Il “coprifuoco” della natura e quello di Covid 19
“La campana batte il rintocco del crepuscolo,/la mandria che muggisce si stende lentamente sul prato,/il contadino cammina stancamente verso casa,/e lascia alla oscurità e a me il mondo.”
C’è una parola in lingua inglese che mi ha sempre affascinato per la sua dimensione linguistica, sia in senso letterale che metaforico. Tuttora in uso, “curfew”, in italiano “coprifuoco”, ha una forte risonanza poetica ed è stata usata spesso in poesia. Oggi, purtroppo la troviamo in contesti poco poetici, come quando ci sono emergenze di vario genere. Questa che stiamo vivendo da oltre un anno è una emergenza senza dubbio planetaria.
Un nemico tanto invisibile quanto misterioso minaccia il pianeta Terra con i suoi abitanti. Una decisione di questo genere sta facendo discutere non soltanto da noi ma in quasi tutti i paesi del mondo. Sono in gioco i diritti fondamentali di ogni essere umano: la sua libertà di movimento e il suo diritto alla salute. In entrambi i casi sono diritti individuali quanto collettivi. Ma come si fa a conciliarli?
Famoso l’incipit nella foto sopra che riproduce i primi quattro versi della famosa poesia di Thomas Gray, poeta esponente del pre-romanticismo inglese, degno compagno della poesia preromantica italiana con Ugo Foscolo. Il termine “coprifuoco”, usato in poetica, sembra invece essere l’ordine dato all’occhio della natura di chiudere ogni contatto con il mondo e lasciare tutte le cose al mistero della vita. La poesia che vi presento lo dimostra.
E’ stata scritta da Henry Wadsworth Longfellow (1807–1882) uno scrittore e poeta statunitense, tra i primi letterati americani ad assurgere a fama mondiale. Longfellow fu il più famoso poeta della scena del New England nell’’800. Fu un acceso promotore dell’abolizione della schiavitù negli anni prima e durante la Guerra Civile Americana insieme ad altri intellettuali.
Intorno al 1862 diede vita al cosiddetto “Circolo Dante” atto a promuovere la conoscenza della Divina Commedia di Dante Alighieri negli Stati Uniti. Insieme ai suoi colleghi del circolo, Longfellow ne portò a termine la prima traduzione statunitense in inglese nel 1867. Da allora il successo dell’opera di Dante in America fu costante ed in seguito il Circolo diventò la “Dante Society”, una delle più famose associazioni di dantisti nel mondo.
La poesia che ho tradotto liberamente ha non solo qualcosa di malinconico e triste, ma anche di decisivo e finale, quasi una apocalittica, prevedibile conclusione naturale di un evento che può accadere in qualsiasi momento.
Si arriva alla conclusione della lettura e ci si rende conto che accade e si ripete ogni giorno con quella parola decisiva che è il “curfew”. Il “coprifuoco”, quando l’occhio della natura si chiude sulla natura stessa. È chiaro che l’evento riguarda non solo la stessa natura che lo crea, ma anche ogni essere vivente che in essa ritrova e vive, in particolare ogni uomo.
Curfew/Coprifuoco
I.
Solemnly, mournfully,/Dealing its dole,/The Curfew Bell/Is beginning to toll.
Solenne, triste,/Suona il suo dolore,/La campana del coprifuoco/Comincia a rintoccare.
Cover the embers,/And put out the light;/Toil comes with the morning,/And rest with the night.
Coprite le braci,/Spegnete la luce;/La fatica al mattino,/Il riposo la sera.
Dark grow the windows,/And quenched is the fire;/Sound fades into silence,/All footsteps retire.
Si oscurino le finestre,/Si plachino i fuochi;/Il suono finisca in silenzio,/Tutti i passi rientrino a casa.
No voice in the chambers,/No sound in the hall!/Sleep and oblivion/Reign over all!
Nessuna voce nelle stanze,/Nessun rumore nel salone./Il sonno e l’oblio/Regnino ovunque.
II.
The book is completed,/And closed, like the day;/And the hand that has written it/Lays it away.
Il libro si è concluso,/Chiuso, come il giorno;/E la mano di chi l’ha scritto/Lo porti via.
Dim grow its fancies;/Forgotten they lie;/Like coals in the ashes,/They darken and die.
La nebbia faccia sorgere le fantasie;/Esse giacciono dimenticate;/Come carboni nella cenere,/Anneriscono e muoiono.
Song sinks into silence,/The story is told,/The windows are darkened,/The hearth-stone is cold.
Il canto si spegne nel silenzio,/La storia e’ finita,/Le finestre sono state oscurate,/Il focolare è freddo.
Darker and darker/The black shadows fall;/Sleep and oblivion/Reign over all.
Sempre piu’ scure/Cadono le ombre;/Il sonno e oblio regnano ovunque.
“Curfew”
by Henry Wadsworth Longfellow