Elogio e potere del “cazzeggio”

Antonio Gallo
3 min readMar 10, 2021

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Il Libro

Ancor giovane sbarbatello, ginnasiale senza voglia di studiare, per evadere dalla grigia atmosfera di provincia, cominciai ad appassionarmi allo studio delle lingue moderne.

In reazione a quelle classiche, (il latino e il greco), mi diedi a studiare le lingue moderne, seguendo le lezioni che la RAI trasmetteva di mattina presto prima del giornale radio delle ore sette.

Seguivo le lezioni di tedesco e inglese. I gloriosi anni cinquanta della radio. Scoprii che quella parola proibita, ma già allora usatissima, esisteva anche in quelle due lingue.

Significava qualcosa di molto diverso. Il gatto era “die Katze” in tedesco, in inglese suonava quasi lo stesso al plurale. Questo per dire che al giorno d’oggi, la parola la potete regolarmente sentire e leggere ovunque senza alcun problema.

L’organo in oggetto ha avuto tanta forza da far “nascere”, è il caso di dirlo, altri termini insieme a tutta una fioritura letteraria che con l’arrivo dei social ha raggiunto il massimo della sua espansione. Ha addirittura assunto un valore culturale.

Hanno scoperto che “cazzeggiare” potenzia le abilità intellettive e conoscitive. E’ questa la tesi del libro “Il potere del cazzeggio”, scritto da Srini Pillay, neuropsichiatra, insegnante ad Harvard.

“Imparare ad alternare concentrazione e cazzeggio vi renderà rapidi, efficienti e produttivi nel pensare e nel risolvere i problemi. Trovare una routine che contenga entrambi gli aspetti è la chiave per migliorare il rendimento, esaltare la creatività e in generale raggiungere la felicità che tutti cerchiamo. Anzi, per quanto possa sembrare ironico, uno degli effetti collaterali del cazzeggio è che quando ne avrete bisogno farete meno fatica a concentrarvi. Per questo trovo che siano due facce della stessa medaglia”.

La prova di quanto ho riportato dal libro la trovo ogni giorno leggendo gli scritti di Marcello Veneziani, uno scrittore che ormai leggo e seguo da molti anni. Veneziani è capace di scrivere di tutto e su tutti.

In occasione della giornata della donna, ha scritto, da par suo, in serietà e competenza. Passata la festa tutta rosa, ha creduto opportuno “cazzeggiare” sui maschietti. Quello che segue è il suo cazzeggio sulla tazza:

La tazza

Dopo la lunga giornata delle donne, lasciate che mi dedichi, almeno per cazzeggio, all’angolo dei maschi, con leggerezza. Quando vedo le coppie d’innamorati e la loro dolce demenza, li proietto nel loro futuro dopo la fase acuta e mi viene un po’ da piangere e un po’ da ridere. Penso alla futura schiavitù reciproca e da maschio mi colpisce più quella dei maschi. Li vedo da sposati, li immagino stimati nella loro vita pubblica, ma poi ridotti in casa a larve umane.

Un segnale pericoloso un tempo erano le pattine, per obbedire alle fisime lucenti della moglie. Ma ho scoperto il punto preciso in cui avviene l’abdicazione e poi la resa simbolica dell’uomo alla sua signora o domina (che è poi l’etimo di donna). È quando un uomo accetta il diktat della sua dominatrice di sedersi sul water per orinare. Lo scopo è non produrre schizzi extratazza o sul tarallo; ma la perdita della posizione eretta nella minzione segna la capitolazione del maschio e il suo docile accucciarsi agli ordini della Domatrice. Alza la zampa, e lui la alza; siediti, e lui si siede. Anche i figli vengono così castrati in età precoce. Era uno dei più grandi piaceri mingere al vento in campagna o tra i boschi, sentire il fruscio sull’erba e la complicità delle piante; era una promessa di lealtà urinare in compagnia, assicurando così che non sei un ladro o una spia.

Ricordo un amico di gioventù, rustico e spaccone, uso a grattarsi il pacco e a mingere dove capitava, che dopo sposato, cambiò modi. Non capivamo cosa fosse accaduto. Un giorno scoprimmo che la moglie lo aveva ammaestrato a far pipì seduto sulla tazza. Fu la sua fine. L’organo finì ai domiciliari, lui diventò l’ombra di se stesso. C’è un film con Jack Nicholson che da pensionato, perduta la moglie, riscopre il gusto di far pipì in piedi, come natura vuole. La schiavizzazione dell’uomo comincia dalle vie urinarie. Non prostratevi. (Però siate più precisi con la mira).

MV

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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