La Giornata Mondiale del Libro. Leggi che ti passa in farmacia …
Stamattina pioveva a dirotto quando sono entrato in farmacia. Anche il 3 luglio del 1862, a Oxford, fu un giorno di pioggia. Ma non ero a Oxford bensì a Polvica di Tramonti, in Costa d’Amalfi, dove mia moglie ed io stiamo trascorrendo questo lungo periodo di “lockdown/isolamento”. La farmacia è a pochi passi dalla casa dove vidi la luce nel secolo e nel millennio trascorsi. Avevo bisogno di un farmaco. La gentile dottoressa non lo aveva nella confezione richiesta.
Ho salutato e stavo per uscire quando, con un sorriso, mi ha offerto un libretto che avevo visto sul bancone. Era una riedizione del famoso libro di Alice, edito dall’Accademia Nazionale dei Farmacisti Italiani, con una presentazione della coordinatrice Vita Barrile. Ho chiesto quanto le dovevo, mi ha risposto “nulla”. L’ho ringraziata, le ho fatto i complimenti, ho detto che avevo letto in rete della iniziativa, avevo fretta e sono andato via.
Con una successiva ricerca online, ho saputo poi che la Farmacia Campitiello non è nuova ad iniziative simili. Già lo scorso anno, in occasione della Giornata Internazionale del Libro, ha distribuito il capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry, il Piccolo Principe.
I cittadini di Tramonti, in questo particolarissimo 2021, potranno celebrare la Giornata Mondiale del libro che cadrà proprio domani, 23 aprile, in maniera davvero unica e speciale, viaggiando con la mente in luoghi inesplorati che fanno bene all’anima.
Stando comodamente seduti sul divano di casa, la lettura è la metafora più adatta al momento per evadere e riflettere in sicurezza. Tante nuove e terribili fragilità per via del virus possono essere superate soltanto con la lettura. Una proficua giornata di pioggia come quella del 3 luglio del 1862 descritta in un post apparso sul mio blog diversi anni fa e che ripropongo qui di seguito.
Il 3 luglio 1862, a Oxford, fu giorno di pioggia. Per questa ragione, la gita sul fiume — due giovani uomini, il reverendo Charles Lutwidge Dodgson, ordinato da appena un anno diacono e il suo amico Robinson Duckworth, avevano progettato di portare in barca tre bambine, Lorina, Alice e Edith, figlia di Henry Gorge Liddell, il decano del Collegio di Christ Church — dovette essere rimandata. Ma il giorno dopo la gita si potè fare.
Non appena la barca si staccò da Folley Bridge, il reverendo Dogson prese a raccontare una storia che aveva per protagonista una bambina di nome Alice. Remare e raccontare era faticoso, ma le sorelle Liddell lo incalzavano: così, per due ore e mezza, tanto durò il tragitto sino a Godstow, il reverendo Dodgson non cessò di inventare situazioni sempre nuove e bizzarre.
Alla fine, l’assennata Alice gli suggerì di raccontare quelle storie in un libro. Nacque così “Alice nel paese delle meraviglie” che il reverendo Dodgson firmò con lo pseudonimo di Lewis Carroll. Dodgson era timido e balbuziente; nonostante l’accanimento dei biografi, non si è riusciti a scoprire nella sua vita, nessuna storia d’amore; le sole persone con cui si trovava a suo agio erano bambine impuberi, e la preferita fu Alice Liddell.
Ma il reverendo Dosgson non fu il solo a essere incantato da quella bambina straordinaria e a sperimentarne il potere. La stessa esperienza sarebbe toccata all’uomo, anche lui tragicamente timido e inesperto, incaricato dal signor Liddell di impartirle lezioni di disegno. Dopo le lezioni, l’insegnante si fermava a prendere il tè con Alice.
Un giorno, aveva cominciato a nevicare, i genitori rientrarono in anticipo, interrompendo il piccolo rito. In una pagina autobiografica, l’insegnante, che non era solo disegnatore ma anche uno scrittore, e avrebbe contato fra i suoi traduttori francesi, Marcel Proust, confessò, con parole candide e commoventi, la delusione che quel ritorno gli aveva procurato. Quei passi, quelle voci avevano spezzato una magia. Non so se avete capito di chi si parla.