Il 24 ottobre del 79 d. C.

Antonio Gallo
2 min readOct 22, 2021

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Il Libro

Plinio il Vecchio Scrittore, naturalista stoico e ammiraglio (23 d.C. — 79 d.C.) È il 24 ottobre del 79 d.C.: l’eruzione del Vesuvio è iniziata. Il cielo sopra Pompei ed Ercolano è denso di fumo e di esalazioni, la terra trema.

Gli abitanti, terrorizzati, cercano scampo nella fuga. Molti si assiepano sulla riva del mare, sperando aiuti dall’acqua.

Plinio è il comandante della flotta del Miseno e, mentre tutti tentano di allontanarsi dalle terre del vulcano, accorre per portare aiuto. Ciò che lo spinge è certamente il desiderio di salvare vite, ma forse anche la curiosità scientifica, vivissima in un uomo che ha passato l’esistenza a raccogliere e catalogare in una vastissima opera enciclopedica, la Naturalis Historia, tutto il sapere dell’antichità, di osservare da vicino un fenomeno tanto eccezionale.

Il ribollire del mare, mentre lapilli infuocati iniziano a piovere sui marinai, impedisce alla flotta di avvicinarsi alla riva. La gente, che aveva salutato con grida di giubilo il loro apparire all’orizzonte, vede le navi allontanarsi. La disperazione si impadronisce di tutti: capiscono che nessuno arriverà a salvarli. L’ammiraglio si cala in una barca a remi e, pur con grande difficoltà, riesce a entrare nel porto di Stabia.

È il nipote, Plinio il Giovane, che in una lettera a Tacito ci racconta cosa sia successo allo zio. Plinio incontra un amico sulla spiaggia e lo convince a tornare a casa con lui. È coperto di cenere e chiede di lavarsi. I famigliari sono in preda al terrore, ma l’ospite va comunque accolto e gli imbandiscono la tavola. L’ammiraglio ostenta tranquillità e si intrattiene a cena in ameni conversari, poi si corica e dorme sereno.

Da dove gli viene tanta sicurezza? Difficilmente la sua mente scientifica può illudersi. Sa che il suo destino è segnato. Vuole però comunicare un senso di fiducia e infondere coraggio, comportandosi in modo il più possibile normale, senza lasciar trapelare ansia e angoscia.

Svegliato, decide con i suoi ospiti di uscire per non restare intrappolato in casa, mentre si odono terribili boati, coprendosi la testa con cuscini. Viene il mattino, ma la luce del sole non filtra. Si stende a terra sopra un lenzuolo e beve avidamente. Tutti fuggono in preda al panico. L’aria è ormai satura di esalazioni mortali. Dopo tre giorni il suo corpo viene trovato intatto, «l’aspetto più simile a un uomo che dorme che a un morto.”

Almamatto. Un matto al giorno.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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