Il viaggio di un “matto” nella Divina Commedia

Antonio Gallo
3 min readMar 24, 2022

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Perché il Dantedì è il 25 marzo? Secondo gli studiosi sarebbe la data d’inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia.

I matti ci incuriosiscono, ci costringono a riflettere, ci cambiano lo sguardo, ci mettono davanti ai nostri fantasmi, non ci lasciano mai indifferenti.

La storia dell’uomo è costellata di individui eccentrici, bizzarri, anticonformisti, visionari, in molti casi con disturbi psichici gravi, ma altamente creativi in campo letterario, artistico, scientifico.

Certo, un matto al giorno non basta per comprendere la vita. I matti sono molti, molti di più. Leggendo questo libro, dal quale riproduco per l’occasione il discorso su Padre Dante, potrete rendervi conto di quanto i cosiddetti “matti” siano di aiuto a chi matto crede di non essere. Io sono uno di questi.

Un libro che stimola a cercare di capire, approfondire, conoscere e riflettere non solo il soggetto ma anche l’oggetto, il mondo intorno e interno.

Insomma, un libro utile, come utile è il ritratto che ne ha fatto l’autore, Giampietro Savuto, un illustre psicoterapeuta, in collaborazione con un gruppo di colleghi e professionisti della comunicazione.

Ci fa capire come i diversi gradi di sofferenza psichica abbiano per comune denominatore l’amore variamente declinato: mancanza di amore, insufficienza di amore, richiesta di amore, eccesso di amore, desiderio di amore. “Amor ch’a nulla amato, amar perdona”, appunto.

Il Libro

Il poeta immaginifico. Il 25 marzo, è in quel giorno del 1300, che il poeta pone l’inizio della sua avventura ultraterrena. Nella Divina Commedia Dante compie uno straordinario viaggio, scendendo nell’orrore infernale, arrancando sulle balze del Purgatorio, spiccando il volo di cielo in cielo, rapito dalla vertiginosa bellezza della luce divina.

È un pellegrino spaurito che teme per la propria sorte di peccatore, ma può contare su due guide che lo sostengono nel suo «fatale andare»: l’amato Virgilio, che rappresenta anche, siamo nel Medioevo e ogni scrittura si carica di più significati, gli insegnamenti della filosofia e l’autorità dell’Impero, e l’amata Beatrice, che rappresenta anche il sapere teologico e il magistero della Chiesa.

La trama della Commedia riflette il grande disegno dantesco di un mondo terreno prefigurazione del mondo ultraterreno, nel quale il potere universale dell’Imperatore, assicurando la pace, è l’unico che può permettere all’uomo di realizzare pienamente se stesso, in attesa di essere beato alla corte dell’Imperatore celeste. Chi si oppone a questo disegno provvidenziale introduce il Male nella Storia ed è responsabile del disordine morale che affligge l’umanità.

Sullo sfondo di questa complessa costruzione ideologica, si snoda il viaggio del protagonista che incontra personaggi indimenticabili: drammatiche figure di dannati; anime miti in attesa, immerse nella eterna primavera del Purgatorio; beati del Paradiso, in cui l’unico elemento sensibile è la luce. Inesorabile il Dante poeta sottopone a inappellabile giudizio i vivi e i morti, distribuendo a sua discrezione sentenze di condanna o di assoluzione.

Possiamo così trovare nel profondo dell’Inferno papi e grandi della terra bollati di infamia, mentre personaggi con considerati peccatori e perfino colpiti da scomunica godono del perdono divino. Sconfitto politicamente, esiliato, ramingo per l’Italia, Dante si vendicherà dei suoi nemici e degli oppositori dell’Impero, riuscendo perfino a destinare, da vivo, alla bolgia dei simoniaci il papa in carica, Bonifacio VIII.

Se Dante personaggio è un piccolo individuo che rappresenta l’intera umanità peccatrice, timorosa di dannazione, Dante poeta investe se stesso di una missione salvifica e, giudice rigoroso e implacabile, OSA ESSERE DIO.

Sublime esempio di delirio di onnipotenza.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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