La “mentalità sociale” di Gaetano Ferrentino

Antonio Gallo
4 min readJan 1, 2021

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In ricordo di Gaetano Ferrentino, cittadino esemplare di Sarno, nella Valle dei Sarrasti.

Ti chiedi il perchè e non trovi una risposta. Una morte senza senso. Nessuna morte ha senso, ma questa ancora di più. Anno orribile, non poteva finire nel peggior modo possibile nella nostra comunità. Si, non ha senso, un giovane, un giovane padre, una persona con cui si poteva o non si poteva condividere le idee, ma sempre con civiltà democratica, non doveva finire così. Non ci sono parole, ma solo silenzio e dolore. Per dirla tutta: la vita di Gaetano Ferrentino aveva senso come marito, padre, cittadino, professionista, politico, giornalista. Abbastanza per dire che la sua scomparsa non ha “senso”. Una notizia che da un punto di vista umano non posso accettare.

Questi sono solo alcuni dei sentimenti espressi su FB quando si è diffusa la notizia in Rete della tragica scomparsa dell’Avv. Gaetano Ferrentino. Di getto ho scritto un post su questo blog lanciando in sua memoria una invettiva del poeta metafisico inglese John Donne contro la “morte” di questo giovane ed esemplare cittadino di Sarno, nella Valle dei Sarrasti.

Mia moglie ed io siamo lontani, isolati in lockdown e non abbiamo potuto partecipare di persona al grave lutto che ha colpito le famiglie Auletta e Ferrentino. Viviamo nello stesso condominio, abbiamo una storia in comune. A loro va tutto il nostro antico affetto e solidarietà. Non so dire dove fosse stato scritto che un anno bisesto e funesto come il 2020 dovesse concludersi in maniera così crudele per la comunità sarnese con la perdita di un giovane professionista, padre di tre figli, felicemente sposato con Alessandra.

Abbiamo vissuto un anno appena concluso, pandemico e difficile. Non conosciamo ancora quale futuro ci aspetta a livello globale e quali saranno le speranze di una vita nuova e diversa della piccola comunità nella quale Gaetano svolgeva la sua missione. Ci mancherà la sua visione sempre positiva che aveva della realtà. Una visione con il sapore di missione.

Perchè proprio di questo si tratta. Lui non era solo un appassionato di sport e di politica, un giornalista ed uno scrittore, un legale ed un avvocato, Gaetano era sopratutto un cittadino esemplare dotato di una particolare “mentalità sociale” che lo portava istintivamente ad interessarsi della comunità a cui sentiva visceralmente di appartenere.

Poneva al di sopra di tutte le parti l’interesse della collettività senza ignorare l’individuo, anzi “la persona”, sia che si occupasse di sport o di politica, di giornalismo o di una banale, ma solo in apparenza, multa. Sapeva valutare l’impatto delle proprie azioni sugli altri. Credo che avesse quello che una volta veniva chiamato “senso civico”, senza mai essere un trombone moraleggiante.

Quando il 6 aprile prese a cuore la mia condizione di cittadino ultraottantenne, multato per essere andato a fare la spesa in pieno centro cittadino, nella piena osservanza di tutte le condizioni previste dalla situazione pandemica, non si stancava mai di usare una sola parola: “calma”.

La “calma” è la parola chiave per comprendere davvero chi era l’avv. Gaetano Ferrentino. La stessa persona che soltanto poche ore prima della sua scomparsa scriveva in un post su FB le riflessioni che seguono e che riproduco fedelemente. Non credo di violare la sua privacy visto e considerato che il suo scritto è di pubblico dominio:

“28 dicembre alle ore 21:31 · C’è una cosa che mi fa sorridere. Un vecchio adagio recitava che le dimissioni non si preannunciano, ma si danno. Nella cultura nostra, non è possibile dimettersi. Hai uno scheletro nell’armadio. Non ho nessuno scheletro nell’armadio, né promesse di posti mirabolanti. Semplicemente, non condivido più un percorso e me ne sono tornato a fare il mio lavoro. È così difficile comprendere? È necessario romanzare di chissà cosa? È una scelta ponderata e riflessiva che parte da lontano. Ne’ mi va di dare argomenti alle opposizioni. Coerentemente. Le occasioni si creano, senza speculare.

Sappiate che, per mia indole, non ho mai lasciato nessuno in mezzo al mare. E nessuno degli amici veri potrà dire il contrario. Può darsi che la politica non faccia per me. Che mi sia arreso. Che non capisco niente. Però, la passione di interessarmi nessuno la ucciderà mai. Non vedo nulla di scandaloso nel rinunciare a una carica pubblica quando si ritenga di non poterla onorare con la stessa lena. È un atto di onestà che andrebbe apprezzato. Senza romanzo o retropensieri. Per il resto, un uomo libero è un uomo libero. Anche di sbagliare. E se ritenessi di poter essere utile, non mi sottrarrei.”

Parlava con evidente “calma” di politica e delle sue recenti dimissioni. La medesima parola può essere usata per descrivere il modo in cui scriveva di storia, degli usi, delle tradizioni del suo Paese, che tanto amava. Ho ritrovato traccia nei miei spazi digitali in Rete di alcuni suoi libri.

Da “Frammenti di Ottocento Sarnese” a “L’Esperienza Industriale Sarnese tra due secoli”, dai tanti interventi scritti e orali, pubblici o istituzionali fino al suo ultimo pregevole “Scorci di Vita”. Un percorso personale di cultura e di scrittura costruito sulla civiltà e sul valore della comunicazione sociale, tra storia e microstoria, realtà e fantasia, capace di occuparsi di

“di frammenti quali “u viente”, “‘a semmenzell”, “o panaro”, “peppino sempe è festa”, “o filone”, “o masto”, “il vicolo”, “e zeppolelle”, “a cinta di libri”, “o zuoccolo” e “a laparelle”, con l’intenzione di trasmettere alla gente semplice le provocazioni della quotidianità paesana, con spensieratezza e non per vanità di grandezza artistica, semplici “madeleine” di Proust, scritte e servite a chi ama queste dolcezze per far gustare piacevoli ricordi di un passato che non esiste più”,

ma anche di avere una visione di futuro ancora tutto da costruire. L’avrebbe senza dubbio fatto se la sua giovane esistenza non fosse stata stroncata da un destino crudele tanto per sè e per la sua famiglia, quanto per la comunità alla quale si è sempre sentito di appartenere con passione, forse non sempre compresa e ricambiata. Che la terra ti sia lieve, caro, indimenticabile “advocatus”.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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