La nostra “disattenzione” quotidiana

Antonio Gallo
3 min readSep 6, 2023

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Wisława Szymborska

“Disattenzione” di Wisława Szymborska è una poesia straordinaria che cattura con delicatezza e profondità una verità universale: la nostra tendenza innata a essere distratti dalle piccole meraviglie della vita quotidiana. La poesia ci invita a riflettere sulle occasioni perdute e sugli attimi preziosi che sfuggono alla nostra attenzione, mentre siamo immersi nelle nostre routine frenetiche.

Le parole di Szymborska ci conducono in un viaggio di introspezione, in cui scopriamo quanto spesso trascuriamo la bellezza e il significato nascosti nelle situazioni più semplici. La poetessa polacca ci sollecita a rallentare, a guardare attentamente intorno a noi e a sperimentare appieno il presente, anziché lasciarci travolgere dal passato o lasciarci distrarre dal futuro incerto.

Attraverso una prosa incisiva e una visione acuta, Szymborska ci ricorda che la vita è un’opportunità fugace, e che spesso ciò che cerchiamo si trova proprio davanti a noi, se solo avessimo l’attenzione necessaria per notarlo. Le sue parole ci invitano a riflettere sulla nostra disattenzione e a cogliere l’essenza dei momenti, perché solo nella consapevolezza possiamo trovare la pienezza e la gratitudine per tutto ciò che ci circonda.

“Disattenzione” è un inno alla presenza mentale, alla meraviglia e alla semplicità. Ci ricorda che la vita è un mosaico di istanti preziosi che meritano di essere apprezzati, e che la nostra disattenzione può costarci la gioia di vivere appieno. Questa poesia ci invita a riconnetterci con il nostro intimo, a rallentare e a trovare la bellezza nelle piccole cose, donandoci una preziosa lezione di umanità e di consapevolezza.

“Disattenzione” è una poesia che ci spinge a riflettere sulla nostra attenzione e sul valore dei momenti fugaci. È un invito a vivere nel presente e a riconoscere la bellezza che ci circonda, anche nelle cose più semplici. Szymborska ci ricorda che la disattenzione è un lusso che non possiamo permetterci, se vogliamo abbracciare appieno la vita e tutto ciò che essa ha da offrire. Condivido la mia “Disattenzione…”

“Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente.
Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto.
Inspirazione, espirazione, un passo dopo l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.
Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.
Nessun come e perché –
e da dove è saltato fuori uno così –
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.
Ero come un chiodo piantato troppo in superficie nel muro
(e qui un paragone che mi è mancato).
Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter d’occhio.
Su un tavolo più giovane da una mano d’un giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.
Le nuvole erano come non mai e la pioggia era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.
La terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.
È durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.
Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.”

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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