La “matta” per la matematica
Il genio allegro che pensava camminando. Una corte di giovanotti cammina, per chilometri, accanto a una donna stravagante, mal vestita, con i capelli scarmigliati. Si tratta dei Noether’s boys, un gruppo di studenti che impara camminando a fianco della «madre dell’algebra», Emmy Noether.
Siamo in Germania, a Gottinga, nella celeberrima università, e per arrivare a insegnare qui la fräulein della matematica ha dovuto superare molti ostacoli, tutti dovuti al fatto di essere una donna. Figlia di un noto professore di matematica, studia lingue brillantemente fino a 18 anni. A quel punto la svolta: Emmy decide di dedicarsi alla matematica.
Frequenta come uditrice, finché le è possibile iscriversi ufficialmente e in poco tempo si laurea con lode. Inizia a lavorare gratuitamente, sempre senza perdere il suo entusiasmo, e nel 1915 arriva la sua occasione: due celebrità del mondo accademico matematico, Hilbert e Klein, la invitano a risolvere alcune questioni aperte legate alla teoria della relatività di Einstein.
Emmy Noether va a Gottinga e dimostra due importantissimi teoremi: uno di questi, che porta il suo nome e prova come esista una relazione tra le simmetrie nella fisica e le leggi di conservazione, le procura somme lodi da parte di Albert Einstein in persona. Ma è donna e fatica ad ottenere il posto di professore associato nonostante l’insistenza dei colleghi.
Solo a 37 anni può essere assunta, a titolo gratuito, come Privatdozent. I suoi studenti la adorano per la passione e l’allegria che mette in tutto ciò che fa. La professoressa Noether non si cura del proprio aspetto fisico, va sempre in giro con un ombrello rotto, vive in una casa poco curata, ma è estremamente generosa e accudente.
La si può trovare tutti i giorni allo stesso ristorante alla stessa ora a mangiare lo stesso menù: fagioli, crauti, patate bollite, pane e burro. Non si lamenta mai di non essere pagata, o di essere pagata pochissimo, e lavora sempre con calore e passione. A causa delle leggi razziali del ’33 è costretta a rifugiarsi negli Stati Uniti, a Princeton, dove trova il riconoscimento meritato e insegna fino alla morte prematura dovuta a un tumore, il 14 aprile 1935.
Einstein, scandalizzato dal fatto che in sua memoria venga dedicato solo un trafiletto, scrive una lunga lettera al New York Times, descrivendola come «il più significativo genio creativo matematico mai prodotto da che le donne sono state ammesse a una educazione superiore».
14 APRILE muore Emmy Noether, Matematica (1882–1935)