Il diavolo non veste solo tecno …
Ricorderete “Il diavolo veste Prada” un film che esplora temi legati alla moda, al lavoro e alle pressioni sociali. Il titolo si riferisce al personaggio di Miranda Priestly, interpretato da Meryl Streep, che è la direttrice della rivista di moda Runway.
Miranda è caratterizzata da un comportamento autoritario e spietato, tanto da essere paragonata a un “diavolo”. La frase implica che, nonostante la sua natura severa, Miranda è anche estremamente elegante e sofisticata, dato il suo legame con il prestigioso marchio di moda Prada.
Francesco, ovviamente, non ha niente a che fare con Miranda, spero di non essere considerato blasfemo. Il Papa fa il suo lavoro, che non è affatto un “mestiere”, ma una missione. Come tutte le missioni, la sua ha un senso metafisico e soprannaturale.
Si appella allo “Spirito santo”, non può avere un comportamente autoritario e spietato. Il fatto è che non è per nulla facile conciliare l’essere umano chiamato Francesco con la sua missione di Papa, Vicario di Cristo.
Rappresenta Gesù sulla terra, successore del principe degli Apostoli, San Pietro, a cui Gesù conferì il primato sulla Chiesa, Capo del Collegio dei Vescovi, guida i cattolici nel mondo, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, detiene autorità su questo stato indipendente, non può quindi essere un “diavolo”.
Ma ci sono tutti gli elementi per commentare quello che dice. Francesco, come Papa, affronta spesso il tema del diavolo e delle sue tentazioni nel contesto moderno, sottolineando come la tecnologia e la superstizione possano fungere da strumenti per il male.
Questo discorso è stato parte di un ciclo di catechesi incentrato sul ruolo dello Spirito Santo nella vita dei credenti. Francesco ha evidenziato che il diavolo tenta l’umanità attraverso la tecnologia, l’occultismo e le superstizioni.
Ha affermato che molti oggi non credono più nell’esistenza del demonio, considerandolo solo un simbolo o una metafora. Ha citato Charles Baudelaire per sottolineare che “la più grande astuzia del demonio è far credere che non esista” .
Il Papa ha avvertito che la superstizione è una forma di dialogo con il male, esortando i fedeli a mantenere le distanze. Ha affermato: “Con il diavolo non si dialoga, lo si caccia via” .
Papa Francesco ha messo in guardia contro i pericoli della pornografia online, definendola una “brutalità” e un esempio di come la tecnologia possa essere sfruttata dal demonio per tentare le persone .
Ha inoltre sottolineato che, sebbene la tecnologia offra molte risorse positive, essa presenta anche innumerevoli opportunità per cadere nelle tentazioni. Il Papa ha notato che, mentre il diavolo è stato scacciato dalla fede, è rientrato attraverso superstizioni e pratiche occulte, invitando i cristiani a vigilare e a rimanere sobri .
Gli inviti del Papa mettono in luce la necessità di riconoscere le insidie moderne esortando i fedeli a resistere con la forza dello Spirito Santo. Papa Francesco ha identificato tre veleni del diavolo che rappresentano tentazioni diffuse e pericolose nella vita dei credenti.
Questi veleni sono l’attaccamento eccessivo ai beni materiali, al denaro e ai ruoli sociali. Il diavolo tenta le persone a soddisfare i propri bisogni materiali in modo egoistico, come dimostrato nel racconto della tentazione di Gesù nel deserto, dove il maligno lo invita a trasformare le pietre in pane per soddisfare la sua fame.
Il secondo veleno è la sfiducia nei confronti di Dio. Il diavolo insinua dubbi sulla bontà e sull’intenzione divina, spingendo le persone a mettere alla prova Dio o a ricattarlo, come quando suggerisce a Gesù di buttarsi giù dal tempio per vedere se Dio lo salverà.
