Il tempo interiore o esistenziale

Antonio Gallo
2 min readOct 14, 2021

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Deportato dallo zarismo, il russo di Kiev Nikolaj Alexandrovic Berdjaev (1874–1948) viene più tardi (1920) esiliato dal regime bolscevico. Si stabilì a partire dal ’25 a Parigi, dove potè scrivere e insegnare sino alla morte. Un suo libro, tra l’esegesi letteraria e la filosofia, “La concezione del mondo di Dostoevskij” lo impose nel 1923 all’attenzione mondiale. Berdjaev in questa e molte opere successive, poneva la libertà come il problema della contemporaneità, e si proponeva di risolverlo in chiave sistenziale e cristologica: radicarsi in Cristo-Dio significa per l’uomo divinizzarsi e così sacralmente riscattare il mondo profano che lo assedia.

“..Oltre al tempo cosmico e al tempo storico, oggettivati e sottomessi, benché in modi diversi, al numero, c’è il tempo esistenziale, il tempo di profondità. Il tempo esistenziale non è pensabile come isolato dal tempo cosmico e dal tempo storico; c’è fra questi tempi una penetrazione reciproca […]

Il simbolo più adatto del tempo esistenziale non è né il cerchio né la linea, ma il punto. Ciò significa che il tempo esistenziale non si presta ad alcuna simbolizzazione spaziale. E’ un tempo interiore, non esteriorizzato nello spazio, non oggettivato. E’ il tempo del mondo della soggettività, non di quello dell’oggettività. Non si presta al calcolo matematico, non si addiziona e non si divide. L’infinità del tempo esistenziale è un’infinità qualitativa, non quantitativa. L’istante del tempo esistenziale non è sottoposto al numero, non è una frazione infinitesima di tempo nell’insieme del tempo oggettivato. Gli istanti del tempo esistenziale sono un’evasione nell’eternità. Non sarebbe giusto dire che il tempo esistenziale equivalga all’eternità, ma, in alcuni istanti, esso partecipa all’eternità. Ognuno sa, per esperienza interna, d’esser stato, in determinati istanti, in comunione con l’eternità. La durata del tempo esistenziale non ha nulla in comune alla durata del tempo oggettivato, cosmico e storico. Essa dipende dall’intensità dell’esperienza interna del soggetto [..]

Ogni atto creatore si compie nel tempo esistenziale ed è solo proiettato nel tempo esistenziale. La sublimazione e l’estasi creativa trascendono il tempo oggettivato e matematico, non avvengono sul piano della misura, nella dimensione orizzontale, ma in quella verticale. Ma il risultato dell’atto creatore si esteriorizza nel corso temporale della storia. L’esistenziale irrompe nello storico; lo storico reagisce di rimbalzo sull’esistenziale. Tutto ciò che della storia è grande e notevole, tutto l’autenticamente nuovo, è appunto slancio verso l’esistenziale, espressione di una soggettività creatrice…”

Nikolaj Alexandrovic Berdjaev
In: “Lunario dei giorni di quiete”, Einaudi, 1997

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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