La “movida” di Lord Byron e il “rowingtime” del Covid 19
Questa barca per il canottaggio che vedete nell’immagine è firmata “rowingwoman”. Quattro giovani donne stamattina, da quella spiaggia vicino porticciuolo, sotto la guida di un istruttore, sono scese in mare e in breve tempo sono sparite all’orizzonte.
Non so perchè mi sono ricordato di una breve poesia scritta dal poeta inglese George Gordon Byron. Il verbo non è lo stesso: “roving” in inglese sta per “vagare”, “rowing”, per “remare”. Sia nell’uno che nell’altro caso, prevale l’idea di fuga e di evasione oggi in tempo di pandemia.
So we’ll go no more a-roving
So late into the night,
Though the heart still be as loving,
And the moon still be as bright.For the sword outwears its sheath,
And the soul outwears the breast,
And the heart must pause to breathe,
And love itself have rest.Though the night was made for loving,
And the day returns too soon,
Yet we’ll go no more a-roving
By the light of the moon.— — -
Quindi non andremo più a vagare
Così tardi nella notte
Anche se il cuore è ancora amorevole
E la luna è ancora luminosa.
Per la spada che ha il fodero
E l’anima che supera il seno,
Il cuore deve fermarsi per respirare
E l’amore stesso riposare.
Anche se la notte è fatta per amare
E il giorno ritorna troppo presto
Non andremo più a vagare
Alla luce della luna.
Nonostante la vita complicata e difficile condotta dall’allora “famigerato” Lord Byron, molti dei temi presenti nella sua poesia raccontano una storia che, in maniera e situazioni diverse, può suonare familiare a chiunque la legga anche oggi, dopo tanto tempo.
A distanza di un anno dalla comparsa di Covid 19, c’è ancora oggi chi rimpiange la movida, che per Byron, fu vita disordinata e piena di molti problemi. Non per niente viene ricordato come “Lord” Byron, con le complesse relazioni con i suoi amanti, con sua sorella e tutti gli altri e le altre.
Eppure, la sua breve poesia rimane accessibile e comprensibile. Trasmette emozioni e temi ancora oggi veri, anche per coloro che non conducono una vita complicata come la sua. Letta in rima ABAB, in lingua originale qui al link, conserva il suo ritmo naturale attraversando immagini e metafore poetiche facilmente intuibili. Sono legate al cuore e all’anima, anche oltre una spada e un fodero …
“Vagare” è andare in giro senza meta, un lusso comunemente offerto ai giovani che non hanno ancora bisogno di una direzione particolare nella vita. Il poeta cerca di mettere in versi una situazione in cui si viene a trovare chi non è più libero di girovagare, anche se sente che le notti sono fatte per quello scopo particolare.
Anche oggi, è comune vedere coloro che rimangono svegli per tutte le ore della notte fare le cose che vogliono fare, piuttosto di quelle che dovrebbero fare. Per il narratore è lo stesso, tranne per il fatto che nulla è cambiato nella notte stessa. Il loro cuore desidera ancora questa vita notturna, e la notte stessa è lì, ma il tempo per il vagabondaggio è finito.
Nella seconda strofa metaforica, il narratore descrive il processo della stanchezza e dell’invecchiamento, a soli 29 anni! Alla fine, una “guaina” che viene utilizzata troppo spesso si consuma. Chiara l’allusione al sesso. Stessa cosa accade con un cuore e un’anima che desiderano la notte, ma esistono in un corpo che sta perdendo la capacità di divertirsi. Anche lui si sta logorando.
“So We’ll Go No More A-Roving” fu scritta da Lord Byron all’inizio del 1817, pubblicata tredici anni dopo in una lettera scritta da Byron al suo caro amico Thomas Moore. Nella lettera, Byron descrive che non si sente molto bene e descrive le notti di festa. E’ arrivata la stagione del carnevale, è rimasto sveglio per diverse notti a divertirsi e ora ne sente gli effetti negativi.
Spiega poi che il tempo quaresimale, la tradizione cristiana di preparare l’anniversario simbolico della morte di Gesù, è iniziato, e le notti sono state sostituite da “astinenza e musica sacra”. In seguito, descrive la sensazione che la sua “spada” stia consumando il “fodero” e si lamenta che questo gli stia accadendo.
La lettera è datata 28 febbraio 1817 ed è stata pubblicata da Moore, insieme alla poesia contenuta nella sua opera del 1830, con altre lettere che ha ricevuto dall’allora defunto Lord Byron, ed è stata ripubblicata alcuni anni dopo, in “The works di Lord Byron”, comprese le sue lettere, diari, ecc. Con uno schizzo della sua vita.
Lord Byron viveva in esilio da quasi un anno. Trascorse gran parte del 1817 in Italia, in particolare a Venezia e Roma. Questo, insieme al contenuto della lettera, suggerisce che sia scritto più come un lamento per la sua crescita che per una persona in particolare.
Per qualcuno che trascorre così gran parte della sua giovinezza a dormire in giro, prendendosi delle libertà personali e godendosi le espressioni delle proprie emozioni, scoprire all’età di ventinove anni che stava cominciando a sentirsi stanco deve essere stata una sorpresa.
Per quelle quattro giovani donne, di prima mattina, salire su un kayak e fuggire dall’isolamento pandemico, deve essere stato un vero piacere poter conciliare l’idea di “vagare” e “remare” senza nulla sapere della sofferenza che affliggeva il giovane lord inglese …