Infine, il veleno del potere si manifesta nel desiderio di dominare sugli altri e di ottenere il controllo a tutti i costi. Questo veleno porta a una smania di prevalere sugli altri, distogliendo le persone dalla loro dipendenza da Dio e spingendole a cercare il potere attraverso mezzi terreni.
Sono veleni che colpiscono non solo Gesù, ma anche ogni individuo, portando alla divisione tra le persone e alla solitudine spirituale. Ha esortato i fedeli a non dialogare con il diavolo e a opporre la Parola di Dio come antidoto contro queste tentazioni.
Il rifiuto del mistero della vita è il veleno in assoluto, un tema complesso e profondo che può manifestarsi in vari modi nella società contemporanea. In un mondo sempre più dominato dalla dalla razionalità tecnologica, molte persone cercano risposte tangibili.
Questa ricerca di certezze può portare a una negazione del mistero intrinseco della vita, che è spesso caratterizzato da incertezze, domande senza risposta e complessità.
Accettare il mistero della vita implica anche accettare l’imprevisto e l’incertezza. Molti individui possono sentirsi sopraffatti da questa idea, preferendo rifugiarsi in routine e schemi prevedibili, piuttosto che abbracciare l’ignoto.
Rifiutare il mistero della vita può significare anche trascurare il valore delle esperienze uniche e irripetibili che la vita offre. Ogni persona ha una storia da raccontare, e spesso le esperienze più significative sono quelle che sfuggono a una spiegazione razionale.
Il mistero della vita è spesso legato a questioni esistenziali e spirituali. Alcuni possono rifiutare di esplorare queste dimensioni, preferendo un approccio materialista o scientifico che non contempla la possibilità di significati più profondi o trascendenti.
Le relazioni sono uno degli aspetti più misteriosi della vita. L’incapacità di comprendere completamente gli altri, le loro emozioni e motivazioni può portare a una certa distanza emotiva. Rifiutare il mistero delle relazioni significa anche perdere la bellezza dell’imperfezione e della vulnerabilità.
Il mistero della vita è inevitabilmente legato alla morte e all’ignoto che essa comporta. La paura di affrontare la propria mortalità può spingere le persone a rifiutare qualsiasi riflessione sul significato della vita stessa.
Una una visione limitata dell’esistenza, priva gli individui delle opportunità di crescita personale, di connessione emotiva e di scoperta. Accettare il mistero significa abbracciare la complessità della vita, riconoscendo che non tutte le domande hanno risposte chiare e che la bellezza dell’esistenza risiede spesso nell’ignoto.
Rifiutare il mistero della vita può avere diverse conseguenze significative, sia a livello individuale che sociale. Quando si ignora il mistero della vita, si corre il rischio di perdere il senso di meraviglia e significato nell’esistenza.
Le esperienze quotidiane possono apparire vuote o prive di valore, portando a una vita percepita come monotona e priva di scopo. Il rifiuto del mistero può portare a una distanza emotiva nelle relazioni interpersonali.
Senza la capacità di apprezzare l’imprevedibilità e la complessità delle relazioni umane, le persone possono diventare più ciniche e meno empatiche, riducendo la qualità delle loro interazioni sociali.
La frase “la più grande astuzia del demonio è far credere che non esista” spiega come questa astuzia possa manifestarsi nella società contemporanea e la sua negazione dell’esistenza del demone non solo diminuisce la consapevolezza delle forze maligne, ma può anche portare a una maggiore vulnerabilità di fronte alle tentazioni e alle crisi morali.
Questo concetto invita a una maggiore vigilanza e discernimento nella vita quotidiana, suggerendo che riconoscere l’esistenza del male è fondamentale per affrontarlo efficacemente.
Il diavolo non veste solo tecno, il demone veste una realtà complessa in cui le influenze della realtà e della tecnologia si intrecciano. Entrambi i mondi presentano sfide e opportunità, rendendo il “male” una figura poliedrica che trascende i confini tradizionali.