Il mio primo amore fu “Graziella”…
Tutto mi sarei aspettato tranne quello di trovare nella pagina delle lettere di un quotidiano l’invito a scrivere del “primo amore”. Alla mia età, poi.
Ottanta anni e passa non sono pochi, ma sono davvero tanti per ricordare. Ci ho riso un pò su dapprima, poi, la memoria ha solleticato la mia vanità che ad una certa età è davvero insostenibile nella sua leggerezza.
Non so cosa leggerò nei prossimi giorni su questo argomento, posso soltanto immaginare i voli pindarici e le melodie mai sentite su un argomento del genere. Sembrano essere sempre le migliori, se scritte, cantate e lette ad una certa età.
Il mio “volo” va agli anni del ginnasio, il biennio che precedeva un tempo il liceo. Quello classico, che frequentai senza molto successo, nella Valle preromana dei Sarrasti, a poca distanza dalla Pompei romana.
Non avevo molta voglia di studiare, specialmente le lingue classiche, il latino e il greco. Non è che non mi piacessero tutti quei classici sempre tanto moderni. Non mi piacevano gli insegnanti. Preferivo la lingua francese.
Fu quella pirotecnica insegnante dai capelli rossi, con quel volto tutto lentiggini sotto quel cappello rosso, con quell’ombrellino che portava con sè anche quando non pioveva. Aveva attirato tutta la mia attenzione, sin dal primo giorno quando era entrata in classe, agitando quel suo fatidico ombrello.
Tutto a scapito di Cicerone e Luciano. Fu la lettura del “classico” che ci faceva studiare: “Graziella” di Alphonse de Lamartine a farmi innamorare di lei. Indimenticabile quella lettura in puro francese della tempesta nel mare di Procida. L’episodio, un tipico tòpos della letteratura epica, ma non greca, mediterranea. Lamartine esprime nel romanzo il suo amore per la letteratura romantica.
In particolare il ricordo va a “Corinna o l’Italia” di Madame de Staël, agli anni di apprendistato di Wilhelm Meister e “I dolori del giovane Werther” di Goethe e le “Ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo.
L’autore confessa tutta la sua ammirazione per Paolo e Virginia di Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre, romanzo che si trova al centro del racconto.
Il viaggio in Italia e la ragazza ribattezzata “Graziella” nel romanzo hanno ispirato a Lamartine diverse poesie. Graziella è diventata un mito, tanto che la sua immagine di donna procidana solare, semplice e bella.
Per me era la prof e me ne innamorai. Fui rimandato e successivamente bocciato in greco e latino. Fui costretto ad emigrare altrove. Tutta colpa di “Graziella”, il mio primo amore. La mia prof. Lo confesso.