Il secondo cervello in una chip-pillola

Antonio Gallo
6 min readOct 21, 2023

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Il Libro

Molto interessante la lettura di questo libro che ho fatto in “corpore vili” cioè sul mio smartphone. Una lettura contro me stesso. In effetti, da dinosauro digitale quale sono, non mi stanco mai di ripeterlo, per ricordarmi le differenze, i problemi e gli ostacoli con i quali devo confrontarmi ogni giorno, trovandomi a vivere nel quinto ventennio, attraversando una delle più spettacolari trasformazioni nel mondo della comunicazione umana.

Dico, la lettura di questo libro è stata come fare una lettura di me stesso: i famosi, canonici interrogativi chi-cosa-quando-dove-perchè che riguardano gli esseri umani, questi stessi interrogativi riguardano lo smartphone.

L’autore propone uno smartphone più democratico, più “umano” di quanto possa essere, scusate la ripetizione, l’essere umano. Mi rendo conto che la scrittura di questa recensione fatta direttamente sul mio smartphone mi porta fuori strada. Anzi, no, su di una strada che ben conosco.

Dieci anni fa, sul mio blog unideadivita, diventato archivio dopo di essere passato a MEDIUM, scrivevo del cellulare diventato smartphone in occasione della pubblicazione di un numero speciale che la rivista TIME aveva dedicato a questo secondo cervello.

L’articolo porta la data del 3 settembre 2012, esattamente dieci anni fa. Intitolavo il post “L’uomo senza fili” chiosando il settimanale. Lo ripropongo perchè è l’unico modo per ricordare a me stesso che tutto scorre verso il cambiamento che diventa poi mutazione.

UNIDEADIVITA

Uno degli ultimi numeri della rivista TIME si occupa della rivoluzione “senza fili” che sta avvenendo sulle nostre teste, senza che ce ne accorgiamo. Gran parte di questo numero dell’autorevole settimanale internazionale è dedicata al tema che il direttore Richard Stengel presenta ai suoi lettori in maniera quanto mai sintetica scrivendo: “Il cellulare è diventato una specie di super-estensione di noi stessi: più veloce, più intelligente, più affidabile e sempre acceso. Ci sono più cellulari che servizi igienici in molte parti del mondo. In media, l’attuale telefono portatile possiede più capacità computazionali di quante ne avesse l’astronave Apollo II quando sbarcò sulla luna”. Con queste premesse quanto mai stimolanti, si apre l’inchiesta che si svolge per oltre 24 pagine suddivisa in dieci temi fondamentali che sono altrettante finestre sul nostro modo di vivere e su come il mondo sta cambiando. Sono coinvolti i seguenti argomenti: la democrazia, la socialità, il mercato, la privacy, i comportamenti, la comunicazione, il modo di vedere, il modo di intrattenersi, i sistemi di apprendimento, la salute. Le nostre esistenze sono continuamente rimodulate da questo piccolo aggeggio che in poco tempo, per mezzo di continue e inarrestabili trasformazioni, ha avuto la capacità non solo di trasformare se stesso ma di condizionare e modificare il nostro modo di interagire, pensare e lavorare.

Vediamo in sintesi cosa scrivono i vari giornalisti ed esperti nell’inchiesta. Il primo tema trattato è quello della politica, o meglio della democrazia. E’ noto che Obama, con l’uso intelligente della comunicazione multimediale, ha vinto le passate elezioni. Nella attuale campagna elettorale americana si stanno impiegando centinaia di nuove applicazioni che possono essere scaricate sul cellulare, mettendo in condizione i vari partecipanti alla competizione di essere gestiti e controllati a seconda dei progetti elettorali.

Va detto che queste applicazioni, attraverso i siti sociali quali Facebook e Twitter, sono in grado di movimentare grandi masse di elettori nella gestione delle opinioni e situazioni. E’ stato accertato che nelle scorse elezioni circa il 14 % degli americani votanti hanno comunicato via cellulare il loro voto agli amici. Nelle prossime elezioni sarà interessante sapere come Obama e lo sfidante repubblicano Romney utilizzeranno questa tecnologia per indirizzare e controllare i loro elettori.

Un secondo modo in cui il cellulare sta cambiando il nostro modo di vivere lo si può vedere come i gruppi sociali e le comunità si organizzano utilizzando la messaggistica istantanea. Il così detto “Instant messaging” è quasi sempre privo di “spam” o pubblicità, è personale e ogni messaggio inviato e ricevuto viene sicuramente letto. Là dove la navigazione dei siti, la posta elettronica e le telefonate tradizionali non riescono a convogliare il messaggio, l’IM ha successo. Con esso si può arrivare dappertutto. In questo modo si possono diffondere informazioni, fare politica, raccogliere soldi, favorire un cambiamento sociale per il meglio. Anche da noi è diventato abbastanza diffuso il sistema di fare donazioni inviando messaggi al cellulare con tassa carico dell’utente.

