Identità. Una insostenibile leggerezza

Antonio Gallo
2 min readOct 3, 2022

--

Il Libro

La recente pubblicazione di un nuovo quotidiano è sempre una festa non solo per chi decide di intraprendere una iniziativa del genere in un tempo in cui sono più le persone che scrivono di quelle che leggono, ma è anche una festa per la libertà delle idee. Sembra che queste non manchino mai in un’epoca come la nostra che vede scorrere sempre più gonfio il flusso della comunicazione. Questo nuovo giornale dichiara di voler essere un giornale che faccia della identità il suo messaggio principale. E’ evidente, allora, che se tutti vogliono scrivere, e sono sempre meno le persone però disposte a leggere, il problema della identità è davvero un problema reale. Esiste e come, se ognuno crede di averne una, ma pochi sanno cos’è. Questo libro uscito da poco cerca di aiutare chi la cerca. Ecco la presentazione editoriale. Ho letto alcuni estratti del libro e ho trovato intrigante ed affascinante insieme l’idea buddista di liberarsi dell’illusione di aver un sè. Chi, invece, diventerà lettore di questo nuovo giornale potrà pacificamente affermare il contrario. Bisogna fare attenzione a non perdere se stessi.

In Losing Ourselves, Jay Garfield, uno dei massimi esperti di filosofia buddista, offre un resoconto breve e radicalmente chiaro di un’idea che a prima vista potrebbe sembrare spaventosa ma che promette di liberarci e migliorare le nostre vite, le nostre relazioni e il mondo. Attingendo al buddismo indiano e dell’Asia orientale, al taoismo, alla filosofia occidentale e alle neuroscienze cognitive, Garfield mostra perché è perfettamente naturale pensare di avere un sé e perché in realtà non ha alcun senso ed è persino pericoloso. Soprattutto, spiega perché liberarsi dell’illusione di avere un sé può renderti una persona migliore.

Esaminando un’ampia gamma di argomenti a favore e contro l’esistenza del sé, “Losing Ourselves” sostiene che non ci sono solo buone ragioni filosofiche e scientifiche per negare la realtà del sé, ma che possiamo condurre vite sociali e morali più sane se riusciamo a capire che siamo persone altruiste. Il libro descrive perché l’idea buddista di non-sé è così potente e perché ha immensi benefici pratici, aiutandoci ad abbandonare l’egoismo, ad agire in modo più morale ed etico, ad essere più spontanei, a comportarsi in modo più esperto e a navigare più abilmente nella vita ordinaria. Superare l’illusione di sé significa anche uscire dall’isolamento dell’identità di sé e diventare una persona che partecipa con gli altri all’impresa condivisa della vita. Il risultato è un libro trasformativo sul perché non abbiamo nulla da perdere, e tutto da guadagnare, perdendo noi stessi.

Il Giornale

--

--

Antonio Gallo
Antonio Gallo

Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

No responses yet