Hedy Lamarr: io me la ricordo …
Shakespeare fece fare alla sua Giulietta quella famosa domanda “cos’è un nome?”, mentre si interrogava sulla sua identità e su quella di Romeo nella rivalità tra le loro due famiglie. Basta cambiare nome, o non dirlo e tutto cambia. Quando mi sono imbattuto in questo nome, mentre leggevo questo libro sui “matti”, mi ha riportato indietro nel tempo, nel mio “cinema Paradiso” a Sarno, nella Valle dei Sarrasti, oltre mezzo secolo fa. Era il 1958, lo ricordo bene, al cinema Moderno, oggi scomparso. Il film, in bianco e nero, aveva un titolo che era tutto un programma per noi giovani sbarbatelli di provincia, appena oltre i 18 anni, pronti per evadere il divieto di visione ai minori di un film che aveva un titolo che prometteva tutto: “L’animale femmina”.
Pieni di ormoni, alle fioche luci del bianco e nero, con le prime sigarette acquistate sciolte, ci aspettavamo immagini proibite da un film con un titolo simile. Impossibile capire, oggi, a distanza di poco più di una manciata di anni, questa atmosfera. Lo schermo del cinema era l’unico modo per immaginare come era il mondo “fuori”.
Specialmente poi, il mondo femminile. Non sapevo allora che la bellissima Hedy Lamarr aveva girato un altro film che, tra le tante sue cose che leggerete qui di seguito, l’avrebbe fatta passare alla storia del cinema come l’attrice che ha girato la prima scena nuda: il primo nudo integrale del cinema. Ma la Hedy non fu solamente questo. Fu anche altro, e che altro! Leggete quello che ha scritto l’autore del libro che ho citato innanzi e vi convincerete:
Nasce il 9 novembre 1914, a Vienna, Hedy Lamarr, pseudonimo di Hedwig Eva Maria Kiesler, attrice e inventrice austriaca, naturalizzata statunitense. La diva era solo una copertura. Una donna come quella, lì dentro, in quell’ufficio, non l’avevano mai vista. Di donne in generale ne entravano poche. Chiese dove si faceva richiesta per un brevetto, nessuno le rispose.
Era il 1941, lei era Hedy Lamarr, una delle più celebri dive di Hollywood. Era quella del primo nudo integrale della storia del cinema, nel film “Estasi”. Era quella che si diceva fosse fuggita dall’Europa perché ebrea. Era quella dagli innumerevoli mariti, quella a cui erano ispirati i volti di “Biancaneve” e di “Catwoman”, la diva capricciosa e instabile. Quasi le risero in faccia all’Ufficio Brevetti: la star del cinema che giocava a fare la scienziata!
Certo, era un po’ stramba come tutte le dive, pensarono. Ma quello che gli scettici impiegati (e non solo loro) ignoravano era che Hedy Lamarr, prima di puntare sulla bellezza e sul cinema, aveva studiato ingegneria a Vienna. Con successo. E aveva deciso, dall’America, di combattere il nazismo, come poteva.
Il brevetto fu registrato, nel 1942, con il numero 2.292.387 a nome Hedy Kiesler Markey (il suo vero nome) e George Antheil, il compositore che con lei aveva messo a punto il progetto. Si trattava del Secret communication system, un sistema di modulazione per la codifica di informazioni da trasmettere su frequenze radio verso un’entità che li riceverà nello stesso ordine con il quale sono state trasmesse.
Cadde presto nel dimenticatoio, con la Marina americana che lo ritenne inutilizzabile. Fino al 1962 quando, a brevetto scaduto, il sistema fu adottato sulle navi americane impegnate nel blocco di Cuba. Solo quando fu tolto il segreto militare, nel 1985, la grande intuizione di Hedy e di Antheil fu chiara a tutti e l’attrice (che aveva passato gli ultimi anni tra denunce, cause legali, cleptomania, psicofarmaci, instabilità mentale e difficoltà finanziarie) ottenne il giusto riconoscimento.
Da allora sono stati registrati oltre 1200 brevetti su quella che è la tecnologia spread-spectrum, che viene usata oggi non solo nella crittografia e per scopi militari ma anche nella telefonia cellulare e nei sistemi wireless. In Germania, Austria e Svizzera, il 9 novembre si festeggia il Giorno degli inventori, in onore della geniale inventrice viennese Hedwig Eva Maria Kiesler, in arte Hedy Lamarr. Il più geniale brevetto che ha creato è stato Hedy Lamarr.