La battaglia dei libri cartacei e digitali
Siamo nell’anno del Signore 1697. Di fronte abbiamo un campo di battaglia che è una biblioteca di grande prestigio nel Palazzo di St James, a Londra. I contendenti sono gli Autori Antichi e gli Autori Moderni. Si contendono la vetta del Parnaso che, per chi non lo sapesse, era il monte sede delle Muse ispiratrici di ogni opera. Abbiamo un reporter di eccezione: Jonathan Swift, il mio scrittore preferito. Il libro ha chiaramente un intento satirico. La guerra scoppiò. Omero contro Perrault, Aristotele fa fuori Cartesio, ma aveva mancato Bacone, Tasso e Milton si contendono il comando della cavalleria. Esopo cerca la morale della favola. Io la trovai una cinquantina di anni fa quando dovetti studiare alcuni brani per il primo esame di inglese all’università. Una morale che continuo a rincorrere oggi quando scopro che i moderni non potrebbero esistere se non ci fossero stati gli antichi. Mi pare una cosa ovvia. Eppure ci sono tanti che si mettono a scrivere, si credono scrittori soltanto per questo e non si rendono conto che ripetono cose che sono state già pensate, dette e scritte secoli e millenni fa. Battaglia continua quindi. Senza vincitori. Siamo tutti sconfitti. Dopo tutto, facciamo tutti la stessa fine. Da antichi diventiamo moderni, per poi ritornare antichi. Cinque stelle. E’ Jonathan Swift, il geniale decano irlandese.