Il Festival della Vita

Antonio Gallo
1 min readJan 17, 2023

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Avvenire

Ecco, le parole sono quelle giuste. Pure con la maiuscola. Il Festival della Vita. Qui da noi in Italia. Con le parole, ci sono tutti. Una città con i suoi fiori, il suo santo e, soprattutto, le sue canzoni. Un rito che, non a caso, “ritorna” implacabile ogni anno, nel bel mezzo di un inverno in ritardo, ma sempre destinato prima o poi ad arrivare. Quando arriva, sia l’uno che l’altro, si fanno sentire ben oltre i confini nazionali, in un inverno dell’anima. Sul palcoscenico con le note, oltre i soliti, allegri canti, risuoneranno anche le dolenti note di tanti che, un bel altro tipo di destino, ha costretti a non poter più cantare. Ci sarà anche il solito cronista scrittore, con il suo ultimo annuale libro e la sua ultima, implacabile intervista, a quell’immancabile presidente che canterà ancora una volta il suo canto di libertà per il suo popolo sempre in guerra. Su quel palcoscenico risuoneranno canti, canzoni e canzonette in tutte le lingue, l’inno del Festival di una Vita (con la maiuscola!) folle, per simboleggiare l’orribile trionfo della Morte di migliaia di innocenti.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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