“Formichelle” di ieri, “formichelle” di oggi nella Valle di Tramonti

Antonio Gallo
4 min readAug 12, 2024

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L’ultima “formichella” della Valle di Tramonti (Foto@angallo)

Le “formichelle” di Tramonti si riferiscono a un antico sentiero, noto come “Sentiero delle Formichelle”. E’ un tributo a quelle donne che, nel corso dei secoli, hanno trasportato pesanti ceste di limoni dai terrazzamenti della zona fino alle località costiere di Maiori e Minori. Queste donne, chiamate “formichelle” per la loro laboriosità e dedizione, affrontavano il difficile percorso montano per consegnare i limoni, un prodotto locale di grande valore.

Il sentiero si snoda attraverso paesaggi panoramici e storiche mulattiere, coprendo un percorso di circa 8 chilometri, con una durata di circa 4–5 ore. Durante l’escursione, i partecipanti possono esplorare la storia e la cultura della zona, visitando chiese, antichi borghi e giardini di limoni, fino a raggiungere il mare. Il sentiero è diventato un’attrazione turistica popolare, con escursioni guidate che terminano in una dolce pausa presso il bistrot di Sal De Riso, dove è possibile gustare dolci ispirati a questa tradizione, come la “Delizia al limone” e il dolce “Sentiero delle Formichelle”.

In un’epoca social come la nostra, il sentiero è un percorso di memoria. Alla maniera “proustiana”, è diventato anche una idea letteraria per opera di una giovane e brillante scrittrice di origine non locale, bensì siciliana: Alessia Castellini. Ho avuto già occasione di scrivere di questo libro qui su MEDIUM, per fatto personale, per così dire, a pochi giorni dalla pubblicazione. Lo faccio ancora una volta, dopo di avere avuto il piacere di assistere alla cerimonia della presentazione in loco del libro.

A poca distanza da Polvica, la frazione “capitale” del Comune dove sono nato, nel borgo di Novella, trascorro gran parte del miei giorni insieme a mia moglie. Sull’altro lato della Valle, che dal Valico di Chiunzi conduce al mare di Maiori, davanti all’’antica Chiesa di Sant’Elia a Paterno, inizia il sentiero che porta il nome delle “formichelle”.

Nella foto che correda questo post, l’Autrice del libro, il Sindaco di Tramonti e gli organizzatori dell’evento rendono omaggio a chi sopravvive alla sua straordinaria esperienza di vita: l’ultima “formichella”. Pochi giorni dopo l’annuncio in rete del libro, Amazon mi aveva fatto avere due copie dell’opera. In occasione dell’incontro con l’Autrice, mia moglie si è fatta dedicare la sua copia. Io, invece, ho preferito proporre alla scrittrice Castellini alcune considerazioni alle quali ha cortesemente risposto.

Le ho chiesto cosa resta dei temi e dei problemi che solleva nel suo libro per i giovani di questa Valle, del significato che racconta le vicende vere o immaginate dell’ultima “formichella”, e qual’è il messaggio che lascia ad essi. Sono temi, argomenti e problemi che anche io, da tramontino nato, mi sono posto e ho proposto, ormai quasi un ventennio fa. Per conservare la memoria dei luoghi infatti, scrissi un libro per favorire il restauro della Chiesa di San Bartolomeo di Novella.

Una delle Chiese che don Emilio D’Antuono, mitico parroco di questi luoghi regge, ormai da molti anni, insieme a quella di Sant’Elia profeta. L’occasione era quella di proporre non soltanto “Un’idea di vita. Una Chiesa e un Villaggio da salvare”, come dal titolo del libro, ma anche l’idea di un futuro diverso e migliore per questa comunità. Si susseguono le amministrazioni, si rincorrono i programmi, si infittiscono le idee, tutto scorre e si trasforma.

Le “formichelle” le ricordo anche io. Non erano solo “formichelle” donne, ma anche uomini, quando partivano dalla frazione di Corsano, alla volta dei mercati di Pagani e Nocera con i loro “cuofani” carichi non solo di limoni ma anche di frutta, verso e oltre il Valico. Ben più dei km del sentiero turistico di oggi. Con mia Nonna Vincenza trascorrevo l’estate. Con un lungo viaggio in autobus, da Sarno a Pagani, con la Sita risalivo il Chiunzi, scendevo al bivio di Casa Salsano, raggiungevo Polvica e poi sempre a piedi andavo Corsano. Prima di me, mio Padre aveva fatto lo stesso percorso. Ma lui faceva il “sentiero” del Chiunzi, la scalata al valico per incontrare la sua metà del cielo.

Oggi altre “formichelle” scorrono lungo questa rete che collega i tredici villaggi. Un tempo fatta di ardite e faticose mulattiere, oggi rete di strade asfaltate sulle quali sfrecciano altre “formichelle” su due e quattro ruote. Ben presto voleranno i droni. La magica, iconica e letteraria descrizione che ne fece lo storico amalfitano Matteo Camera rimane nella memoria di chi la legge come come un documento del tempo perduto. Il libro di Alessia Castellini le ha riportate in vita. Onore a lei, tutti in fuga verso Maiori, ad majora!

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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