Intelligente e/o Artificiale?

Antonio Gallo
4 min readNov 18, 2021

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L’Edizione de Il Mulino

Tempo fa scrissi un post intitolato Parlare ai libri. Me ne sono ricordato leggendo questo libro di cui vedete le copertine qui di fianco, nell’edizione italiana e in quella originale inglese.

I libri, è vero, ci parlano, non tanto e non solo per quello che ci comunicano i loro autori, quanto per come ce lo comunicano e lo trasmettono a chi decide di leggerli.

L’edizione della Yale University Press

L’autrice di questo libro inquadra il suo lavoro pluridecennale in un ambito molto moderno e frequentato, tanto importante quanto decisivo per la costruzione del miglior futuro possibile della civiltà umana.

I costi sono veramente alti in quanto sono in ballo non solo la nostra identità di esseri umani, intesa in termini di lavoro e di sopravvivenza, ma anche in termini di etica e di libertà.

Quando nel post che ho citato “parlavo ai libri” ricordo, oggi, con mia meraviglia, che lo facevo in maniera sia intelligente che artificiale. Parlavo cioè direttamente al cervello artificiale di Google. Lo posso fare ancora. Provate anche voi.

In quanto figlio di una famiglia di tipografi e stampatori postgutenberghiani, i miei ricordi erano (e ancora lo sono!) molto lunghi. Riandavo col pensiero a quando mio padre, con il compositore in una mano e il foglio sott’occhi con il testo da comporre accanto, (il famoso “originale”), “parlava” con il libro, lettera dopo lettera, parola dopo parola.

In poco più di una manciata di anni tutto è cambiato. L’intelligenza naturale si è trasformata in artificiale. Basta parlare ad un microfono, lettere e parole danno vita a quella che, allora, era chiamata la “forma” di lettere di piombo, sulla quale sarebbe passato il cilindro di caucciù imbevuto di inchiostro, dando vita alla pagina. Pagina dopo pagina, sarebbe nato il nuovo libro della scrittrice australiana Kate Crawford.

In inglese, in formato digitale, oggi arriva sui miei dispositivi, edito dalla Yale University Press, cartaceo tra le mani, nella elegante versione italiana de Il Mulino. Vi sembra poco?

In inglese si chiama: “Atlas of AI: Power, Politics, and the Planetary Costs of Artificial Intelligence”, (Atlante dell’intelligenza artificiale: potere, politica e costi planetari dell’intelligenza artificiale), in italiano “Né intelligente né artificiale: Il lato oscuro dell’IA”.

L’ “Atlante” originario della Crawford si è trasformato in una categorica affermazione apodittica che non ammette discussioni. Ne sono testimoni le tre parole chiave che corredano il titolo: potere, politica, costi planetari.

Ci pensa l’editore italiano ad avvertire il povero lettore che si trova a leggere un libro di questo genere, chiuso in una “valle” quanto mai oscura: quella della Intelligenza Artificiale. Si satura così la vita politica e si impoverisce il pianeta.

L’intelligenza artificiale plasma la nostra comprensione di noi stessi e delle nostre società. Una rete planetaria spinge ad uno spostamento verso una governance non democratica, una maggiore disuguaglianza razziale, sia di genere che economica.

Basandosi su più di un decennio di ricerca, la Crawford rivela come l’IA sia una tecnologia di estrazione: dall’energia e dai minerali necessari per costruire e sostenere la sua infrastruttura, ai lavoratori sfruttati dietro i servizi “automatizzati”, ai dati che AI ​​raccoglie e che noi stessi gli diamo volontariamente.

All’autrice non interessano codici ed algoritmi. Ci indica, invece, una prospettiva politica e pratica su ciò che diventa intelligenza artificiale. Sebbene i sistemi tecnici presentino una parvenza di obiettività, sono sempre sistemi di potere. Questo è un resoconto urgente di ciò che è in gioco poiché le aziende tecnologiche utilizzano l’intelligenza artificiale per rimodellare il mondo.

“La luce sta ormai svanendo e sul fondale del cielo si muovono nuvole color grigio acciaio. Il deserto appare argenteo, punteggiato di bianchi cespugli di salvia e affioramenti di tufo vulcanico che ricoprono quello che un tempo era il fondo di un grande mare interno. Dopo aver scattato una foto, torno al furgone per inziare l’ultimo viaggio della giornata verso la città di Marfa. E’ solo quando inizio ad allontanarmi che mi rendo conto di essere seguita. Due pickup Chevrolet neri autentici iniziano a tallonarmi in modo aggressivo a distanza ravvicinata. Mi fermo nella speranza che passino. Si fermano anche loro. Nessuno si muove. Dopo un’attesa di qualche minuto, riprendo lentamente a guidare. La loro sinistra scorta mi accompagna fino al limitare della valle sempre più buia.”

Il libro è composto di sei capitoli, preceduti da una introduzione con la chiusura di un epilogo, seguito da una “coda”. Una sterminata bibliografia documenta in maniera significativa la fatica, i contatti e le relazioni che l’autrice ha avuto nel suo lavoro.

Un libro indispensabile per chi voglia sapere quello che accadrà nel prossimo futuro che non è già più presente. Il brano che ho riportato qui sopra conclude la sua fatica trasmettendo al lettore l’atmosfera tesa e misteriosa come di un libro giallo di cui non sappiamo come finisce.

L’autrice sta per uscire da quella oscura “valle” che si chiama “Silicon Valley”. Lascia al lettore un messaggio che ha il sapore di un incubo. L’incubo del “potere” della IA sul futuro del pianeta. Resta l’interrogativo: ma la “Intelligenza Artificiale” è intelligente o artificiale?

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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