La “letteratura” della vita

Antonio Gallo
5 min readFeb 20, 2021

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Il Libraio — Il test di Letteratura

Certamente so leggere e scrivere. Mi illudo di essere un bibliofilo, ma mio figlio dice che sono soltanto un bibliomane. Scrivo per capire quello che penso. Mio padre, che era un tipografo, era solito dire che tutto quello che lui stampava, dai biglietti da visita ai manifesti di lutto, dalle partecipazioni per le nozze ai bugiardini dei medicinali, dalle locandine per i film a quelli per le elezioni, dal giornaletto parrocchiale ai libri di poesie, tutto era “letteratura” di vita. Ho fatto un test rispondendo alla domanda posta dalla rivista Il LIBRAIO e mi hanno dato il voto …

Ma cosa significa oggi, ventunesimo secolo, la parola letteratura? La tecnologia dell’informazione rese Platone ansioso. Lui temeva che la scrittura avrebbe portato le persone ad abbandonare la memoria, a fidarsi di “personaggi esterni che non fanno parte di se stessi”. Ora ci troviamo a vivere una nuova rivoluzione nella tecnologia dell’informazione, (IT) con conseguenze altrettanto drammatiche e probabilmente anche più profonde. Come non essere “ansiosi” con l’arrivo di così tanti “personaggi esterni”? I nostri modi di comunicare sono obsoleti, si trovano drammaticamente “riproposti” davanti ai nostri occhi, ma in maniera diversa. Compreso il più grande di tutti: la letteratura.

La scrittura è una di quelle categorie che hanno stimolato l’intelletto umano per secoli. In genere pensiamo ai classici, partendo dalla Bibbia, passando per Dante, Shakespeare, Cervantes, Melville, fino ad arrivare a Joyce e così via, quando pensiamo alla letteratura. Se non sappiamo esattamente di cosa si tratta, ci piace pensare di sapere che aspetto ha. Mio Padre non stampò capolavori, ma si vide passare tra le mani e sotto i suoi occhi tanti di quei fogli stampati sui quali il pensiero umano creava la vita in tutte le sue forme. Era letteratura di ogni giorno.

Lui non ebbe modo di conoscere Internet, lo smartphone, il tablet, la televisione on demand via satellite e via cavo, la segmentazione del mercato, il marketing algoritmico. Non potè quindi confrontarsi con i nuovi modi di pensare, scrivere e comunicare. Nessuna generazione come quella che gli succedette ha assistito a un cambiamento così improvviso nell’ambiente culturale. Ma la salute dell’ “animale che scrive” sembra del tutto inalterata. E’ cambiato soltanto il mezzo, anzi i mezzi, che sono diventati il messaggio, anzi i messaggi. E’ stata riscritta la cultura del pensare, dello scrivere e quello della lettura.

La tecnologia dell’informazione ha trasformato le condizioni sociali ed economiche della letteratura della vita. Le vecchie forme non erano più in grado di produrre in modo affidabile effetti letterari consistenti e duraturi. Quella letteratura, quel modo di pensare, scrivere e comunicare aveva perso la sua secolare stabilità. La comunicazione aveva bisogno di un rapporto sempre più dinamico e penetrante tra mittente e destinatario.

L’incentivo a comunicare era diventato sempre più forte e pressante, in un ambiente nuovo e diverso, chiamato mercato. La comunicazione a freddo del volantino, della partecipazione di nozze, del bugiardino medicinale, delle aspirazioni poetiche o narrative dello scrittore locale, delle velleità di scrittura del giornalista e del poeta di provincia, del richiamo elettorale del politico di apese, tutta la comunicazione ormai si stava orientando verso gruppi ben costituiti in un background costruito su credenze e presupposti nuovi e ben precisi.

Prima dell’avvento della scrittura, mittenti e destinatari dovevano sempre comunicare faccia a faccia. Scrivere più o meno bandiva il tempo dall’equazione e riduceva al minimo l’importanza della geografia in una certa misura. La stampa ha rivoluzionato l’economia, e quindi l’efficienza di questa prima grande trasformazione. E ora, con la tecnologia dell’informazione, sia il tempo che il luogo sono stati resi discutibili. Possiamo ricevere comunicazioni su Platone ovunque e in qualsiasi momento.

Il grande vincolo di comunicazione di oggi ha a che fare con l’algoritmo, trovare le comunicazioni che desideri in un oceano di pixel urlanti. Intere industrie sono sorte attorno al problema della ricerca nell’era di Internet. E con loro, il vecchio mondo di connettere scrittori e lettori, fornitori e acquirenti è stato completamente spazzato via.

Armati di modi sempre più sofisticati di raccogliere informazioni sui consumatori e di strumenti matematici sempre più potenti per estrarre e interpretare tali informazioni, chi scrive deve sapere essere in grado di conoscere il mercato e indirizzare ciò che scrive a lettori ed acquirenti che i “clienti scrittori” di mio Padre non avrebbero potuto nemmeno immaginare.

Gli strumenti sono diventati così potenti che ci stiamo trasformando in servi di dati”, schiavi degli stessi sistemi che anticipano i nostri desideri più semplici. Per la maggior parte della storia umana, il bisogno ha guidato il collegamento economico tra fornitore e acquirente, scrittore e lettore. La rivoluzione industriale ha inaugurato l’avvento del bisogno come principale motore economico.

Stiamo ora entrando in quella che potremmo chiamare l’età della fantasia della vita. Siamo letteralmente programmati per cercare conferme e trascurare o respingere informazioni incompatibili. Di conseguenza, gli algoritmi di marketing, come quelli impiegati da Amazon, in genere collegano i lettori a libri che si accordano con i loro atteggiamenti e supposizioni.

La tecnologia dell’informazione ha determinato un curioso e potenzialmente rivoluzionario capovolgimento dei ruoli tradizionalmente assegnati a scrittori e lettori. Internet consente all’autore contemporaneo di comprendere i propri lettori meglio che in qualsiasi momento della storia moderna, semplicemente perché consente di vedere letteralmente le conseguenze delle proprie decisioni artistiche.

Se c’è una cosa che Internet ti mostra come scrittore, è che non esiste una cosa come “il lettore”. Come scrittore stai comunicando a popolazioni di lettori. E come scrittore di genere, stai comunicando a popolazioni di lettori con una serie di credenze di fondo molto più eclettiche di quelle che potresti mai sperare di trovare nel “mainstream letterario”. Il genere, infatti, è dove trovi la maggior parte delle persone che non sono d’accordo.

Per avere successo nell’habitat dell’informazione fluido e multiforme di oggi, l’animale letterario deve diventare un camaleonte. Gli autori che vogliono essere parte della soluzione culturale non possono più fidarsi dei posteri o del potere della loro arte. Devono giocare con le nuove condizioni sociali, economiche e tecnologiche della loro pratica. O ti adegui al trend letterario o prendi sul serio gli effetti letterari e inizi a crearne uno nuovo.

Non possono esserci dubbi: le conseguenze della tecnologia dell’informazione mettono in discussione il modo di “fare letteratura” in molti modi. La minaccia è esistenziale. La cultura letteraria deve reinventarsi o rischiare l’estinzione. Su questo non ci possono essere dubbi.

Ma sarà possibile? Il fatto che questi valori siano così lusinghieri, che i lettori e gli scrittori siano così inclini a identificarsi contro “l’idiozia del consumatore”, non farà che renderli molto più difficili da rimuovere. Vincerà la letteratura della vita con la comunicazione social.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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