La terza nuova realtà creata dal cellulare è collegata a questa ultima opzione di tipo economico che abbiamo appena menzionato. Il cell è destinato quanto prima a sostituire il portafoglio. E non solo questo, ma anche tutte le carte di credito. Basta avere un “chip” particolare nel telefonino, puntare l’apparecchio ad un lettore elettronico di nuova tecnologia e il gioco è fatto.

Google l’ha già introdotto e si chiama “Google wallet”. Ci sono anche altre applicazioni che in vario modo raggiungono lo stesso scopo. Ovviamente ci sono tutte le precauzioni dell’uso che non sto qui a descrivere. Basta dire che il pagamento via cellulare è già operativo. Un giornalista di TIME ha verificato per l’inchiesta la funzionalità della cosa e sembra che tutto vada per il meglio, pur se con qualche aggiustamento da fare.

La segretezza, o la privacy, è stato un altro argomento della inchiesta. Non ce ne rendiamo conto ma il cellulare sa tutto su di noi e sulla nostra vita digitale. I cellulari della nuova generazione ci mostrano al mondo non appena li accendiamo. Più telefoniamo, mandiamo messaggi, immagini, più facciamo acquisti, navighiamo in rete, più sanno di noi. Nel bene e nel male. Più nel bene, a dire il vero. Almeno finora. Molti casi di criminalità, infatti, sono stati risolti grazie al tracciamento cellulare. Ogni scena di crimine nasconde un “buco” digitale che può servire a risolvere il caso.

Ma sono emersi anche problemi di privacy e di invadenza giudiziaria o poliziesca non sempre corrette. Non fa piacere a nessuno, sia criminali che persone perbene, sapere di essere intercettati, tracciati e registrati senza saperlo o volerlo. Si parla di applicazioni micidiali che possono accedere gli altrui cellulari e infrangere ogni norma di civile convivenza. Non è solo la criminalità a giocare forte ma anche la rivalità e lo spionaggio commerciale.

La sezione dell’inchiesta che si occupa dei cambiamenti nei nostri comportamenti sembra essere molto interessante. Ormai il nostro cellulare è sempre acceso. Camminiamo, parliamo, dormiamo e siamo sempre connessi. E’ straordinario vedere come uno strumento che soltanto qualche anno fa sembrava un oggetto superfluo e ridondante, grosso quanto una scarpa, in così breve tempo, sia diventato tanto indispensabile. Il segreto del suo successo è legato ad una parola: mobilità. Ormai non sappiamo muoverci senza il cellulare.

Una volta non si usciva di casa senza il portafoglio. Oggi ne possiamo fare a meno, tanto lo sostituisce il cellulare, come abbiamo avuto modo di vedere innanzi. Davvero questo gadget senza fili contiene tutto. Il mondo è a portata di mano. Il bello è che possiamo farlo sapere a tutti. Per verificare e certificare quello che è successo in così breve tempo, i giornalisti di TIME hanno fatto alcune domande che sono autoreferenziali, nel senso che ognuno può dare la risposta che crede.

Tutte queste risposte confermeranno il fatto che il cellulare è l’uomo digitale senza fili. Alla domanda cosa pensate voi del fatto di essere connessi sempre, gran parte degli interrogati hanno risposto che è utile, di aiuto e indispensabile. Alla domanda quanto questa tecnologia senza fili abbia cambiato la vita, i più hanno detto molto per la famiglia, per la sicurezza, per le informazioni, per il lavoro e l’istruzione. Tra le funzioni più importanti del cellulare sono state menzionate l’invio di messaggi, la navigazione, le fotografie, la socializzazione.

Circa il 70% degli intervistati ha sul comodino il cellulare quando va a letto. Più della metà ha anche dichiarato che questa tecnologia aiuta il mondo del lavoro e del commercio. Un aspetto importante dell’inchiesta riguarda l’uso del cellulare come macchina fotografica. in un mondo dove apparire sembra più importante dell’essere, l’immagine ha un ruolo centrale. La fotografia ha un potere testimoniale riassuntivo dell’esistenza. Oggi ci ritroviamo un occhio fotografico ovunque. In tempo reale il mondo è diventato digitale e senza fili.

Non mi resta che aspettare. “Dai tempo al tempo”, diceva mio Padre tipografo stampatore post gutenberghiano e aveva ragione. Quanto prima non avremo nemmeno più bisogno del cellulare diventato smartphone. Diventeremo talmente “smart” (intelligenti) che una chip-pillola nel cervello ci metterà in comunicazione con il mondo. L’ho previsto come mi confermò il direttore del “Corriere della Sera” quando pubblicò la lettera che segue sul quotidiano come potete leggere qui di seguito:

Corriere della Sera 17 novembre 2019

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Antonio Gallo
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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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