La “follia” del “giullare di Dio”

Antonio Gallo
3 min read3 days ago

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Il Libro

“Giullare di Dio Francesco, «giullare di Dio», è rimasto nella memoria popolare per i gesti con i quali ha costruito la sua leggenda, fissati da Giotto nei mirabili affreschi della basilica di Assisi o narrati nella semplice prosa dei Fioretti: Francesco che si denuda sulla piazza di Assisi davanti al padre e al vescovo, Francesco che ammansisce il lupo di Gubbio, Francesco che predica agli uccelli, Francesco che dona il mantello a un povero, Francesco che abbraccia il lebbroso, Francesco che predica il Vangelo davanti al sultano d’Egitto, Francesco e il presepe vivente di Greccio, Francesco che riceve le stigmate, Francesco che sposa Madonna Povertà…

Questo è il santo che la devozione popolare ci ha consegnato e che mantiene ancor oggi intatto il suo fascino. Un frate che mette in pratica il Vangelo. I suoi precetti sono semplici: ripercorrere la vita di Cristo e degli apostoli, spogliarsi di ogni bene e ricchezza per amare e capire la sofferenza degli ultimi, degli emarginati, dei reietti, dei perdenti. La conversione di Francesco avvenne verso i 24 anni, dopo una giovinezza spensierata, quando sceglie di vivere da «semplice», da «pazzo».

La Regola dell’Ordine da lui fondato è chiara: seguire le orme di Gesù, «spogliarsi di tutto, andare raminghi a predicare la conversione in vista del Regno di Dio, chiedere sostentamento al lavoro, anche il più umile, e in mancanza di questo, all’elemosina. Ma né come compenso al lavoro né per elemosina i fratelli devono accettare denaro. Dovunque si trovino si devono considerare sempre come ospitati, pellegrini e stranieri, mai padroni, e devono essere pronti a cedere il loro giaciglio a chi lo richiede.

Devono accogliere tutti, anche i nemici, i ladri e i masnadieri e se qualcuno li colpisce gli porgano anche l’altra guancia, e se qualcuno strappa loro la veste, gli consegnino anche la tunica». Una esistenza, la sua e dei suoi seguaci, che comporta scelte radicali, tuttavia Francesco non è uno di quei predicatori arcigni dai toni apocalittici, che parlano di peccato e penitenza evocando le pene infernali, la sua vita di povertà l’ha vissuta in armonia con tutte le creature in serenità di spirito, il suo è un messaggio di gioia e di perfetta letizia.

Oggi per la prima volta nella storia della Chiesa, abbiamo un papa, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, che ha scelto come nome pontificale Francesco. Ci auguriamo sia capace di scatenare la stessa «febbre d’amore» che animò quel piccolo grande frate che predicava agli uccelli.” (Almamatto)

Francesco d’Assisi è sicuramente uno dei “matti” più celebrati nel libro “Almamatto. Un matto al giorno. 265 tipi strani che hanno cambiato il mondo”. La sua vita e la sua figura rappresentano un esempio emblematico di come l’eccentricità e la devozione possano avere un impatto profondo e duraturo sulla società.

Un eccentrico con una missione. Francesco, nato Giovanni di Pietro di Bernardone, ha vissuto una trasformazione radicale da giovane ricco a santo povero. La sua decisione di abbandonare i beni materiali per dedicarsi ai poveri e alla predicazione del Vangelo è un atto di ribellione contro le convenzioni sociali del suo tempo. Questo gesto, considerato folle da molti, ha ispirato generazioni di seguaci e ha dato vita all’Ordine dei Francescani.

La sua figura è diventata simbolo di umiltà, amore per la natura e compassione verso gli altri. La famosa frase “Tu vieni trasformato in ciò che ami” riassume il suo ideale di vita, dove l’amore per Cristo e per le creature è al centro della sua esistenza. Francesco ha anche composto il “Cantico delle Creature”, un inno alla bellezza del creato, che continua a essere celebrato nel mondo intero.

La canonizzazione di Francesco avvenne solo due anni dopo la sua morte nel 1226, a testimonianza della sua influenza immediata e duratura. Oggi, è considerato il santo patrono degli animali e dell’ambiente, e il suo messaggio di pace e rispetto per tutte le forme di vita risuona ancora fortemente nella società contemporanea.

Francesco d’Assisi incarna perfettamente l’idea che la “follia” possa portare a cambiamenti significativi nel mondo. La sua vita dimostra che gli individui che si discostano dalla norma possono avere un impatto profondo sulla cultura e sulla spiritualità collettiva.

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Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.