la realtà.

Eppure, abbiamo la possibilità di pensare che questa stessa realtà sia l’unica possibile che ci resta da percorrere, una strada che non prendemmo …

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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