La scrittura è creativa?

Antonio Gallo
4 min readAug 13, 2022

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Scrivere per essere felici …

Oggi con i social media siamo tutti “autori” nel senso che leggiamo, scriviamo, inter-agiamo, condividiamo, elaboriamo, copiamo, incolliamo, interpretiamo, manipoliamo, reinventiamo, insomma scriviamo, ma non siamo “scrittori”, ma siamo pur capaci di “inventare” un significato.

Il sociologo francese Michel Foucault nel 1969 si chiese “chi è un autore?“ Si diede anche una risposta: “L’autore è certamente un principio funzionale per mezzo del quale, nella nostra cultura, si fissano dei limiti, si esclude, si sceglie, l’autore, pertanto è una figura ideologica che determina il modo in cui noi temiamo la proliferazione del significato”.

La domanda è allora: si può insegnare a scrivere? La risposta sembra scontata tanto banale è la domanda. Sembra che tutti nasciamo lettori, tanti ormai hanno la possibilità di imparare a leggere, per poi imparare a scrivere in un modo od un altro. Qui, a dire il vero, si tratta di imparare a scrivere non tanto per vivere la quotidianità nel suoi vari e diversi impegni, quanto imparare a scrivere e diventare uno “scrittore”.

A me che sono un “dinosauro”, figlio di un tipografo post-gutenberghiano, questa denominazione mi ha fatto sempre sorridere. E’ davvero una vita che ho scritto per vivere, come docente e come scrivente di ogni cosa che possa/debba essere scritta. L’ho fatto, ovviamente, per guadagnarmi da vivere.

Ma è di una particolare attitudine alla scrittura che intendo occuparmi: la scrittura come lavoro, professione. Per scrivere libri e possibilmente venderli. Fate una ricerca in rete e scoprirete quanti sono i libri catalogati che si occupano di scrittura creativa. Migliaia, e milioni se li cercate su Google.

Con i media moderni sembra che questa passione per la scrittura sia diventata addirittura una mania. Ma la grafomania, come la bibliomania, sembra siano delle patologie piuttosto antiche. Quello che mi interessa qui di parlare sono le tante scuole di scrittura creativa che ci sono in giro.

Ho letto un articolo su una rivista letteraria inglese in cui una scrittrice, anche insegnante di scrittura, parlava delle sue esperienze in questo campo dopo una vita trascorsa in questo tipo di insegnamento. Ha intitolato, non a caso, il suo scritto:” “Insegnaci a scrivere bene”. Lei si riferisce ad un particolare tipo di scrittura chiamata “scrittura immaginativa”. Racconti, romanzi, “fiction” per intenderci. E’ possibile un insegnamento del genere? Certamente.

Ogni cosa che caratterizza gli uomini penso sia possibile insegnare, nel bene e anche nel male, purtroppo. Si può insegnare la musica, la matematica, le scienze, perchè non a scrivere? L’importante è che ci sia la persona giusta a cui insegnare, persone che abbiano delle particolari predisposizioni, che possano poi diventare un “talento”. Si intende che questo non lo si può insegnare a nessuno se non lo si possiede già, ed è tutto da scoprire.

La cosa di cui non tutti sembrano rendersi conto è il fatto che per imparare a scrivere bisogna prima impossessarsi delle giusta tecnica. Nessuno si aspetta che un ragazzino al quale piace la musica, prenda subito un violino ed inizi a suonare senza che non abbia fatto un gran numero di ore di esercizi e di studi prima. Stessa trafila deve seguire un matematico, un pittore, uno scieziato. C’è un ben preciso elemento tecnico da apprendere da chi il mestiere lo conosce.

Mentre per la musica, la pittura e la scienza queste sono cose che la maggior parte di noi raramente fa, e chi lo fa lo pratica nei luoghi adatti il laboratorio, il teatro e gli studi.

Tutti, invece, abbiamo il dono della parola e crediamo di poter accedere facilmente a quello della scrittura. Parliamo e scriviamo tutti i giorni, in ogni modo possibile, pensiamo, quindi, che sia facile e possibile scrivere, costruendo pensieri, persone e luoghi immaginari. Grave errore.

Dietro ogni vero talento si nasconde una tecnica ben precisa. Thomas Edison ha detto che il 99 per cento del genio è fatto di sudore e aveva ragione.

Se c’è il talento, ed anche intelligenza e immaginazione, senza una padronanza della tecnica per comunicarla agli altri, sarà impossibile farsi accettare.

Bisogna saper gestire il pensiero, nei suoi vari aspetti comunicativi. E’ il “mestiere” che bisogna apprendere, la capacità di riuscire ad immaginare di poter essere “altro” e “altri”, al di là di se stessi …

Quanti sono disposti a rinunciare a se stessi, alla propria identità, alla propria storia, ai propri pensieri, a favore di un altro, di tanti altri, personaggi che diventano persone vere della loro immaginazione? Tanti credono di saperlo fare a cuor leggero, per vendere qualche copia del proprio libro e sorprendere qualche ingenuo che casca nella sua rete.

Si illudono di saper scrivere libri propinandoli a tanti che pensano di saper leggere. Non si rendono conto che per saper scrivere bisogna innanzitutto saper leggere, Per saper leggere è necessario saper pensare.

Io consiglierei alla autrice/scrittrice/insegnante di scrittura creativa, di insegnare innanzitutto a pensare, prima di leggere e poi scrivere. Tutto il resto è solo “rumore”, come il titolo di quella nota canzone …

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Antonio Gallo
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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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