“Filippo il pazzo” e la storia del castello incantato

Antonio Gallo
3 min readMay 3, 2024

Filippo Bentivegna, scultore dell’Art Brut (1888–1967). Genio o pazzo? I suoi sudditi sono teste calcaree che a Sciacca prendono vita tra erba e alberi del giardino. Dignitario di corte è il pittore svedese Lilieström, insignito di questo titolo durante una visita al re Filippo. In un podere alle falde del monte Kronio, si erge il Castello Incantato, un’incredibile fortezza governata dal sovrano, «Sua Eccellenza» Mastru Filippu. Di umile origine contadina, Filippo Bentivegna nasce il 3 maggio 1888 a Sciacca, paesino siciliano che abbandona in giovane età per rincorrere il sogno americano alle porte di Chicago. Qui contribuisce con sudore e sangue alla costruzione della ferrovia Transcontinentale. Tuttavia, nel 1919, un misterioso incidente (una colluttazione con un rivale in amore?) lo riporta violentemente alle radici della terra siciliana. Il trauma cranico e la conseguente amnesia certificano Bentivegna inabile al lavoro. Da quel violento colpo in testa inizia una storia di follia e incanto: trascorre i successivi cinquant’anni di vita a ricercare la testa perduta tra i 3000 volti tutti diversi che incide sulle rocce calcaree del proprio terreno. Plasma una realtà unica e personale: è il suo castello incantato. Quando le pietre scarseggiano, instancabile, crea cave da cui poter estrarre altro materiale duttile a cui restituire un volto. Incide teste anche sulle cortecce di ulivo. Ad alcune associa tonalità accese di rosa e azzurro per dipingerne volti e capelli. Le stanze interne della sua fortezza sono affrescate con ricordi di Chicago, torri e grattacieli arroccati come le abitazioni di Sciacca. È un’unica articolata opera d’arte di una mente istintiva. I suoi atteggiamenti suscitano il dileggio crudele dei compaesani, che lo chiamano «Filippo il Pazzo», «Filippo delle Teste». Ma attirano anche le attenzioni di un esperto d’arte come Jean Dubuffet, che si interessa ad artisti emarginati, i quali esprimono nella loro produzione il proprio disagio psichico. Questi, un anno dopo la morte di Bentivegna, avvenuta a 79 anni, espone alcune delle sue teste al Museo dell’Art Brut di Losanna, dove sono tuttora conservate. (Almamatto)

Filippo Bentivegna è stato una figura controversa e affascinante della storia dell’arte italiana. Nato a Sciacca in Sicilia nel 1888, la sua vita è stata segnata da eventi drammatici che hanno influenzato profondamente la sua attività artistica. Genio o pazzo?

Bentivegna è stato a lungo considerato un personaggio stravagante e un po’ pazzo dalla popolazione locale. Dopo essere stato aggredito e ferito gravemente alla testa durante un litigio per una donna in America, tornò a Sciacca cambiato nel fisico e nella mente.

Venne infatti dichiarato “improduttivo e inabile al lavoro” e considerato mentalmente instabile. Tuttavia, grazie agli studi condotti negli anni successivi, Bentivegna è oggi riconosciuto da molti come un genio dell’arte, in particolare dell’art brut.

Il Castello Incantato. Bentivegna acquistò un terreno pietroso sulle pendici del Monte Cronio, a pochi chilometri da Sciacca, e vi iniziò a scolpire migliaia di teste e figure fantastiche, creando un vero e proprio “Castello Incantato”.

Questo luogo straordinario, diventato un museo a cielo aperto, è oggi considerato un capolavoro dell’arte naïf e un punto di riferimento per l’art brut a livello mondiale.
Riconoscimento postumo.

Nonostante il disinteresse e il disprezzo iniziale della popolazione locale, l’opera di Bentivegna ha iniziato a essere rivalutata e apprezzata solo dopo la sua morte nel 1967. Nel 1968 un collaboratore di Jean Dubuffet, teorico dell’art brut, visitò il Castello Incantato e portò alcune sue sculture nella collezione di Dubuffet.

Oggi il sito è di proprietà regionale ed è stato dichiarato bene culturale di interesse nazionale. La sua storia ha inoltre ispirato una canzone della band Virginiana Miller.

Filippo Bentivegna può essere considerato un genio incompreso, la cui opera straordinaria è stata a lungo derisa e ignorata prima di essere finalmente riconosciuta come un capolavoro dell’arte naïf e dell’art brut.

Il Castello Incantato

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Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.