“Flaming June”, ovvero “il Giugno Fiammeggiante”

Antonio Gallo
2 min readJun 3, 2021

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Flaming June, by Frederic Leighton, 1895, Museo de Arte de Ponce, Puerto Rico. Courtesy Wikimedia/Creative Commons.

Frederic Leighton, (1830–1896) Presidente della “Royal Academy” di Londra, fu uno dei pittori più celebri dell’epoca vittoriana quando dipinse la sua opera più famosa, e il suo canto del cigno, “Flaming June” nel 1895. Era un omaggio alla statua di Michelangelo, “Notte”, creata per la Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo a Firenze intorno al 1530, che Leighton considerava una delle maggiori realizzazioni della civiltà occidentale. Mentre la figura a riposo di Michelangelo è fatta di marmo nudo, fresco e solenne, quella di Leighton è un’ondata di colori caldi e carnali.

Il sottile velo trasparente color zafferano che avvolge il corpo della donna a forma di S, i lunghi capelli ramati, il rossore della guancia che tradisce la possibilità che la donna sappia di essere osservata e sta solo fingendo di dormire, le pieghe e i contorni compressi al centro, come un fiore in piena fioritura in un ambiente vagamente classico, mediterraneo. L’oleandro nell’angolo in alto simboleggia la vicinanza del sonno e della morte.

“Flaming June” fu acquistato subito dopo la morte dell’artista nel 1896 dall’editore della rivista “Graphic”, che ne offrì cartoline ai suoi lettori.
Nonostante la sua popolarità tra il pubblico vittoriano, le opere di Leighton sono passate di moda. Quando è stato offerto alle principali gallerie per diffondere una canzone negli anni ’60 non ci furono acquirenti fino a quando un uomo d’affari portoricano,
Luis A. Ferré, lo ha acquistato per il suo nuovo museo dove l’opera che è stata definita “il più meraviglioso dipinto esistente” ora risiede.

Michelangelo

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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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