Informazione vs Conoscenza. Digitale vs Cartaceo
In questo ritaglio dal quotidiano La Verità si possono isolare diversi argomenti di rilevante importanza nella comunicazione contemporanea. Ruotano tutti intorno alla relazione esistente tra informazione e conoscenza.
Diventano voci, parole-chiave, etichette, oggetto di critica e discussione per chi crede nella comunicazione cartacea, trasformati poi in articoli, saggi, libri. Chi privilegia, invece, la comunicazione digitale, li fa diventare tags, hashtags, gifs o emoji che si trasformano poi in chats, podcast, fogli elettronici o ebook.
Il tutto si muove in un ambito quanto mai ampio perchè tocca ogni aspetto della condizione umana: la comunicazione. Quel lettore al quale si riferisce la mia lettera si lamentava del fatto che stanno scomparendo le edicole e diminuiscono i lettori. Chi legge il giornale da un pc o un cellulare, è un “pazzo”, era la sua conclusione.
Con la mia risposta ho inteso segnalare la nascita di un nuovo e diverso tipo di lettore, quindi di giornale, e di un nuovo modo di fare comunicazione, di leggere e scrivere per interpretare la realtà.
Molto abilmente Mario Giordano, giornalista, scrittore e redattore della pagina delle lettere, ha saputo interpretare questa nuova realtà portando acqua al suo “mulino” in maniera intelligente. Ma il problema, anzi i problemi, sul tappeto restano e come!
Uno dei miei poeti preferiti si pose, quasi un secolo fa, il tema del dissidio esistente tra informazione e conoscenza. Lo fece a suo modo, ovviamente, in maniera poetica, per me magistrale. Il poeta e scrittore anglo-americano Thomas Stearns Eliot si pose queste domande:
“Dov’è la vita che abbiamo perso vivendo? Dov’è la saggezza che abbiamo perso nella conoscenza? Dov’è la conoscenza che abbiamo perso nelle informazioni?“
Nella introduzione al suo play The Rock, un coro composto da sette figure maschili e dieci femminili, in uno scenario roccioso, ai piedi di una collina, intonano un prologo alla soluzione del conflitto tra informazione e conoscenza. Correva l’anno 1934 ed era una voce in anticipo sui tempi di oggi:
O perpetual revolution of configured stars, O perpetual recurrence of determined seasons, O world of spring and autumn, birth and dying! The endless cycle of idea and action, Endless invention, endless experiment, Brings knowledge of motion, but not of stillness; Knowledge of speech, but not of silence; Knowledge of words, and ignorance of The Word. All our knowledge brings us nearer to our ignorance, All our ignorance brings us nearer to death, But nearness to death no nearer to God. Where is the Life we have lost in living? Where is the wisdom we have lost in knowledge? Where is the knowledge we have lost in information? The cycles of Heaven in twenty centuries Brings us farther from God and nearer to the Dust.
O rivoluzione perpetua di stelle configurate, o ritorno perpetuo di stagioni determinate, o mondo di primavera e autunno, nascita e morte! Il ciclo infinito di idea e azione, Invenzione senza fine, esperimento senza fine, Porta la conoscenza del movimento, ma non dell’immobilità; Conoscenza della parola, ma non del silenzio; Conoscenza delle parole e ignoranza della Parola. Tutta la nostra conoscenza ci avvicina alla nostra ignoranza, tutta la nostra ignoranza ci avvicina alla morte, ma la vicinanza alla morte non ci avvicina a Dio. Dov’è la vita che abbiamo perso vivendo? Dov’è la saggezza che abbiamo perso nella conoscenza? Dov’è la conoscenza che abbiamo perso nelle informazioni? I cicli del Cielo in venti secoli ci portano più lontano da Dio e più vicini alla polvere.
Ad un’attenta lettura emerge un’altra delle tante parole chiave o tags alle quali ho accennato innanzi. Il confronto tra informazione e conoscenza ci mette di fronte alla ragione fondamentale della nostra esistenza: il problema di Dio.
Ma non è mia intenzione qui estendere la discussione a questo tema. Desidero soltanto risolvere in maniera, quanto più possibile sintetica, il tema iniziale: informazione vs conoscenza, digitale vs cartaceo.
Informazione è tutto ciò che è riconducibile, riportabile e trasformabile in dati, dal latino datum-data (plur.) Essa concorre a formare la conoscenza che, a sua volta, diventa qualcosa-altro che si viluppa nella mente e nel corpo di chi riceve e conosce questi dati. In estrema sintesi, l’informazione tecnologica gestisce in maniera digitale tutto ciò che vive ed esiste e lo trasforma in digits.
Un digit è una cifra, un elemento di un insieme che, preso nel suo insieme, comprende un sistema di numerazione. Pertanto, una cifra è un numero, in un contesto specifico. Nel sistema di numerazione araba decimale (base 10), le cifre sono gli elementi dell’insieme {0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9}.
La scrittura, (all’origine fatta di segni che indicavano lettere, le quali, messe insieme, formano le parole), in questo modo diventa numeri trasformati in impulsi elettrici. Questi formano il testo che leggiamo sullo schermo del pc o del cellulare.
La tecnologia della informazione (IT) fa scorrere questo infinito fiume della comunicazione sugli strumenti che ci mette a disposizione. Un fiume che non ha mai la stessa acqua, nella quale noi ci immergiamo.
«Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va”.
Eraclito lo sapeva bene , anche se non aveva il cellulare. Io, ogni mattina, leggo il giornale sul cellulare e mi bagno restando però sempre all’asciutto. Se voglio bagnarmi, devo conoscere quello che ho letto e che mi è soltanto scivolato addosso. Sono stato soltanto informato. Se voglio conoscere veramente, mi compro il giornale cartaceo.
Dante la chiamava “canoscenza”. Se voglio veramente conoscere, devo fare ciò che leggo mio, sviluppando nella mente, nel corpo e nel comportamento ciò che conta e mi interessa. Il digitale fa informazione, il cartaceo fa conoscenza. Entrambi fanno nascere un nuovo tipo di lettore in cerca, ovviamente, della Verità. Che può essere anche un giornale sul cellulare.